NATURA E CULTURA 22
I fasanesi illustri
Alcuni fra i più illustri personaggi fasanesi
Francesco Zizzi
Bernardino Larizza (1581-1647)
Alto prelato, rettore del Collegio Propaganda Fide dal 1634 al 1637. Papa Urbano VIII lo nominò nel 1640 arcivescovo di Ragusa, in Dalmazia. Morì a Napoli.
Bonaventura da Fasano (sec. XVII)
Frate minorita, scrisse trattati in latino e una Storia della provincia minoritica di Bari (1657). Fu ministro provinciale dei Minori Osservanti dal 1647 al 1665.
Bartolomeo Carelli (1675-?)
Uomo di vasta dottrina, medico e scienziato, scrisse diverse opere, tra cui Il privilegio dottorale (1705).
Ignazio Ciaia (1766-1799)
Rampollo di una delle più influenti famiglie cittadine, si recò a Napoli per studiare legge e nella capitale venne a contatto coi circoli giacobini che professavano le idee repubblicane e filo-francesi. Arrestato la prima volta nel 1795, fu scarcerato dopo 3 anni e mandato al confino. Nel gennaio 1799, con l'arrivo a Napoli delle truppe francesi del gen. Championnet, fu designato membro del Direttorio della neo-proclamata Repubblica Partenopea. In febbraio ne assunse la presidenza. In giugno l'esercito realista del card. Ruffo provocava la caduta del governo repubblicano, i cui esponenti, Ciaia compreso, venivano arrestati e successivamente messi a morte il 29 ottobre. Celebrato insieme ai compagni di martirio come precursore del risorgimento italiano, il Ciaia fu anche un poeta raffinato e sensibile, citato in diverse antologie e storie della letteratura.
Francescantonio Ciaia (1771-1849)
Fratello di Ignazio, emissario e ambasciatore della Repubblica Napoletana in Francia. La sua casa parigina fu luogo di incontro per altri fasanesi, tra cui Vincenzo Notarangelo (1759-1837) e il frate paolotto Francesco Galiani (1766-1850 circa). Rientrò in patria nel 1806 e si stabilì a Martina.
Francesco Bari Evoli (1804-1878)
Patriota risorgimentale, partecipò a vari moti carbonari e fu poi più volte sindaco della città.
Giacinto Bianco (1812-1885)
Drammaturgo e letterato, laureato in legge a Napoli nel 1833, diede alle stampe numerosi lavori teatrali, molti dei quali furono messi in scena in diversi teatri italiani (Pia dei Tolomei, Un'ora di giustizia, Simone Moccia, Luisa Morel, Iacopo Ferrand, Teresa Senneval, Leontina la commediante, ecc.). Autorevole membro di varie accademie letterarie, scrisse saggi, versi e opere di narrativa, oltre a una storia di Fasano andata purtroppo perduta. Nel 1855 fu eletto direttore dell'Ospedale Civile. Trasmise ai figli Tommaso e Beniamino l'amore per le arti. La città intera lo pianse alla sua morte come figlio illustre e integerrimo.
Donato Boggia (1830-1896)
Dotta figura di letterato, poeta e sacerdote, fu per 25 anni priore curato della Chiesa Matrice. Moltissimi i suoi scritti, soprattutto di ordine religioso e filosofico. Nel 1877 pubblicò Pochi fiori poetici.
Giuseppe Sampietro (1838-1913)
Sacerdote, autore di Fasano, indagini storiche (uscito postumo nel 1922), libro fondamentale e ancor oggi insuperato per la ricostruzione della storia della città. Recuperò, in diversi archivi, grandi quantità di documenti e memorie, superando con la passione del ricercatore le difficoltà oggettive legate al reperimento dei materiali. Quando finalmente stava per pubblicare il frutto del suo lavoro, fu stroncato da un male fulmineo. Aveva però consegnato i preziosi manoscritti al prof. Angelo Custodero, incaricandolo di darli alle stampe. Molti storici e saggisti, tra cui il Croce, avevano interpellato Sampietro per notizie storiche di carattere locale.
Tommaso Bianco (1848-1924)
Figlio di Giacinto Bianco, frequentò a Napoli la facoltà di legge, che abbandonò per seguire la vocazione artistica, sulle orme dei pittori partenopei capeggiati da Toma e Morelli. Ebbe particolare predisposizione per la ritrattistica e le caricature, delle quali divenne un vero maestro, con straordinaria vena satirica. Nel 1885 se ne andò a Parigi, ove fu caricaturista di Le Figaro e di altri giornali. Collaborò col celebre studio fotografico Nadar, frequentando gli ambienti artistici e l'alta società della capitale francese, dove morì.
Damaso Bianchi (1861-1935)
Pittore. Nato a Bari da famiglia fasanese, a 27 anni lasciò l'impiego in banca e si trasferì a Roma per studiare all'Accademia di Bele Arti. Memorabile la sua personale del 1929 a Bari, con 150 quadri dedicati ai paesaggi pugliesi e fasanesi. Amante dell'arte orientale, volle realizzare nella sua villa della Selva un minareto in stile moresco. Molte sue opere sono alla Pinacoteca Provinciale di Bari.
Ferdinando Schiavone (1862-1937)
Insieme ai fratelli Bianco forma il trio dei cosiddetti “Pittori fasanesi dell'800”. Dopo aver studiato a Napoli con i colleghi, nel 1912 emigrò in Argentina, ove si mise in luce come decoratore di pubblici edifici (tra tutti, il Teatro Municipale a Mendoza). Nel 1920 tornò a Fasano. Suoi affreschi adornano i palazzi Colucci e Riccardi, le chiese Matrice e S. Francesco da Paola. La pittura di Schiavone è debitrice del Toma e di tutta la scuola di Posillipo, specie nei paesaggi campestri.
Beniamino Bianco (1863-1938)
Anche quest'altro figlio di Giacinto Bianco fu assalito dal fuoco dell'arte, coltivato all'Accademia di Napoli e alla scuola di Toma, Morelli e Mancini, insieme al concittadino Ferdinando Schiavone. Dopo aver seguito in Francia il fratello Tommaso, preferì tornarsene in patria. Nei suoi bellissimi paesaggi e ritratti ha lasciato il segno d'una pittura geniale, pervasa da un sottile taglio crepuscolare.
Giambattista Colucci (1865-1927)
Sindaco dal 1895 al 1905 e dal 1908 al 1912, fu per un trentennio il vero arbitro delle sorti politiche e amministrative di Fasano. Con una gigantesca campagna di opere pubbliche (il Palazzo Municipale, il Parco della Rimembranza, l'edificio scolastico, l'illuminazione elettrica, la Casina Municipale, nuove vie cittadine e rurali, ecc.) diede alla città il volto urbanistico che ancor oggi la caratterizza.
Leonardo De Mola (1866-1952)
Emerito professore di liceo, educatore, poeta, dotto conferenziere, ebbe una prefazione scritta da Giovanni Pascoli a una raccolta di suoi sonetti. La sua opera omnia è stata pubblicata nel 1984 a cura dell'allievo G.B. Monopoli.
Filippo Bonifacio (1857-1929)
Sacerdote, verseggiatore dialettale di dissacrante efficacia.
Emilio Guarini (1879-1953)
Scienziato, è considerato il precursore della telegrafia senza fili e delle radiotrasmissioni. Ammiratore di Marconi, apportò una modifica al suo telegrafo inventando il “ripetitore automatico”. Divenuto ingegnere, tenne conferenze in tutta Italia e pubblicò diversi trattati sull'elettricità e sulla telegrafia. Il 27 maggio 1900, accolto dal tripudio dei concittadini, parlò a Fasano nel Teatro Sociale. Carico di encomi e riconoscimenti, stimato dalla comunità scientifica mondiale, si stabilì in Belgio, ove continuò i suoi studi apportando altre innovazioni al sistema marconiano. Morì a Bruxelles.
Sante Perna (1879-1949)
Sacerdote. Inseguì il sogno di una casa per orfani e lo realizzò in contrada Matarano, ove nacque appunto l'Istituto “Sacro Cuore”. Parroco, educatore, guida spirituale per generazioni di fasanesi.
Angelo Custodero (1880-1932)
Rielaborò, aggiornò e arricchì in modo decisivo la storia di Fasano scritta dal Sampietro, provvedendo nel 1922 alla sua pubblicazione. Professore di italiano e latino al liceo “Cavour” di Torino dal 1926. Storico, uomo di lettere, critico letterario, specialista del Manzoni, scrisse tanti saggi.
Stefano Mazzarisi (1882-1962)
Direttore superiore al Ministero della Pubblica Istruzione, poi direttore del riformatorio di Torino e creatore del “riformatorio minorile modello” a Roma. Educatore, latinista, scrittore, autore di trattati sulla delinquenza minorile.
Angelo Angelini (1885-1973)
Musicista, direttore di complessi bandistici, autore di circa 100 composizioni per banda.
Nino Ruppi (1885-1967)
Avvocato, giornalista, elzevirista di vasta cultura, citato in varie antologie del '900 letterario pugliese. Ha scritto Mio paese, un libro dedicato alla sua città.
Lina Pietravalle (1887-1987)
Nota scrittrice di famiglia molisana, nacque però a Fasano, dove il padre era medico condotto.
G. Battista Mazzarisi (1891-1964)
Fratello di Stefano. Direttore di vari istituti di pena (Procida, Capraia, Fossombrone, Ancona e Firenze, ove, negli anni 1943-1944, aiutò diversi ebrei perseguitati) e poi del riformatorio di S. Maria Capua Vetere. Nel 1951 fu promosso ispettore generale degli istituti di prevenzione e pena.
Filomeno Palmisano (1899-1950)
Pittore. Nei suoi paesaggi si ritrovano gli stilemi delle nuove tendenze affermatesi nell'arte italiana del primo Novecento.
Bepi Russi (1900-1970)
Giornalista e mordace vignettista, a fine anni '30 è l'inviato del Giornale d'Italia in Etiopia. Nel '40 dirige il Quotidiano della Somalia. Poi fonda vari giornali umoristici, non disdegnando anche la pittura e la regia cine-teatrale.
Achille Monopoli (1901-1976)
Avvocato, poeta in vernacolo e in lingua, capace di rendere situazioni e personaggi della politica locale con pochi tocchi umoristici.
Maria Chieco Bianchi (1904-1995)
Esponente di spicco del Partito Nazionale Monarchico, sindaco dal 1949 al 1954, deputato al Parlamento dal 1953 al 1958. Capeggiò una giunta monocolore che fece di Fasano un'isola monarchica nell'Italia repubblicana. Donna Maria: così la chiamavano con affetto i cittadini, dai quali seppe farsi ben volere con un'amministrazione attenta ai bisogni popolari.
Giacomo Saponaro (1906-1992)
Musicista, compositore, direttore d'orchestra, accademico di S. Cecilia, critico musicale. Diresse i conservatori di Reggio Calabria, Potenza, L'Aquila e Perugia.
Angelo de Palma (1913-1997)
Con lo pseudonimo “Lallo”, si affermò come pittore e caricaturista. Fasanese per parte di madre, era innamorato della Selva, al cui paesaggio dedicò una lunga serie di ispiratissime visioni.
Giovanni Battista Monopoli (1917-1996)
Esimio professore di lettere, autore di acrostici e versi in lingua e in latino, curò la raccolta e la pubblicazione dell'opera omnia di Leonardo De Mola (1984).
Ernest Verner (1918-1997)
Pittore. Nato a Znojmo, in Moravia, e cresciuto a San Gallo, in Svizzera, dopo lunghe peregrinazioni in tutta Europa si stabilì nel 1972 a Fasano, ove visse e operò per 25 anni. Cantore della natura, denunciò l'imbarbarimento e le storture della società tecnologica.
Fernando Attoma Pepe (1922-1997)
Ingegnere navale e dottore in legge, umanista, studioso, storico, saggista, pubblicista, conferenziere. Per meriti professionali fu insignito nel 1979 della Legion d'Onore, altissima onorificenza della Repubblica Francese. Fu direttore per l'Italia del Bureau Veritas, istituto di classificazione navale internazionale. Diede un forte contributo agli studi storici su Fasano.
Donato De Mola (1922-1998)
Erede della tradizione paesaggistica di B. Bianco, F. Schiavone e D. Bianchi, è stato il più rilevante artista fasanese del dopoguerra. Una tavolozza di tinte pastello, i toni delicati e tenui, lo studio della luce che avvolge la natura e gli oggetti: questi i cardini di una pittura spesso trasfigurata in poesia.
Aquilino Giannaccari (1925-1972)
Avvocato, pubblicista, direttore dell'Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo, instancabile animatore della promozione turistica di Fasano: gli si deve soprattutto il lancio della Selva come archetipo di un turismo d'élite. Numerosi i suoi saggi, articoli e monografie, tra cui spicca il libro Fasano nella storia e nell'attualità.
Nunzio Schena (1925-2003)
Tipografo e fondatore dell'omonima casa editrice, impostasi nel panorama culturale regionale e nazionale con un vasto catalogo di titoli e autori prestigiosi.
Gianmatteo Colucci (1928-1993)
Ideatore e creatore dello Zoosafari, una intuizione geniale.
Francesco Zizzi (1948-1978)
Poliziotto di scorta all'on. Aldo Moro, trovò la morte il 16 marzo 1978, in via Fani, a Roma, quando i terroristi delle Brigate Rosse sequestrarono lo statista.
Roberto Carrescia (1968-1989)
Fumettista, vignettista. A lui è intitolato il concorso nazionale per giovani autori di fumetti che si tiene ogni anno nella rassegna specialistica “Expocomics” (Bari).
di Redazione
09/03/2012 alle 00:00:00
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