DENUNCIA SINCERA
Fasano-Selva e i motori: 70 anni oggi, nel più assoluto silenzio
Osservatoriooggi ospita un intervento del giornalista Nicola Carlone che denuncia come il compleanno della nota manifestazione non sia stato festeggiato a dovere
FASANO - Avremmo dovuto aspettarcelo, un silenzio così. Il solito silenzio, quando si tratta di grandi eventi, da realizzare o celebrare. Il 15 settembre del 1946, Fasano, nell'Italia della prima ricostruzione, dava il via a una bella e lunga storia motoristica, facendo partire sia la cronoscalata motociclistica che quella automobilistica; teatro, per una volta sola, Piazza Ciaia, protagoniste, per una volta sola, la prima, entrambe le gare. Gli almanacchi dicono che trionfarono una Guzzi 500 pilotata da Ceglie in 5'23" a 83kmh, mentre nelle quattro ruote si impose il napoletano Sabatino Paganelli su Fiat1100 in 5'56”3 alla media di 75,715 kmh. Cifre che fanno sorridere, così come la gente sulla strada, in canottiera bianca, cappellino di carta, una gazzosa e forse, un panino.
L'evoluzione del Paese, la crescita socio-economica passavano anche da questi eventi, contribuivano a far lievitare la motorizzazione, anche gli spostamenti. La folla si spostava per seguire le imprese di Coppi, il Grande Torino e le corse motoristiche. Dunque, tutto questo sarebbe, se ci fosse rispetto della Menoria, la storia dei luoghi. Fasano aveva un tasso moto-abitanti secondo solo alle grandi città del Nord, la corsa faceva la sua parte, anzi, le due corse. La passione di tipo calcistico, esaltava i campioni del tempo, da Giacomo Agostini a Damiani, Tondo, Gallina, i locali, Mileti o De Carolis, poi sulle auto, il prof. Vaccarella, Noris, Nesti, Baribbi, Guarini, Calella, fino ai giorni nostri con Faggioli. 70 anni che oggi, nessuno sa ricordare. Eppure avevamo segnalato il doppio compleanno a chi di dovere, si era parlato di raduno in Piazza, forse un invito a vecchie glorie. Quello che si usa in tutti i luoghi dove si compiono queste celebrazioni, dove tornano tutti, si appone una targa, ci si ritrova. Al solito, Fasano arriva male o non arriva affatto.
L'altra domenica, a due passi, sulla via di Montalbano, abbiamo celebrato i 40 del Mondiale di ciclismo a Ostuni, che in verità, vide lo sprint, Maertens-Moser su una linea bianca situata 10 mt solo, oltre il limite comunale di Fasano, in modo da essere Ostuni. Fasano, brava a perdere eventi, qualunque sia il "vento" che spira in piazza Ciaia; dai Mondiali di ciclocross 2003, agli Europei 2013, ma anche dalla sede della FederMoto, andata a Bari, perchè nessuno ha dato due stanze qui. E poi la classica "Gnathia storica" crollata dopo 22 anni, per indifferenza, nonostante il grande indotto promoturistico sulla Selva. E la Selva? È stata anche luogo di brevi ritiri calcistici, dal Taranto al Foggia di Zeman, Camerun per i Mondiali e poi di Catuzzi, Centro Federale di arti marziali, ritiro della Nazionale di ciclismo. Non pensavamo proprio che tutti si sarebbero però, dimenticati della loro stessa storia, compresi coloro che portano avanti con passione, la crono-auto, prova tricolore. Perché, infine, se si trascura anche la storia e la memoria, che resta da queste parti?
Nicola Carlone
di Redazione
15/09/2016 alle 06:24:27
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