RUBRICA ALIMENTARE
'A Tavola con il Nutrizionista', le linee guida del binomio alimentazione e prevenzione
Diciassettesimo appuntamento che sancisce il legame tra il dottor nutrizionista Ezio De Mola e la nostra redazione
FASANO- Buongiorno cari lettori e benvenuti al nuovo appuntamento della rubrica ‘A tavola col nutrizionista'. In questo periodo di dibattiti tra SUGAR TAX sì e SUGAR TAX no, cerchiamo di capire meglio quanto l'alimentazione potrebbe incidere sulla salute di un individuo e, perché no, sulla spesa sanitaria nazionale. Quest'oggi dunque ci occuperemo di alimentazione e prevenzione. Nel 2017 l'ISTAT ha redatto un report statistico sulle principali cause di morte tra gli anni 2003-2014.
I primi tre posti di questa classifica sono occupati dalle patologie cardiovascolari: malattie ischemiche, cerebrovascolari ed altre patologie interessanti il cuore. Subito a seguire abbiamo tumori dell'apparato respiratorio, malattie ipertensive, neurologiche, diabete e diverse altre tipologie di tumori. È stato stimato (OMS) che al mondo muoiono circa 8 milioni di persone per il fumo di tabacco (sia attivo che passivo); 3 milioni di persone risentono degli effetti negativi della sedentarietà (ipertensione, patologie cardiache…); per il consumo dannoso di alcol si registrano circa 2 milioni e mezzo di decessi, mentre per abitudini alimentari scorrette i decessi certificati sono circa 3 milioni!
I fattori di rischio di queste patologie sono spesso correlati a globalizzazione (introduzione di nuovi alimenti come farine raffinate e conservanti), urbanizzazione (le zone urbanizzate/industriali determinano danni ed inquinamento delle zone agricole) ed invecchiamento. Proprio quest'ultimo, se da un lato può essere considerato un vantaggio della popolazione, sotto altri aspetti non ha fatto altro che aumentare l'incidenza di patologie croniche prima assenti: era difficile soffrire di Alzheimer quando l'età media di mortalità era di 50 anni! L'alimentazione scorretta è una pedina altrettanto importante nello scacchiere dei fattori di rischio. A differenza di età, genetica e sesso, tuttavia, questo è un fattore modificabile (come attività fisica, fumo ed alcol). Un'alimentazione non equilibrata (generalmente ipercalorica) determina glicemia elevata, dislipidemie, sovrappeso ed obesità: tutti questi fattori hanno messo in luce una correlazione strettissima con patologie croniche degenerative: dalle patologie cardiovascolari ai tumori, dai disturbi respiratori al diabete. Cambiare le abitudini di un individuo è una delle cose più difficili che si possano fare: bisogna infatti considerare che non si parla mai di sola alimentazione, ma anche di esercizio fisico, fumo ed alcol.
Gli steps da compiere sono diversi: si parte sempre da ciò che è necessario nell'immediato, per poi migliorarsi di volta in volta. Questo approccio ‘filosofico' del cambiamento cozza moltissimo con la mentalità impaziente del business del dimagrimento: una dieta lampo, che propone repentini cambiamenti di peso non fa bene, perché non ha il tempo pratico di educare ad un corretto stile di vita! Il sovrappeso e l'obesità sono particolarmente alti nei bambini italiani, soprattutto se paragonati a dati di qualche decennio fa. L'incidenza maggiore è nei paesi meridionali. È proprio da qui che bisogna cominciare il processo educativo: un bambino ha una mente più aperta di un adulto ed è più votivo al cambiamento, chiaramente va ben consigliato! L'obesità si calcola in due modi differenti: con il BMI, ovvero il rapporto peso/altezza o con la circonferenza vita. Quest'ultima è una stima del grasso addominale, molto pericoloso in quanto ivi collocati i principali organi funzionali (fegato, pancreas…). Un eccessivo grasso addominale è correlato da una cattiva gestione dell'insulina (insulino- resistenza), che sfocia in iperglicemia cronica e diabete mellito di tipo 2. È stato dimostrato che l'alimento maggiormente correlato all'aumento di peso (ovviamente con un consumo cronico) sono le patatine fritte, seguite da carne rossa, burro, dolci e cereali raffinati.
Quali sono le principali raccomandazioni per la prevenzione di patologie ad elevato rischio di mortalità? In questo senso ci vengono incontro l'American Cancer Society e l'American Heart Association. Mantenersi snelli tutta la vita, facendo attività fisica ad intensità medio bassa e costante. L'OMS suggerisce di praticare almeno 30 minuti quotidiani di camminata a passo svelto: passeggiando per almeno 5 giorni a settimana si registra la perdita di peso (in soggetti in grave sovrappeso) ed una riduzione del grasso viscerale (non si elimina facendo addominali in palestra!). Consumare cibi e bevande sani ed in proporzioni ragionevoli, in particolare cercando di ridurre al minimo la densità calorica: patatine, formaggi o dolci hanno, a parità di peso, molte più calorie di frutta e verdura (bassa densità calorica). Evitare l'aumento di peso a qualunque età. Il consumo di carni rosse va limitato, così come quello di pesci di taglia medio grande (mercurio ed altri inquinanti); le carni conservate vanno evitate. Attenzione al consumo eccessivo di latte e derivati e di bevande alcoliche (al massimo una porzione di alcol – 10 g, un bicchiere di vino - al giorno per la donna e due porzioni per l'uomo). Il consumo di sale va ridotto a 5 g al giorno, facendo attenzione al consumo di alimenti naturalmente salati! Va aumentato infine il consumo di pesce azzurro, legumi, cereali integrali, frutta e verdura.
In termini di prevenzione il calcolo delle Kcal non è importante. Molto spesso è sufficiente seguire delle indicazioni qualitative per avvertire gli effetti benefici sia sul peso che sulla salute!
DOTTOR EZIO DE MOLA
di Redazione
24/09/2019 alle 20:36:46
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