RUBRICA ALIMENTARE
'A Tavola con il Nutrizionista', Stipsi cosa è e come contrastarla
Nono appuntamento della rubrica che sancisce il legame tra il dottor nutrizionista Ezio De Mola e la nostra redazione
FASANO- Buongiorno a tutti voi, cari lettori! Rieccoci per un nuovo appuntamento con la rubrica ‘A Tavola con il Nutrizionista'. Il tema che andremo ad affrontare oggi è caro ad una grossa fetta della popolazione occidentale: la stipsi. La stipsi è un disordine dell'attività motoria intestinale, che determina una diminuzione del volume e del transito fecale. In questa condizione le feci risultano più dure del normale e difficili da espellere: possono insorgere o aggravarsi problemi di emorroidi, fistole o ragadi anali. Le evacuazioni hanno, in condizioni fisiologiche, una frequenza da 2-3 al giorno fino a 3-4 a settimana, con l'eliminazione complessiva di 50-250 grammi di feci al giorno.
La prevalenza di stipsi interessa il 10-12% della popolazione occidentale ed il 15-17% della popolazione italiana. Se si considera la fascia d'età più avanzata (>60 anni), la prevalenza aumenta fino al 20-30%. La stipsi, oltre a creare una situazione sicuramente debilitante dal punto di vista fisico e psicologico per chi ne soffre, è strettamente correlata ad un aumento del rischio di patologie comuni nel mondo occidentale: tumori intestinali, malattia diverticolare, appendicite e diverse alterazioni anali. Esiste una forma di stipsi che può essere considerata fisiologica. Questa si presenta quando ci sono importanti modificazioni nello stile di vita di un individuo: un cambio di abitudini alimentari, l'inizio di una dieta ipocalorica, lunghi periodi di riposo a letto, viaggi, digiuno protratto o gravidanza.
È stata dimostrata ormai da diversi anni una correlazione inversa fra la stipsi e consumo di fibre. L'apporto di fibra alimentare influenza strettamente il peso delle feci ed il transito intestinale. Il meccanismo di questa interazione non è legato esclusivamente all'aumento della massa fecale, causato da un riassorbimento di acqua da parte delle fibre. Le colonie microbiche intestinali, infatti, sono in grado di fermentare diverse sostanze non digerite dall'uomo, generando gas parzialmente intrappolati nella massa fecale. Ciò contribuisce ad un aumento del volume, che a sua volta stimola la motilità del colon, accelerando il transito intestinale. L'acqua, in questo caso, non viene riassorbita, quindi le feci non si disidratano. La popolazione occidentale ha ridotto drasticamente il consumo di fibre con la dieta, preferendo prodotti raffinati e lavorati a cibi di tipo integrale. Tale situazione interessa tutte le fasce d'età, ma in quella anziana ha sicuramente un impatto maggiore. L'inattività fisica e lo stress si sono dimostrati altri fattori in grado di alterare (in negativo) il transito intestinale.
La stipsi può sorgere come causa secondaria a condizioni patologiche come: sindrome dell'intestino irritabile, diverticolosi, disturbi del sistema nervoso centrale, malattie colon-rettali (tumori, emorroidi, fistole), alterazioni endocrine (ipotiroidismo, diabete, iperparatiroidismo), inattività/immobilità fisica, disturbi psichici, ipotonia, anoressia nervosa, uso cronico di lassativi ed alterazioni metaboliche di vario genere. Può essere contrastata con farmaci a diversa azione: emollienti e lubrificanti fecali, che agiscono ricoprendo il colon di sostanze oleose per facilitare l'espulsione fecale, lassativi osmotici, che hanno azione purgante trattenendo acqua nel lume intestinale con meccanismo osmotico (possono tuttavia determinare scompensi elettrolitici!), lassativi stimolanti, che agiscono aumentando la motilità o la secrezione intestinale.
L'obiettivo da raggiungere con una dieta per il trattamento della stipsi è quello di stimolare la motilità intestinale. Per assolvere a questo compito è necessario incrementare l'eccitabilità del muscolo liscio della parete intestinale. È dunque essenziale aumentare il volume dei cibi ingeriti, il consumo di liquidi ed il consumo di fibre. Per soddisfare il fabbisogno di queste ultime, va preferito il consumo di cereali integrali, frutta, verdure, legumi. Può rivelarsi utile intensificare le secrezioni intestinali: cellulosa e lattosio, una volta metabolizzati dalla flora batterica, determinano la produzione di acido lattico, stimolatore della peristalsi. I trigliceridi, assorbiti lentamente a livello ileale, possono anch'essi contribuire ad un aumento della peristalsi. Queste sostanze, inoltre, possono stimolare il rilascio di colecistochinina (CCK), che a sua volta ha un effetto colecisto-cinetico, favorendo la liberazione dei sali biliari a livello intestinale. Anche gli stimoli termici contribuiscono ad un aumento della motilità intestinale: assumere cibi caldi o tiepidi a digiuno o prima dei pasti può dimostrarsi d'aiuto per contrastare la stipsi. Tali indicazioni suggerite dovrebbero essere frazionate e ripetute più volte al giorno, per questo motivo è consigliabile frazionare i pasti quotidiani in 3-5. Una dieta con un'impostazione di tipo Mediterraneo può rivelarsi ottimale per combattere il fenomeno della stipsi, in netto aumento negli ultimi anni nel mondo occidentale.
DOTTOR EZIO DE MOLA
di Redazione
22/04/2019 alle 18:05:41
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