SETTIMANA SANTA
I ‘Misteri’ di Fasano, tradizionali riti di fede
Breve storia delle sette processioni (più una) della Settimana Santa
Sera del Giovedì Santo: Cristo nell’orto degli ulivi (Confraternita del Rosario).
Una volta la fine della Quaresima, a Fasano, era segnata da un'atmosfera di sincero pathos che scaturiva dai toccanti riti penitenziali della Settimana Santa, dalla visita ai “Sepolcri”, costituiti con le statue della Passione, immersi in una cornice mesta, e dai cortei processionali dei “Misteri” tra la sera del Giovedì Santo e tutta la giornata del Venerdì. I fasanesi, mentre accompagnavano i Misteri, si ritrovavano uniti, accomunati dalle stesse emozioni, dalle stesse riflessioni sul significato escatologico del sacrificio di Cristo, e pervasi dalla medesima speranza. Anticamente le processioni, che per fortuna ancora vivono insieme a qualche altra tradizione, erano distribuite nell'arco di tempo che andava dalle prime ore del Venerdì Santo, all'epoca giorno non lavorativo, fino al vespero. Più tardi, per esigenze pratiche, i primi due cortei del Venerdì, Cristo nell'orto e Cristo alla colonna, furono anticipati alla sera del Giovedì. L'origine dei Misteri si riporta alla nascita delle confraternite fasanesi. Seguendo l'ordine temporale di uscita delle processioni, ci sembra opportuno – nell'imminenza della pasqua – ripercorrerne l'iter storico.
La prima, Cristo nell'orto degli ulivi, della Confraternita Maria SS. del SS. Rosario, esce la sera del Giovedì Santo. Il sodalizio fu fondato nel 1580, fortemente voluto dai Domenicani. Per oltre tre secoli ha avuto sede in chiesa Matrice, dove curava l'altare dedicato alla Beata Vergine del Rosario. Nel 1800 si trasferì nella chiesa di S. Nicola, fino al 1896, anno in cui ritornò in Matrice, per approdare nel 1911 presso la chiesa dell'ex convento di S. Giuseppe, delle “donne monache”, claustrali sotto la regola di S. Maria Maddalena de Pazzis, ove è oggi. Tra gli altri obblighi, quello di portar in processione il simulacro di Cristo nell'orto degli ulivi, da poco restaurato da Vincenzo Caiulo. Il gruppo scultoreo, in legno, raffigura Gesù inginocchiato nell'orto del Getsemani, alla cui destra vi è un puttino nudo e alato sospeso in aria, sostenuto da un supporto in ferro ancorato alla spalla del Cristo, che indossa una tunica rossa e un manto azzurro. L'intera raffigurazione ricalca gli stilemi tradizionali della statuaria sacra baroccheggiante.
La seconda processione è il Cristo flagellato, statua di cartapesta, databile probabilmente tra fine '800 e inizio '900, realizzata forse da qualche artista leccese, della Confraternita Maria SS. Immacolata, che quest'anno uscirà nuovamente la sera del Giovedì, alle ore 22.30, dopo esser uscita negli ultimi due anni, 2004 e 2005, la mattina del Venerdì. Detta Confraternita fu fondata tra il 1603 e il 1608, grazie ai Minori Osservanti dell'omonimo convento ubicato nell'ex corso di Sant'Antonio, oggi Vittorio Emanuele. L'antica sede del sodalizio era l'Oratorio situato nel chiostro del convento innanzi citato.
Terzo corteo: l'Ecce Homo dell'Ordine Francescano Secolare, statua in cartapesta, di ignoto autore. Percorre le vie cittadine, secondo tradizione, la mattina del Venerdì Santo, alle 9.30. Come nacque in loco l'Ordine Francescano? Si deve sapere che nella Quaresima del 1875 venne nella chiesa Matrice padre Raffaele da Faggiana, predicatore dei frati Minori. La comunità fasanese, colpita dalla predica del padre, espresse il desiderio di seguire la vita francescana. Il padre provinciale dei Minori della provincia monastica leccese, Antonio da Martina, incaricò padre Alfonso Maria Pinto da Fasano di dar vita nel nostro paese all'Ordine Francescano Secolare, di cui lo stesso divenne commissario. Il 20 marzo 1882, nella nostra chiesa di S. Francesco da Paola, si incontrarono dietro l'altare maggiore, alle ore 16, i terziari professi di Fasano, per le prime elezioni. Fu formato il primo capitolo del Terz'Ordine, sotto la direzione di padre Alfonso. Il 1º gennaio del 1884 si riunì il consiglio per deliberare la costruzione della chiesa S. Francesco d'Assisi, intestata ai fratelli e alle sorelle del Terz'Ordine Francescano, chiesa che fu benedetta il 1º febbraio del 1886. Nello stesso anno furono commissionate le diverse statue esistenti nella suddetta chiesa, tra cui appunto l'Ecce Homo, un simulacro di grande intensità espressiva.
Quarta a uscire è la Confraternita del SS. Sacramento. Il sodalizio, voluto dai Domenicani, con sede nella chiesa Matrice, è il più antico. La sua presenza nel nostro paese risale al 1543, ma solo il 31 luglio del 1768 ottenne il riconoscimento giuridico da Ferdinando IV, Re di Napoli. All'inizio dell'800 si trasferì nella chiesa di S. Maria della Grazia, e successivamente, nel 1826, nella chiesa di S. Nicola; l'anno seguente s'insediò nell'attuale Oratorio, attiguo alla chiesa Matrice. Tra le altre attività, l'appuntamento più sentito nella vita liturgica locale: la processione del Venerdì Santo con le statue di Cristo portante la Croce e Cristo spirante. Il primo simulacro, di pregevole fattura, è stato fatto realizzare dalla confraternita nel 1826 in Ostuni. Ha le mani, il capo e i piedi in legno; il corpo è in tela di sacco e gesso. La seconda statua, invece, con la chiusura del monastero di S. Giuseppe e relativa uscita delle ultime sette “donne monache”, il 15 giugno 1908, e per opera del confratello Luigi Sibilio, fu donata alla confraternita e sistemata nell'Oratorio. È in cartapesta con la base e la croce in sughero. I due Misteri sono stati restaurati circa sette-otto anni fa, a Brindisi. In passato ogni confraternita usciva con una statua dell'Addolorata che accompagnava il proprio Mistero, e il sodalizio del SS. Sacramento portò in processione il suo simulacro, fatto eseguire nel 1875 col contributo di confratelli e consorelle, fino a quando mons. Ferrari, vescovo di Monopoli, proibì l'uscita delle statue rivestite di stoffa.
Quinta processione del Venerdì Santo: la Pietà della Confraternita S. Maria de La Salette e S. Francesco di Paola. Questa congrega nacque nel 1873 sotto il titolo di San Francesco di Paola, al quale si aggiunse quello di S. Maria de La Salette nel 1877, quando in loco si diffuse tale devozione mariana. Inoltre la fondazione è dovuta anche alla riapertura al culto, nel 1870, della chiesa di San Francesco di Paola, dell'ex convento dei Minimi. Del simulacro già citato non si ha riscontro preciso circa la sua databilità, ma si può ipotizzare che sia stato realizzato agli inizi del '900 da artigiani leccesi, unitamente alla statua di Cristo che porta la croce col flagellatore, di stessa fattura. La Pietà raffigura la Vergine che regge il corpo di Gesù, con due putti laterali oranti, dei quali uno sostiene la corona di spine del Cristo. Entrambi hanno gli occhi rivolti al cielo. La statua è in cartapesta e legno, mentre il crocifisso ligneo è ricoperto di sughero, col sudario in lino, ricamato da pie donne devote e intrecciato alla croce, secondo la tradizione giudaica, a rappresentare la modalità con cui il corpo del crocifisso veniva deposto dalla stessa. Il gruppo scultoreo poggia su una base in legno decorato. Anticamente il medesimo era corredato da due lampieri laterali in ottone, idonei a illuminarlo. Oggi sono scomparsi, per cui si è provveduto a sostituirli con lampade alogene a luce direzionale. Non esistono fonti certe inerenti a chi ha commissionato la statua, ma sicuramente sarà stata la confraternita, dato che, tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, in tutta la Puglia ogni confraternita faceva realizzare un proprio Mistero da portare in processione durante i riti della Settimana Santa, quasi a motivo di competizione, verrebbe da pensare, ma sicuramente per una autentica testimonianza di fede. Prima dell'istituzione della nuova Parrocchia di S. Maria de La Salette, la statua della Pietà era portata in processione a partire dalle 15.30 del pomeriggio del Venerdì Santo, nel rispetto dell'ora di agonia di Nostro Signore. Essa era preceduta da quella di Cristo che porta la croce, innanzi citata. C'era anche una nota folclorica: seguivano il corteo bambini che impersonavano, anche nell'abito, il Cristo flagellato, e ciascuno di loro portava una croce. Già dal mattino si presentavano in chiesa gruppi di fedeli devoti, anche non confratelli (ortolani, muratori e altri) che si offrivano di portare la statua per le vie del paese, elargendo lauti contributi per i bisogni amministrativi del sodalizio (insieme alle rette degli iscritti e alle questue, rappresentavano l'unica risorsa finanziaria). Quattro erano i gruppi dei portatori. Il responsabile più ricordato di tali transazioni era il confratello Giustino Loconte, mentre tra gli iscritti devotissimi della Pietà la memoria corre a Felice Carparelli e a Francesco Ancona. Oggi, invece, un gruppo di giovani iscritti, spinti da vera fede, portano in processione questo Mistero con i canti e la lettura della Via Crucis. Infine, da qualche anno, coì come tutte le confraternite di Fasano, per tutto il Venerdì nella chiesa di S. Francesco di Paola vengono esposti i tre simulacri che rappresentano il ciclo della Passione: il Cristo che porta la Croce con il flagellatore, il Cristo crocifisso e la Pietà.
Sesta processione: Cristo nel sepolcro della Confraternita Maria SS. Assunta in Cielo, istituita a Fasano verso il 1716 per merito del padre gesuita Domenico Bruno. I componenti, inizialmente, appartenevano ai ceti più umili: contadini e pastori. La sede della congrega è la chiesa dell'Assunta, edificata nel 1727 a ridosso del lato destro della Matrice, e restaurata per la prima volta nel 1857. Il Mistero di Cristo nel sepolcro è denominato dal popolo fasanese Criste jìnde a näche, per via di una caratteristica bara di vetro in cui è deposto Gesù morto. Ignoto l'autore della statua come pure l'epoca. La processione si svolge la sera del Venerdì: gli associati, in duplice fila, indossano la mozzetta celeste, gli uomini, lo scapolare con l'effigie dell'Assunta, le donne, e seguono la statua con tantissimi altri fedeli.
Settima e ultima processione del Venerdì Santo: l'Addolorata della Confraternita Opera Pia Anime del Purgatorio, la cui fondazione si colloca tra il 1630 e il 1696 circa. Ancora oggi per i fasanesi rimane “la congrega dei signori”, perché, a differenza delle altre confraternite locali, in questa si richiedeva ai novizi di essere (o essere figli di) «dottori di legge, e medicina, professori di chirurgia, notari, galantuomini...». Era anche previsto il numero chiuso, per un massimo di 50 fratelli, di cui 20 ecclesiastici. Oggi questa clausola è stata soppressa. Molto legati sono i nostri concittadini alla solenne processione dell'Addolorata, che seguono con partecipazione corale e in abito rigorosamente nero, almeno una volta. Il viso dell'effigie vestita a lutto, secondo la credenza popolare, assumeva, differentemente dal giorno della sua “festa” (il Venerdì di Passione, otto giorni prima del Venerdì Santo, in cui si commemorano i dolori della Vergine), una espressione sconsolata e fortemente amareggiata. La verità è che nel viso afflitto di Maria ciascuno vedeva e vede riflesso il dolore universale.
La mattina della domenica di Pasqua, infine, per le vie di Fasano si snoda il corteo processionale di Cristo Risorto della Confraternita di S. Giuseppe, costituitasi nel 1895 con l'obiettivo di diffondere il culto del padre putativo di Gesù. Era legata, un tempo, al ceto contadino, più tardi si estese agli artigiani. Sede della congrega è la chiesa Matrice, nel cui cappellone dimorano tutto l'anno le statue di San Giuseppe e del Cristo Risorto. Il sodalizio ebbe una propria cappella-oratorio dedicata a San Giuseppe, consacrata nel 1923 e restaurata di recente. Il Cristo Risorto è in cartapesta, ma non si conoscono né autore né data di produzione. Nel verbale della seduta del 4 marzo 1906 si legge che il principe Telesio, socio onorario della confraternita, donò al sodalizio una statua di Gesù Risorto da esporre in una nicchia da edificarsi a spese della medesima. Fonti orali attendibili, invece, sostengono che il simulacro portato in processione il giorno di Pasqua provenga dall'ex Convento di S. Giuseppe delle “donne monache”, claustrali carmelitane, e che questa statua stava nella chiesa del Rosario. Nel 1908, dopo la chiusura del monastero, fu donata alla congrega. Il Cristo Risorto è stato restaurato anni fa, a spese della confraternita, dal pittore-restauratore albanese Albert Metasani. Dopo il 1947 e comunque fino al 1987 la processione usciva di pomeriggio, e siccome i confratelli erano pochi, si assoldavano degli uomini per seguire il simulacro, ma spesso accadeva che essi, alquanto allegretti per il lauto pranzo pasquale, non mantenevano un contegno decoroso, per cui si preferì anticipare al mattino il corteo. Oggi questi problemi non sussistono, in quanto il numero dei confratelli e delle consorelle è accresciuto notevolmente, ma la tradizione dell'uscita al mattino sopravvive. (Si ringraziano: Lisetta Guida, Donato Sibilio, Eugenia Di Bari, Daniela Cofano, Giovanna Brescia, Vito Gianfrate, Donato Potenza, per le notizie fornite sulle confraternite locali e sull'Ordine Francescano)
Bibliografia: Fasano: Confraternite, Processioni nella Settimana Santa, Circolo Fotografico HI Foto, 2002; P. Cannone, Raccontando Fasano (artigianato, personaggi, tradizioni), Schena, 1998; A.S. Trisciuzzi, San Giuseppe di Fasano: il Santo, la Confraternita, l'Oratorio, Schena, 1995.
di Palmina Cannone
03/04/2012 alle 07:40:23
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