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Il gioco italiano è quello più tassato d'Europa. Ecco perché
Il calendario progressivo sancito dal Decreto Dignità farà arrivare quasi al 20% le tasse sul gioco online.
Il Decreto Dignità ha cambiato tutto nel mondo del gioco. Anche le regole per quanto riguarda le vincite. Se per anni, infatti, la fortuna non veniva tassata e chi vinceva con Gratta e Vinci, Enalotto o similari non doveva assolutamente preoccuparsi di niente, stavolta le cose sono cambiate.
Dal 2012, infatti, le lotterie sono soggette ad una tassa del 6% per le vincite che superano quota 500 euro, norma cambiata nel 2017, quando il Prelievo Erariale Unico, ovvero il PREU, ha portato la tassazione al 19%. Dall'anno scorso, precisamente dal luglio 2018 quando il Governo Conte ha approvato il Decreto Dignità, le regole sulla tassazione del gioco d'azzardo sono cambiate ancora. Sono aumentate, ad esempio, le tasse sul gioco dei casinò online e dei casinò terrestri oltre che ad essere bandite tutte le pubblicità di giochi d'azzardo e vincita a soldi.
La legge, voluta fortemente dal Movimento 5 Stelle e avanzata proprio dal vicepremier Luigi Di Maio, ha portato al 6.25% le tasse per le VLT e al 19.25% per le slot machine nel mese di settembre 2018, il primo step di una crescita addirittura maggiore che arriverà fino al 2023.
È stato stilato infatti un vero e proprio calendario di tassazione progressiva, che vedrà la percentuale per le VLT salire al 6.68% nel 2020 e al 6.75% nel 2021. Stesso discorso per le slot che saliranno al 19.68% il prossimo anno e al 19.75% fra due, mentre nel 2023 troveremo al tassazione per le VLT al 6.6% e al 19.6% per le slot. Numeri che fanno del gioco italiano quello più tassato d'Europa, con ovvie conseguenze sugli investimenti provenienti dall'estero e con rischi per i posti di lavoro interni.
Torniamo a guardare per un momento le cose dagli occhi del giocatore. Una volta vinta la somma, quali sono i suoi obblighi? La risposta è molto semplice: non ce ne sono, visto che a pagare è sempre la fonte, l'operatore. Il giocatore vincente non deve quindi preoccuparsi di dichiarare le vincite perché prima di entrarne in possesso saranno già tassate e autorizzate dall'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato o dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Se i casinò, invece, non fanno parte di questo circuito riconosciuto e autorizzato, allora ecco che scatta l'obbligo di dichiarare la vincita come reddito. Ecco perché si deve scegliere sempre un ambiente di gioco sicuro, riconosciuto e legale: non solo per la tranquillità dal punto di vista economico e legale, ma anche per un'esperienza e un divertimento sicuro, trasparente e responsabile.
di Redazione
16/08/2019 alle 18:17:48
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