Partito Democratico di Fasano: 'Tasi non applicata per evitare il caos e addizionale Irpef raddoppiata'

FASANO – Proprio questa mattina (giovedì 16 ottobre) il sindaco facente funzioni Gianleo Moncalvo rivendicava con orgoglio la mancata applicazione a Fasano della Tasi, il nuovo tributo che tanto sta facendo discutere sul territorio nazionale e la cui scadenza di pagamento cadeva proprio oggi. Ma le parole di Moncalvo hanno provocato la reazione del Partito Democratico di Fasano che ha emesso una nota polemica nei confronti dell'Amministrazione comunale fasanese.

«Apprezziamo l'operato del vicesindaco che spesso aggiunge competenza tecnica alla volontà politica - dice il consigliere comunale Vittorio Fanelli a nome del suo partito -. L'introduzione della Tasi a livello nazionale ha sicuramente generato non pochi problemi, come d'altronde avviene quando ci si trova ad affrontare una situazione nuova. A Fasano poi, siamo sicuri che ci sarebbe stato un caos generale dovuto soprattutto ai numerosi problemi presenti nell'ufficio Tricom di via Stella. Un ufficio che se si potesse definire con due aggettivi lo definiremmo inefficiente e costoso. E questo, ci teniamo a precisare, sicuramente non per colpa di chi la dentro ci lavora, che spesso opera in condizioni estreme, dati gli scarsi mezzi a disposizione, ma a causa di una volontà politica marcia che elargisce circa un milione di euro l'anno a fronte di un servizio davvero scadente. Abbiamo visto il caos che si è generato con l'invio e la gestione dei bollettini Tares nel 2013. Nessuno auspicherebbe il ripetersi di quella situazione. Ecco spiegata l'aliquota zero della Tasi a Fasano ed ecco spiegato l'aumento dell'addizionale comunale Irpef. Abbiamo visto come si parla molto della non applicazione della Tasi ma nessuno dice che l'addizionale comunale Irpef è più che raddoppiata. E questo i cittadini devono saperlo. I lavoratori fasanesi devono rendersi conto che a Fasano effettivamente la Tasi non si applica ma il carico fiscale generato dalla sua non applicazione sarà a loro carico e riscontrato direttamente in busta paga. Una scelta assolutamente condivisibile dal punto di vista pratico per evitare il caos generato dall'applicazione di un nuovo tributo che invece non ci trova d'accordo dal punto di vista del principio perché, in linea di quanto stanno legiferando a livello nazionale, si dovrebbe cercare di evitare di tassare il mondo del lavoro e del consumo per una sua più ampia e possibile ripartenza andando invece a tassare il patrimonio»