DISCUSSIONE POLITICA
In consiglio comunale la questione Giudice di Pace con un'interpellanza del Pd di Fasano
I consiglieri Luana Amati e Vittorio Fanelli sottoporranno all'Amministrazione una serie di quesiti rimasti, sino ad oggi, senza risposta
FASANO - Si parlerà anche del destino dell'ufficio del Giudice di Pace nel prossimo consiglio comunale che si terrà martedì 2 settembre. Questo grazie ad un'interpellanza presentata dal gruppo consliare del Partito Democratico. "In assenza di alcun tipo di informazione - dichiara Luana Amati -, anche informale, sull'andamento delle operazioni necessarie per il raggiungimento dell'obiettivo della permanenza dell'Ufficio del Giudice di Pace a Fasano nonché di segnali riguardanti l'impegno dell'Amministrazione che, va ricordato, ha, sempre e solo, dichiarate immotivate oltre che strumentali le preoccupazioni da noi del Pd espresse (in recepimento delle sollecitazioni della cittadinanza) abbiamo presentato un'interpellanza che si discuterà durante la seduta del prossimo Consiglio Comunale e che, auspicabilmente, evidenzierà le reali volontà e le vere responsabilità impegnando, altresì, ogni gruppo politico a fare estrema chiarezza sulla propria posizione con la conseguente pubblica assunzione di responsabilità in riferimento alla permanenza di questo importante servizio per Fasano. Difatti, i nostri amministratori, oltre a rassicurazioni davvero sommarie, non hanno finora dato risposta ai puntuali quesiti, da noi del Pd posti già oltre un mese fa, che oggi chiediamo formalmente vengano date all'intero Consiglio Comunale e, pertanto, pubblicamente alla città. In realtà, e non si può sottacerlo, vi è un atteggiamento da parte del Governo locale di estrema sufficienza e molto grave, sicuramente irriguardoso nei confronti dei rappresentanti istituzionali ma soprattutto che pone seri dubbi sulla trasparenza delle operazioni che una buona amministrazione deve sempre garantire".
Ecco il testo integrale dell'interpellanza presentata dal Partito Democratico: "I Consiglieri Comunali del Partito Democratico premesso che, con atti nn.73 del 23.03.2012 e 34 del 07.03.2013 la Giunta Comunale di Fasano deliberava “di manifestare la volontà e/o l'indirizzo politico di richiedere il mantenimento dell'Ufficio del Giudice di Pace di Fasano presso il Comune di Fasano alla via F.lli Rosselli, facendosi carico delle spese di erogazione del servizio, ivi incluso il personale amministrativo necessario” e di impegnarsi ad individuare il personale dipendente dell'ente nel numero massimo di due unità” sulla base della considerazione che: “da una parte, i carichi di lavoro attualmente esistenti non giustificano la chiusura, anzi suggeriscono il mantenimento dell'Ufficio stesso che, peraltro, attualmente, è ubicato presso una sede…di proprietà e resa disponibile dal Comune di Fasano e che, dall'altra la chiusura degli Uffici del Giudice di Pace appare inopportuna e sconveniente per i cittadini fasanesi, e del comune di Cisternino, in quanto determinerebbe non secondarie conseguenze negative sull'utenza, costretta a ripiegare, al fine di usufruire del servizio giustizia, sugli uffici giudiziari del Tribunale di Brindisi, che dista dal Comune di Fasano circa 60 (sessanta) chilometri”; che con proprio comunicato stampa il Sindaco Dr. Lello Di Bari nel ribadire il Suo impegno sulla vicenda per “non creare disagio ai cittadini” puntualizzava che “non ci faremo trovare impreparati….Del resto, la questione dell'eventuale soppressione dell'Ufficio del Giudice di pace di Fasano è davvero seria….la soppressione dell'Ufficio appare inopportuna e sconveniente per i cittadini fasanesi che sarebbero costretti a spostarsi a Brindisi, distante oltre 50 km da Fasano, per poter usufruire del servizio giudiziario. Considerato che le controversie giudiziarie di competenza del Giudice di pace non hanno particolare rilevanza patrimoniale, il fatto di doversi eventualmente recare a Brindisi per discuterle (ammette il Sindaco Di Bari) comporterebbe per i fasanesi maggiori oneri finanziari il che potrebbe dissuaderli dal ricorso alla giustizia: una situazione che è il caso di definire davvero ingiusta”; che, i Sindaci Di Bari e Baccaro (rispettivamente Sindaci di Fasano e Cisternino) dopo aver incontrato gli Avvocati di Fasano e Cisternino ed aver assicurato loro la messa a disposizione di risorse umane e finanziarie per mantenere il presidio giudiziario a Fasano, in data 09.10.2012, depositavano nella sede del Tribunale brindisino la lettera con la quale manifestavano e confermavano formalmente “la volontà - già manifestata con apposite deliberazioni delle rispettive giunte comunali – di impegnarsi ad adottare nei termini di Legge ciascuna e tutte le iniziative tendenti a garantire il mantenimento dell'Ufficio del Giudice di pace di Fasano, nella sede ove è ubicato attualmente, in via F.lli Rosselli n.1” ricordando (entrambi i Sindaci) che della sede aveva la proprietà il Comune di Fasano e che quindi i due enti non avrebbero sopportato spese di affitto. Ribadivano, altresì la disponibilità ad assumere a proprio carico, pro-quota tutte le spese di funzionamento del suddetto servizio giudiziario, a destinare presso il suddetto Ufficio del Giudice di pace il personale necessario, ed anche, eventualmente a consorziarsi a tale scopo, nonché ad adottare, nei termini di Legge previsti dal decreto legislativo n.156 del 2012 ciascuno e tuti i provvedimenti necessari” - Che in data 7 marzo 2014 veniva firmato dal Ministro Orlando il decreto previsto dal comma 3 dell'art. 3, d.lgs. 156/2012 - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 87 del 14 aprile 2014 entrante in vigore il 29 aprile 2014 – e che “individuando gli uffici definitivamente soppressi e quelli che, in accoglimento delle istanze formulate dagli enti locali, dovranno essere mantenuti a totale carico di questi ultimi con riferimento alle spese di funzionamento e di erogazione del servizio, incluso il fabbisogno di personale amministrativo” indicava espressamente quale rientrante fra i 285 salvati in tutta Italia l'Ufficio del Giudice di pace di Fasano; - Che veniva contestualmente disposto che: “il 29 aprile 2014 è il termine della definitiva chiusura degli uffici del giudice di pace soppressi per i quali non è stata fatta istanza di mantenimento da parte degli enti locali e che entro i successivi 15 giorni gli enti locali hanno la facoltà di revocare la domanda di mantenimento accolta mediante formale dichiarazione che attesti univocamente la volontà di recedere dall'istanza, e che gli enti locali che non hanno revocato la domanda entro il termine perentorio di 60 giorni dalla data di perfezionamento del D.M. 7 marzo, devono, a pena di decadenza comunicare all' amministrazione della Giustizia: • i nominativi e i requisiti del personale dei propri ruoli destinato a svolgere mansioni di supporto all'attività giurisdizionale da avviare a formazione, • l'esatta ubicazione della sede comunale prescelta, specificando se sia diversa o meno dalla precedente; • il nominativo di un referente che dovrà essere designato da ciascun ente locale interessato, al quale questa Amministrazione possa rivolgersi per le opportune interlocuzioni, anche con riferimento alle attività di supporto informatico demandate alla D.G.S.I.A.” - Che in data 24.06.2014, il PD - con nota del consigliere Luana Amati - approssimandosi la scadenza del 29 giugno (termine perentorio per la comunicazione al Ministero della sede e del personale individuato ) e non avendo notizie ufficiali e nemmeno ufficiose circa lo stato dell'arte della tematica in esame, sollecitava l'Amministrazione Comunale a convocare ad horas una conferenza stampa per informare la città sullo stato dell'iter amministrativo e su quali fossero le concrete iniziative adottate o da adottare per la permanenza dell'Ufficio del giudice di Pace locale; - Che, in data 25.06.2014, rimasto senza alcun riscontro l'appello precedente, i consiglieri del Pd - considerando l'impellenza della scadenza e condividendo le preoccupazioni della cittadinanza –formalizzavano la richiesta di un incontro urgente, depositando la relativa istanza a Palazzo di città, al fine di conoscere lo stato dell'iter amministrativo, nonché le iniziative concrete adottate e i provvedimenti che l'Amministrazione intendeva adottare per assicurare la permanenza dell'Ufficio del Giudice di Pace. - Che – rimasta inevasa la predetta richiesta, continuando a non ricever alcun tipo di informazioni dall'Amministrazione (pur continuamente sollecitata) circa le proprie determinazioni in merito alla questione e considerata la sempre più vicina scadenza - nella mattinata del 27 giugno 2014, il PD decideva di occupare il Palazzo di Giustizia; - Che solo a seguito di tale azione l'Amministrazione rassicurava – unicamente a mezzo stampa – che l'Ufficio del Giudice di pace era salvo e comunicava di aver già provveduto nella stessa giornata all'invio dei nominativi di Sua competenza (nel numero di 2 a fronte dei 3 stabiliti) rovesciando eventualmente le colpe del non proprio perfetto adempimento sull'Amministrazione cistranese; - Che, per nulla rassicurato da queste comunicazioni anzi, permanendo la preoccupazione per le sorti del servizio giudiziario, il Pd proseguiva nella sua attività di sollecitazione al Governo locale per il perfetto adempimento di quanto dal Ministero specificatamente richiesto continuando l'occupazione, anche notturna, purtroppo invano; - Che, con successiva nota del Ministero della Giustizia 4.7.2014 “Revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Uffici del Giudice di Pace aderenti alla procedura di mantenimento di cui all'art.3, comma 2, D. Lgs. N. 156/2012” venivano indicati gli uffici che potevano essere mantenuti a carico degli Enti che ne avevano fatto richiesta, ed il Comune di Fasano (pur con alta densità abitativa e sebbene avesse indicato come unità da adibire all'Ufficio G.di P. solo due unità nel mentre in generale comuni con una concentrazione di abitanti pari o addirittura inferiore avessero individuato personale nel numero di 3/4 unità) risultava fortunatamente fra questi!!! Nella stessa nota, venivano citati i dipendenti – indicati dalle Amministrazioni – che necessariamente nel periodo compreso fra il 7 ed 15 luglio 2014 “si devono presentare presso l'Ufficio del Giudice di Pace avente sede nel capoluogo di provincia di riferimento” per la necessaria formazione in affiancamento; - Che, il Pd - avendo ricevuto notizie ufficiose circa la non presentazione dei dipendenti indicati, appartenenti al ruolo dell'Ente, presso l'Ufficio del Giudice di Pace di Brindisi per il prescritto affiancamento preventivo prima dell'assegnazione allo staff del Giudice di pace, non vedendo “sventolare nessuna bandiera di vittoria” da parte dell'Amministrazione e non avendo ricevuto alcuna risposta nonostante le numerose pubbliche richieste di aggiornamento circa la puntuale prosecuzione di quanto necessario per il perfezionamento della pratica - in data 4.8.2014, allarmata da questo silenzio, riprendeva la mobilitazione che tuttora permane in attesa di quelle risposte che a tutt'oggi inspiegabilmente e molto gravemente non arrivano considerato - Che Fasano è una città che negli ultimi anni ha perso tanti servizi; - Che la riforma delle circoscrizioni giudiziarie ha colpito in pieno la nostra città con la chiusura della Sezione distaccata che, finora, tanti disagi oltre che notevole aumento di spese stanno comportando e osservando che se si dovesse chiudere definitivamente quest'ufficio a perderci sarebbero ancora una volta i cittadini che dovrebbero rivolgersi anche per le piccole controversie al Tribunale di Brindisi; - Che, comunque, permane l' opportunità data dal Ministero, di mantenere un servizio (al quale la città di Fasano è già stata ammessa) attraverso il quale i cittadini potrebbero accedere ad una giustizia denominata “di prossimità” in quanto vicina alla comunità locale; - Che i benefici sarebbero incommensurabilmente superiori ai costi sia sotto il profilo dell' economia di gestione che deriverebbe al Comune (basti pensare alle spese ulteriori per ogni giudizio in cui l'ente verrebbe rappresentato: costi di difesa aumenterebbero in quanto si aggiungerebbero gli oneri di spostamento ed i maggiori costi comportati dalla presenza della Polizia Municipale per testimoniare alle udienze in tema di sinistrosità stradale se tenute a Brindisi) sia in termini di minori disagi per l'utenza specialmente per il nostro Comune più decentrato rispetto al capoluogo oltre ai minori costi per le spese legali; - Che vi è anche un'altra questione da non sottovalutare e che riguarda l'indotto economico che la città verrebbe a perdere (es. marche da bollo, caffè, fotocopie e tanto altro); - Che, nello scorso mese di luglio il Consiglio Regionale della Puglia, riunito in seduta straordinaria, ha approvato l'adesione (insieme ad Abruzzo, Sicilia, Campania, Basilicata) ai tre requisiti referendari per richiedere l'abrogazione della legge che sopprime le sedi di alcuni tribunali, fra cui quello di Fasano, in quanto i tagli e le cancellazioni delle sedi distaccate dei Tribunali hanno comportato aggravi di spese e disagi, esattamente l'opposto degli obiettivi perseguiti dagli interventi normativi motivati da esigenze di spending review, allontanando sempre più la Giustizia dai cittadini che si trovano a subire provvedimenti dannosi per la civile e democratica convivenza; - Che la riforma giudiziaria illegittima nella sua genesi e perniciosa nella sua esecuzione sta provocando un ampio dibattito dal quale si evince che oltre allo strumento referendario sarà seguita la strada sperimentale di Convenzione Ministero-Regioni ponendo a carico del bilancio delle Regioni le spese di gestione degli uffici giudiziari e portando la questione nella conferenza Stato-Regione; - Che, pertanto per i Tribunali minori non è ancora stata detta l'ultima parola. Infatti, lo strumento referendario può rivelarsi vincente perché può mettere d'accordo l'interesse generale con quello dei territori; - Che i Tribunali sono garanzia di sicurezza e presidio di legalità ed anche fonte di occupazione e crescita civile CHIEDONO - Quali siano stati i criteri di scelta per individuare i due dipendenti a tempo indeterminato da distaccare presso la sede del Giudice di Pace; - Di chiarire se il prescritto e necessario percorso formativo dei dipendenti comunali sia stato avviato; - Se no, per quale ragione e cosa si intende fare, comprese le iniziative che si intendono portare avanti per non perdere un altro importante ufficio pubblico; - Se, in ogni caso, sono stati avviati contatti con i diversi livelli istituzionali preposti per il perfezionamento della pratica; - L'espressione di una decisa volontà da parte dell'intero Consiglio Comunale rispetto ad un chiaro impegno per dare attuazione a quanto già precedentemente manifestato e per il quale ci si è pubblicamente obbligati ; - Di fornire agli scriventi tuti gli atti relativi al provvedimento di che trattasi".
di Redazione
31/08/2014 alle 12:04:07
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