Forza Italia a caccia di voti per le Europee: Raffaele Fitto fa tappa a Fasano

FASANO - Appuntamento fasanese, questa mattina (domenica 11 maggio), per il capolista di Forza Italia, nella Circoscrizione Sud, per le prossime elezioni europee Raffaele Fitto. L'ex ministro ha infatti incontrato, in piazza Ciaia, i maggiori esponenti locali del partito forzista e i simpatizzanti. Per l'occasione era anche stato allestito un gazebo dove veniva distribuito materiale elettorale.

Ad accogliere Fitto c'erano quasi tutti i "generali" di Forza Italia a Fasano: il sindaco Lello Di Bari, il vicesindaco Gianleo Moncalvo, il consigliere regionale Antonio Scianaro, gli assessori Laura de Mola, Donato Ammirabile e Vito Martucci oltre al presidente del consiglio Gianluca Cisternino e ai consiglieri comunali Giuseppe Zaccaria, Bebè Anglani, Antonio Legrottaglie e Nicola Napoletano. Un'apparizione fugace, quella di Fitto: tempo di prendere un caffè, salutare gli amici e visitare il comitato elettorale allestito dal consigliere Anglani in via F.lli Cervi.

Proprio in questa sede il parlamentare ha esortato i forzisti a lavorare casa per casa per portare voti al partito. "I sondagggi non ci sono favorevoli ma è accaduto altre volte - ha sottolineato Fitto -. Abbiamo sempre dimostrato la nostra forza ma occorre l'impegno di tutti per riuscire ad ottenere un nuovo grande risultato. Questa campagna elettorale ha due significati profondi: l'uno di carattere programmatico, sul come intendiamo stare in Europa, l'altro di carattere politico, sulle motivazioni stesse della campagna. Dal punto di vista programmatico, la nostra proposta è seria e credibile. Riteniamo che in Europa ci siano due questioni che andranno affrontate: bisognerà intervenire con fermezza per modificare l'impostazione del Fiscal Compact e chiedere con forza una proroga nell'attuazione del programma di rientro finanziario che, così concepito, metterebbe in ginocchio il nostro Paese senza offrire alcuna prospettiva di crescita. Chiediamo una moratoria di almeno due anni. Poi, c'è la questione decisiva dello sforamento del tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil. Si ricollega, evidentemente, ad una riflessione di politica interna: lo sforamento, infatti, andrà accompagnato da tagli fiscali, tagli alla spesa pubblica e da serie riforme strutturali. Esattamente il contrario di quanto sta facendo il governo Renzi, che invece ha aumentato le tasse sulla casa, sui depositi bancari e i conti correnti".