ELEZIONI COMUNALI 2012
Primo turno: i voti non sono solo numeri
Considerazioni ma anche statistiche a 360 gradi di quanto accaduto nelle urne delle elezioni Comunali del 6 e 7 maggio scorsi
Il Municipio di Fasano
FASANO - L'alba di martedì mattina (8 maggio) ha sorpreso gli impiegati dell'ufficio elettorale mentre uscivano dal Comune e tornavano finalmente a casa, dopo aver comunicato alla Prefettura i dati “ufficiosi” arrivati dai seggi. Per renderli ufficiali bisognerà attendere la riunione della commissione elettorale che si riunirà nei prossimi giorni. Nel frattempo si possono trarre già delle interessanti analisi dai dati a disposizione per cercare di capire meglio come potrebbe finire il ballottaggio fra il sindaco uscente, Lello Di Bari, e Stella Carparelli, candidata del centrosinistra.
Astensionismo
Rispetto alle ultime elezioni comunali, nelle liste elettorali sono stati aggiunti 887 elettori. Nonostante questo, l'affluenza è calata dal 79,29% al 74,16%: il 5,13% in meno; 1080 fasanesi stavolta hanno deciso di non recarsi alle urne. Un dato che certifica, purtroppo, l'aumento della disaffezione dei cittadini nei confronti della politica.
I candidati sindaco
Si pensava che con il passaggio dell'Udc al centrosinistra Lello Di Bari avrebbe subito un calo delle preferenze, invece il primo cittadino è riuscito persino ad aumentare dello 0,95% la sua percentuale di voti, arrivando al 46,50%. La mancata alleanza con l'Udc ha comportato un calo di soli 250 voti, probabilmente attenuato anche grazie al bacino elettorale di Antonio Clarizio e del Nuovo Psi. Cinque anni fa Clarizio era candidato sindaco e riuscì ad ottenere 536 voti, mentre ora è segretario regionale del movimento "Cristiano Riformisti”, una delle quattro liste della coalizione di centrodestra. Anche i 428 voti presi nel 2007 da Domenico Mileto, candidato sindaco del Nuovo Psi, sono probabilmente confluiti su Di Bari, considerato che nel 2009 il partito ha aderito al Popolo delle Libertà.
Stella Carparelli ha raccolto 9.326 voti, cioè il 37,47% delle preferenze. Ha ottenuto quasi la stessa percentuale di Dino Musa, 37,55%, il candidato del centrosinistra della precedente tornata elettorale. Un risultato che non può essere ritenuto soddisfacente, considerando che stavolta la coalizione di centrosinistra non contava fra le sue fila l'Italia dei Valori, ma aveva il sostegno dell'Udc. Infatti, fra gli iscritti al partito di Casini ci sono due candidati sindaco dell'ultima tornata elettorale: Franco Mastro e Giuseppe Pace. Il primo prese 1.361 voti, con il sostegno anche di Democrazia Cristiana per le Autonomie, oggi confluito nel Pdl, mentre il secondo ottenne 1.217 voti, sostenuto dalla lista civica “Impegno Democratico”. Nonostante l'entrata in coalizione di due ex candidati sindaco, che avevano un potenziale elettorato di circa 2000 voti, Stella Carparelli ha ottenuto 421 voti in meno rispetto a Dino Musa.
I voti di Vito Bianchi ed Elio Schiavone sono stati determinanti per il raggiungimento del ballottaggio. Vito Bianchi ha sorpreso quasi tutti, perché in pochi si aspettavano che riuscisse a raggiungere la quota del 13,76%, ottenendo 3.425 voti. Abbastanza deludente la prestazione di Schiavone, che con 561 voti non supera lo sbarramento del 3% con la sua lista, fermatasi all'1,59%.
Voto disgiunto
Il voto disgiunto ha premiato sopratutto Vito Bianchi, che ha quasi raddoppiato i voti della lista che lo sosteneva, prendendo ben 1.698 preferenze in più . Anche Elio Schiavone ha potuto beneficiare di questo sistema, ottenendo 176 voti in più rispetto all'Italia dei Valori.
I due candidati sindaco delle due coalizioni non hanno fornito, invece, nessun valore aggiunto. Lello Di Bari ha conseguito 273 voti in meno rispetto alla sua coalizione, invece cinque anni fa ne aveva raccolti 426 in meno. Di Bari diminuisce anche la differenza di percentuali con la sua coalizione: nel 2007 prese il 3% in meno, quest'anno il 2,59%, nonostante la coalizione di centrodestra sia cresciuta dello 0,54%, raggiungendo il 49,09%. Stella Carparelli ha raccolto 874 voti in meno rispetto alla coalizione di centrosinistra, un dato ancor più sconfortante se rapportato agli 829 voti in più portati da Dino Musa nel 2007 alla stessa coalizione. Cinque anni fa Dino Musa raggiunse il 2,2% in più rispetto alla sua coalizione, quest'anno Stella Carparelli ha conseguito, invece, il 4,68% in meno della coalizione di centrosinistra, che è aumentata del 6,8%, ottenendo il 42,15%.
Elettorato
Il centrodestra ha retto benissimo al “colpo” dell'Udc, passato al centrosinistra. Cinque anni fa l'elettorato di centrodestra raggiungeva il 55,29%, contando, oltre alla coalizione di centrodestra, l'elettorato di Democrazia Cristiana, Democrazia Cristiana per le Autonomie e Nuovo Psi. Togliendo i voti dell'Udc diventa il 46,92% la percentuale conseguita dalle forze destrorse. Oggi questo elettorato è persino cresciuto del 2,17%, arrivando al 49,09%, nonostante abbia perso i 2.111 voti ottenuti nel 2007 dall'Udc. Quindi il calo apparente dal 55,29% al 49,09% non c'è stato, perché è avvenuto semplicemente uno spostamento di una forza politica centrista verso il centrosinistra.
Un cambio di alleanza che probabilmente non ha convinto del tutto il suo elettorato o quello di Impegno Democratico, la lista civica creata da Giuseppe Pace, consigliere provinciale dell'Udc. Sommando i voti presi da queste due liste si sarebbe potuto raggiungere l'11,36% delle preferenze, ma ci si è fermati al 9,09%. L'elettorato più moderato sembra non aver gradito la scelta di passare al centrosinistra, così si potrebbe spiegare il calo del 2,27%.
La lista “La Faccia”, creata da Elio Schiavone, cinque anni fa prese 755 voti e l'Idv, nella coalizione di centrosinistra, 234, ma il partito di Di Pietro quest'anno non è riuscito a catturare la maggior parte dei voti di quel movimento di protesta che nel 2007 si era avvicinato alla possibilità di prendere un consigliere, fermandosi al 1,59%, rispetto a un potenziale di 3,92%.
L'elettorato di centrosinistra è quello che ha subito la flessione maggiore. Cinque anni fa la coalizione di centrosinistra e l' “Italia di Mezzo ” ottennero il 38,71% delle preferenze. Quest'anno la coalizione del centrosinistra ha raccolto il 42,15% delle preferenze. Se si tolgono i voti dell'Udc e si aggiungono quelli ottenuti dall'Italia dei Valori si scopre che il centrosinistra in questi cinque anni ha perso 1402 voti: è passato dal 38,71% al 34,65%! L'accordo con l'Udc ha portato un aumento di 792 voti e del 5.03% alla coalizione di centrosinistra, ma ha provocato anche una perdita di parte del suo elettorato, che ha deciso di astenersi o di sostenere Vito Bianchi e il movimento “In Comune”. I dati dimostrano che questa lista, nata meno di un anno fa, ha intercettato in gran parte i voti dei delusi del centrosinistra e delle forze moderate, raggiungendo il considerevole traguardo di 1727 voti.
I partiti
In cinque anni lo scenario dei partiti si è completamento rinnovato. Rispetto a cinque anni fa l'unico partito sopravvissuto è l'Italia dei Valori. L'Udc (Unione dei Democratici Cristiani e di Centro) è entrata a far parte dell'Unione di Centro insieme ad altri piccoli partiti, ma ha comunque un ruolo predominante all'interno di questo nuovo partito.
Centrodestra. La nascita del Pdl ha profondamente cambiato la coalizione del centrodestra. Quest'anno fra le quattro liste, c'erano solo due partiti: il Pdl e Futuro e Libertà. Il primo ha fatto una scelta, cioè aggiungere due liste di movimenti nazionali collegati al partito: “Circoli nuova Italia” e “Cristiano Riformisti”. Quindi, ai 6.109 voti presi dal partito, bisogna aggiungere i voti raccolti da queste due liste e si raggiungono i 10.302 voti, pari al 42,68%. Sommando i voti presi cinque anni fa dalle forze politiche confluite nel Pdl (FI, AN, Democrazia Cristiana per le Autonomie, Democrazia Cristiana, Nuovo Psi) si nota che sono stati persi 880 voti (-1,62%). “Futuro e Libertà” è nato solo nel 2011, quindi il suo risultato elettorale (4,48%), non può essere confrontato con nessuna precedente tornata elettorale. La lista civica collegata al sindaco Di Bari, “Giovani per Fasano”(1,61%), ha preso 199 voti in meno rispetto alla lista “Disponibilità e Concretezza”, che nel 2007 riuscì anche a portare in Consiglio Comunale un suo candidato ( erano 30 i posti disponibili per i consiglieri e non 24, come quest'anno).
Centrosinistra. Il Pd ha subito un crollo che ha quasi dell'incredibile. I partiti che ora fanno parte del Partito Democratico, quindi Ds, Margherita, Sdi e Italia di Mezzo, cinque anni fa raccolsero il 24,64%, cioè 6.215 voti, invece in questa tornata elettorale il Pd ha perso metà del suo possibile elettorato, raggiungendo la cifra di 3.098 voti, il 12, 83%. Non è riuscito nemmeno a sfruttare il clamoroso risultato delle regionali del 2010, quando, spinto dalla candidatura a consigliere regionale di Fabiano Amati, ottenne 7.784 voti, il 38,33%. Resta comunque la prima forza del centrosinistra, seguita dall'Udc, che ha raggiunto il 9,09% con 2.194 voti, aumentando di 83 voti (+0,73%) il risultato di cinque anni fa. La lista civica “Fasano Democratica” nel 2007 riuscì a ottenere 1512 voti (5,99%), quest'anno invece non è riuscita nemmeno a creare una sua propria lista e ha dovuto allearsi con il movimento “Noi Centro”, creato da Massimo Ferrarese, presidente della Provincia di Brindisi, e collegato all'Udc. La conseguenza di questa scelta è stata che i nove candidati consiglieri di Fasano Democratica hanno intercettato 588 voti, perdendo quasi due terzi del loro elettorato. L'altra lista civica della coalizione, “Fasano Cambia Colore”, ha invece ottenuto un ottimo risultato: 2.165 voti (8,97%).
“Sinistra e Libertà” cinque anni non esisteva e la sua prestazione, 806 voti (3,33%), può considerarsi discreta se rapportata alle regionali del 2010, quando raccolse 763 voti (3,81%), abbastanza deludente se invece si considera che alle europee del 2009 avevano ottenuto 1.512 voti (7,87%).
“Alleanza per l'Italia” è stato fondato nel 2009, ma a Fasano questo partito è stato creato solo da qualche mese ed è comunque riuscito a prendere 915 voti (3,79%), 109 voti in più di “Sinistra e Libertà”.
Sorride l'Italia dei Valori, che ha notevolmente aumentato il suo bacino elettorale, passando in cinque anni da 234 voti (0,93%) a 385 (1,5%).
Ballottaggio
L'ago della bilancia di questo ballottaggio sono certamente i 3.425 elettori che hanno votato al primo turno Vito Bianchi. Possono spostare gli equilibri e Bianchi sembra orientato a non fare nessun apparentamento, quindi è difficile prevedere il loro comportamento. Sono appetibili anche i 561 voti di Schiavone e vedremo se ci sarà un probabile apparentamento fra l'ingegnere e Stella Carparelli.
Non sono queste le uniche incognite del secondo turno. Determinante potrebbe essere anche l'astensionismo: nel 2007 non si presentarono al ballottaggio 2827 elettori che nel primo turno avevano fatto timbrare la tessera elettorale, facendo scendere l'affluenza dal 79,22% al 70,96%, ben l'8,33% in meno. Cinque anni fa Dino Musa, nonostante l'apparentamento con Franco Mastro e Antonio Clarizio, non riuscì a prendere nemmeno i voti presi da Di Bari al primo turno. Musa si fermò a 10.574 voti, il 44.81%, aumentando di soli 827 voti il suo bacino elettorale, invece Di Bari, che al primo turno aveva preso 11.824 voti, aumentò la sua percentuale fino a raggiungere il 55,19%( 13.025 voti), con un aumento del 9,64% e di 1.201 preferenze, anche grazie all'apparentamento con Flavio Fanigliulo.
Pare evidente che l'astensionismo del secondo turno, storicamente caratteristica dell'elettorato di centrodestra, in quella occasione penalizzò il candidato del centrosinistra.
Anche in questa tornata elettorale l'astensionismo potrebbe giocare un ruolo decisivo e, nonostante sia difficile recuperare il 9,03%, potrebbe aiutare la rincorsa di Stella Carparelli o riconfermare Lello Di Bari alla guida del paese.
di Paolo Pinto
13/05/2012 alle 07:37:22
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