Appello di Cesa: tuteliamo i giovani

FASANO - Obiettivo principale: rimettere al centro della politica i giovani.

Questa la posizione espressa da Lorenzo Cesa (Segretario nazionale Udc), nel corso di un incontro-dibattito, svoltosi questa mattina (4 maggio), presso il locale Centro Giovani.

Per l'occasione presenti, anche, Massimo Ferrarese (Presidente della Provincia di Brindisi), Angelo Sanza (Segretario regionale Udc), Ciro Argese (Segretario provinciale Udc), e la candidata sindaco Carparelli.

<<La scelta di organizzare questo incontro nel locale Centro Giovani, l'unico presente sul nostro territorio, - sottolinea la Carparelli - non è stata casuale, bensì simbolica, poichè è proprio di giovani che stiamo discutendo>>.

Difatti, lo stesso Lorenzo Cesa, dopo aver fatto un breve accenno all'altissimo numero di giovani costretti, ogni anno, per mancanza di sbocchi occupazionali, ad abbandonare il Sud Italia, ha focalizzato l'attenzione sulle eventuali ipotesi risolutive al problema.

Tra queste, ad esempio, il sostegno alle imprese, fortemente considerato nel programma nazionale dell'Udc. Ad oggi, infatti, esistono ben 82 sistemi di sostegno all'imprenditoria che, secondo l'Udc, andrebbero ridotti ad un paio, per consentirne maggiore divulgazione e un utilizzo più specifico.

In termini di politica nazionale, il segretario Cesa ha, anche, analizzato la scelta del governo Berlusconi di unire in un unico partito comunisti, democristiani, ecc, da una parte, forzisti e finiani dall'altra.

<<Questo non è servito assolutamente a nessuno - ha dichiarato Cesa -. Anzi. Il nostro obiettivo è quello di creare un nuovo sistema bipolare, ma stavolta buono, improntato al dialogo, e non rissoso come quello attuale>>.

Nuova anche la legge elettorale che l'Udc si propone di far approvare, in modo che i cittadini riottengano il diritto di scegliere l'eletto, e non per imposizioni di partito.

Infine, il segretario, ha ribadito l'appoggio al governo Monti. <<Ricordiamoci che, a novembre, l'Italia era davvero ad un passo dal toccare il fondo, come la Grecia, ed è solo grazie al governo in carica se questo non è accaduto. E non è certo colpa sua - ha concluso Cesa - se riforme impopolari come quelle delle pensioni e delle liberalizzazioni non sono state approvate, 16 anni fa, quando se ne iniziava a sentire l'esigenza>>.