SANITà ALLO SBANDO
Il consiglio comunale di Fasano chiede il ritiro della delibera ammazza-ospedale
Se il direttore generale dell'Asl Ciannamea non tornerà sui suoi passi si passerà alla fase due: occupazione dell'ospedale o ordinanza sindacale
FASANO – Una richiesta alla Asl di Brindisi e all'assessorato regionale alla sanità di revocare la delibera 1258. Questo ha partorito il consiglio comunale monotematico e straordinario svoltosi ieri (martedì 16 luglio) a Fasano sulla questione ospedale. Una seduta che si preannunciava per certi versi storica dati i tanti inviti che erano stati distribuiti ad alte cariche politiche e dirigenziali della stessa Asl ma che alla fine ha visto la sola presenza dei consiglieri regionali Fabiano Amati, Euprepio Curto, Maurizio Friolo e Ignazio Zullo oltre al sindaco di Cisternino Donato Baccaro. Presenti anche tanti cittadini che hanno voluto testimoniare, con la semplice loro presenza, l'attenzione che la città ha verso la questione. Assenti i parlamentari, i sindacati e soprattutto il direttore generale dell'Asl Paola Ciannamea. La seduta è stata aperta dal presidente del consiglio Gianluca Cisternino che ha letto una nota dell'assessore regionale Leo Caroli che giustificava la sua assenza oltre a quella dell'Ordine dei medici della Provincia di Brindisi.
Il primo intervento è stato quello del sindaco Lello Di Bari. «Agli inizi di giugno avevamo avuto un incontro con la Ciannamea che aveva promesso che eventuali interventi sugli ospedali sarebbero stati concordati con i sindaci delle relative città – ha esordito il primo cittadino -. Invece poi ci siamo ritrovati la delibera già bella e pronta. A questo punto viene a mancare il rapporto di fiducia e mi svesto dal doppio ruolo di operatore sanitario e politico per vestire solo quelli di sindaco di una città che è stata presa in giro. Ora lotteremo con tutte le forze affinché la delibera stessa venga ritirata e l'ospedale di Fasano resti così com'è fino a quando non nascerà il nuovo ospedale».
Poi è stato dato spazio agli ospiti. «Dal livello dell'assistenza sanitaria si misura il livello della civiltà di un popolo – ha esordito Curto -. Probabilmente qualche iniziativa da Fasano doveva partire già da prima. La delibera dell'Asl non è un momento di partenza ma conclusivo. Fasano rappresenta non solo il Comune più grande della provincia ma, per la sua immagine e le sue caratteristiche, è il più importante perciò dovrebbe avere un suo ospedale. Senza mercanteggiare. Un territorio ad alta vocazione turistica come questo non può non avere un supporto sanitario adeguato. Il problema è politico. Questa è la sanità che vuole l'attuale governo regionale. La Ciannamea è lo strumento che mette in atto le scelte politiche regionali. Le responsabilità sono anche nazionali in quanto non si possono equiparare le regioni. I criteri che vanno bene per la Valle d'Aosta non possono andar bene per la Puglia. Si blocchi la delibera della Asl e si faccia chiarezza sul nuovo ospedale Brindisi nord. Questo è un tema che bisogna affrontare non solo dal punto di vista burocratico ma anche politico e quindi invito il sindaco Lello Di Bari a farsi sentire in commissione sanità».
Tra gli interventi più attesi quello del consigliere regionale Fabiano Amati che punta immediatamente il dito contro il direttore generale dell'Asl Paola Ciannamea. «E' inaudito che non si sia presentata senza inviare neppure una giustificazione – sottolinea Amati - L'invito a partecipare proveniva da un consiglio comunale che voleva discutere di tematiche relative alla sanità e non da un condominio. Questo significa che il direttore generale ha voluto allontanarsi da una questione sollevata da una città e di conseguenza fa allontanare i cittadini aprendo gli scenari a iniziative più risolute dove, in assenza di confronto, i cittadini stessi avranno ragione. La delibera della Asl, poi, è priva di motivazioni. Alla fine degli atti amministrativi la metterebbero negli sgabuzzini perché, come dicevo, non ha motivazioni funzionali e professionali. Anzi, se qualcuno la legge non si capisce cosa si vuol fare. Ci sono vari modi per reagire dal punto di vista amministrativo. Quello più serio è che, qualora dovesse concludersi questo iter, non si chiude con la delibera della Asl. C'è bisogno di un'approvazione dell'assessorato regionale alla Sanità. E poi Fasano non si è detta mai contraria alla riforma sanitaria. Si è detta disponibile alla nascita di una nuova struttura ospedaliera ma abbiamo aggiunto che nel frattempo nessuno tocchi l'ostaggio ospedale di Fasano. Su un'unica cosa non ho dubbi: qualsiasi servizio dovesse essere portato via da Fasano la mia abitazione la allocherò all'ospedale di Fasano, 24 ore su 24».
Amati, oltre all'occupazione del nosocomio fasanese, ha esortato anche il sindaco Di Bari, qualora ce ne fosse bisogno, ad emanare un'ordinanza sindacale che vieti l'attuazione della delibera dell'Asl. Il dibattito è continuato con la serie di interventi di diversi consiglieri comunali e alla fine è stata bocciata la mozione urgente del capogruppo consiliare Vito Bianchi che proponeva l'occupazione dell'ospedale da parte dell'intero consiglio comunale e della Giunta mentre è stata approvata all'unanimità quella proposta dal sindaco Di Bari (concordata sempre con i consiglieri) in cui “si diffida la Asl dal proseguire sulla strada intrapresa con la delibera 1258 e si chiede alla direzione generale della Asl l'immediata revoca della delibera stessa e, in mancanza di ciò, si chiede alla Giunta Regionale di impartire alla direzione generale della Asl direttive finalizzate alla revoca della delibera 1258. In mancanza della revoca da parte della direzione generale della Asl il consiglio comunale e la giunta municipale presiederanno permanentemente il presidio ospedaliero di Fasano”. Di Bari potrebbe anche seguire eventualmente il consiglio di Amati circa una sua ordinanza blocca-delibera.
Dicevamo degli interventi dei vari consiglieri comunali. Di seguito riportiamo stralci di alcuni di questi.
Vito Bianchi (capogruppo consiliare movimento “in Comune”): «Mi auguro con tutto il cuore, soprattutto per la cittadinanza fasanese, per i nostri figli e per i nostri anziani, che non sia ormai troppo tardi. Che la convocazione di questo consiglio comunale monotematico non sia giunta in ritardo di almeno due anni, rispetto a quanto avrebbe dovuto esser fatto. In questi due anni, purtroppo, sulla questione-ospedale, i Fasanesi hanno dovuto registrare il fallimento della classe politica cui avevano affidato le speranze di non perdere una delle istituzioni più antiche e operative del nostro territorio. E' mancata una reale volontà di tutelare e valorizzare il nostro presidio ospedaliero, e non è stata esercitata quella necessaria azione politica che avrebbe potuto evitare il progressivo smembramento dei gloriosi reparti dell'“Umberto I”. Eppure, alcuni dei nostri rappresentanti istituzionali, considerato il doppio ruolo di dottori e di politici, certo avevano contezza della situazione, proprio mentre si trascurava di far valere, a livello di politica regionale, le ragioni di una comunità che sfiora i 40.000 abitanti: sebbene, mi pare che Fasano sia stata più che generosa con Nichi Vendola, sia durante il ballottaggio delle primarie con Boccia, sia nelle elezioni che ne hanno sancito la riconferma alla presidenza della Regione. Sul piano politico si è giocato molto, in questi ultimi due anni, sulla pelle e sulla buona fede dei cittadini. Nord-Sud-Ovest-Est: ci si è quasi trastullati, politicamente, cercando di tirare a campare col gioco dei quattro cantoni, riguardo alla dislocazione di poli ospedalieri futuribili, favolosi nelle intenzioni e, però, ancora tutti da cantierizzare, chissà quando e chissà dove: ospedali che è quindi giusto definire da favola, per l'appunto. Ma mentre ci venivano raccontate favole per tenere a bada i malumori della cittadinanza, progressivamente e inesorabilmente si procedeva allo smantellamento dell'ospedale fasanese. Altrove, invece, si prendevano immediatamente le contromisure: a Ostuni, per esempio, giusto un anno fa il sindaco denunciava l'interruzione di pubblico servizio di fronte alla ventilata ipotesi di chiudere il reparto ospedaliero di Ostetricia. Mentre il consigliere regionale del Pd, Epifani, quasi non c'è giorno che non faccia sentire la sua presenza presso la direzione generale dell'Asl di Brindisi, perorando ovviamente la causa di Ostuni. L'inerzia dei nostri politici di riferimento e, viceversa, l'attivismo dei politici ostunesi, hanno provocato il disastro per Fasano: per cui, il fallimento della nostra classe politica è coinciso con la cinica induzione al fallimento del nostro ospedale. In questa incresciosa e ipocrita vicenda, il ruolo di curatrice fallimentare è stato ed è tuttora rivestito dalla dott. Ciannamea: è lei che decide, è lei che taglia di qua e che conserva o potenzia reparti di là. Ma bisogna chiedersi: da dove derivano le sue scelte? In base a quale logica di piano sanitario tali scelte vengono effettuate? E quale dignità di persona, quale diritto alla salute potranno mai avere i pazienti fasanesi se continueranno ad essere deprivati dei più elementari servizi ospedalieri? Si rende conto, la dott. Ciannamea, di come è fatto il nosocomio di Ostuni e di come invece è fatto il nosocomio di Fasano? Da un lato abbiamo un ospedale, quale è quello ostunese, pressoché fatiscente, dove le infezioni nel reparto di Ostetricia sono in considerevole aumento, dove le varie unità di Ortopedia, Chirurgia e tutti gli altri reparti appaiono assolutamente inidonei, dove sono aumentate le epatiti post-chirurgiche, dove le puerpere vengono ammassate a sei per stanza con un unico bagno nel corridoio; dall'altro abbiamo un ospedale, come quello di Fasano, in linea con gli standard igienico-sanitari, con stanze nuove e funzionali, col giusto rapporto fra spazi e pazienti, con sale operatorie moderne e medici che certamente non sono da meno rispetto ai colleghi ostunesi: ma allora, in base a quali criteri, in base a quali perverse dinamiche politiche viene privilegiata Ostuni rispetto a Fasano? E' chiaro che dietro le scelte della dott. Ciannamea, oltre all'ombra perenne dell'ineffabile e tenace Epifani (onore al merito), esiste un mandante, che è la Regione Puglia. E allora mi chiedo, come cittadino fasanese, se ci sia ancora uno spiraglio politico per salvare l'ospedale di Fasano e, magari, per riorganizzarlo, secondo criteri moderni e anche economici. Tutelare la salute significa tutelare la città. E allora, innanzitutto, cerchiamo di tenerci ben stretto ciò che già esiste e funziona adeguatamente all'ospedale di Fasano: ma non per farlo sopravvivere, bensì per far girare ancor meglio la struttura, per articolarne proficuamente le componenti. Si devono quindi rafforzare, sicuramente, i reparti di Medicina e Pediatria, e bisogna smetterla coi trasferimenti di personale medico e paramedico a Ostuni. Va salvaguardato il Pronto Soccorso e va fatto in modo che il laboratorio di Analisi possa contare su un'efficienza e una presenza costante e non saltuaria del personale medico. La Diagnostica va subito attivata con la messa in funzione della Tac. Per la nostra dignità di cittadini, l'ospedale di Fasano non può morire in favore di Ostuni. E l'ospedale ostunese non può essere il riferimento del nord-brindisino, se dal punto di vista igienico-sanitario e anche dal punto di vista della locazione (considerata la difficoltà con cui è raggiungibile, mentre l'ospedale di Fasano è molto più prossimo alle arterie statali) non presenta valori aggiunti, a parte una Tac (e in questo senso sottolineo di nuovo come sia fondamentale l'immediata attivazione della Tac di Fasano). E noi, cittadini fasanesi, non possiamo più restare fermi dinanzi alla spoliazione sistematica, dinanzi al saccheggio di risorse umane e materiali che si sta compiendo ai danni della nostra comunità con la chiusura del nostro ospedale. Qualcuno ha detto che ha già pronto il pigiama, per iniziare l'occupazione fisica dell'ospedale. Ma credo che si sia dormito fin troppo, soprattutto da parte di coloro che avrebbero dovuto difendere questo bene della nostra città: per cui, piuttosto di indossare un pigiama, sarebbe il caso di vestire una tuta mimetica e alzare le barricate, tutti insieme, a prescindere da ciò che è stato o non è stato fatto finora. E' il momento di unirsi, adesso, e non di dividersi per ripicche politiche, al di là di schieramenti, maggioranze o opposizioni. L'ospedale di Fasano è un bene che non conosce colore, un bene di tutti».
Luana Amati (Partito Democratico): «In attesa delle soluzioni previste (Ospedale di Eccellenza) l'Ospedale non si tocca perché ha i requisiti strutturali (colpevolmente non riconosciuti) e può offrire un'adeguata assistenza al territorio solo con un migliore utilizzo ed una migliore integrazione della dotazione delle risorse umane e tecnologiche. E' vero che la Politica ha le sue responsabilità insieme alle Istituzioni ma sotto questo aspetto voglio ricordare che le decisioni di questi organi non hanno previsto la chiusura dell'Ospedale di Fasano. Non vedo perché debba farlo l'Azienda che invece deve limitarsi ad attuarle. Sembra di assistere negli ultimi mesi a prove di forza fra i vari rappresentanti istituzionali dei cittadini condite da un sottile atteggiamento degno del peggior bullismo che non possiamo permettere né come cittadini né come rappresentanti delle istituzioni e se dovessimo scoprire che l'Amministrazione dell'Asl è condizionata da tali fatti non esiteremo a denunciarlo. E' da almeno un anno che da questi banchi dell'opposizione sia con interrogazioni sia con comunicati stampa si levava un grido d'allarme per quanto si stava perpetrando ai danni della comunità. Non dovrei essere io a ricordare la storia dell'Ospedale di Fasano e del suo scientifico e lento svuotamento considerata la presenza di molti consiglieri presenti nel tempo, ma, essendo stata impegnata almeno fin dal 2002 (all'epoca del tristemente famoso “Piano Fitto”) nella difesa del nostro Ospedale, sia mediante una partecipazione attiva al Comitato sorto a tal fine sia per la mia semplice militanza nel partito che strenuamente difendeva le ragioni dell'Umberto I ritengo doveroso, atteso il mio attuale ruolo istituzionale, dare il mio contributo affinché la verità storica non vada persa e soprattutto perché la nostra protesta non appaia strumentale ma sia presa nella giusta considerazione con gli opportuni provvedimenti conseguenti. I cittadini di Fasano, persone lungimiranti e raziocinanti, nel mentre si svolgevano guerre campanilistiche in ogni dove, hanno capito che vi era uno stravolgimento a livello nazionale sulla organizzazione della Sanità volendo puntare lo Stato su una sanità più sicura istituendo in luogo di piccoli Ospedali strutture di Eccellenza che, diminuendo i costi meglio potevano soddisfare i bisogni sanitari dei cittadini ed è per questo e solo per questo che, invece di aggrovigliarsi su questioni campanilistiche e sul loro amato Ospedale hanno condiviso l'idea della costruzione del nuovo Ospedale portata avanti dal Partito Democratico. Il tutto in una logica di miglioramento della prestazione sanitaria anche a discapito della “comodità”. Mi rivolgo alla Dott.ssa Ciannamea, alla quale, seppure ingiustificatamente assente, inviamo il nostro messaggio. Ebbene noi La invitiamo ad usare la sua sensibilità nell'applicazione delle regole già individuate, la invitiamo a visitare direttamente i reparti anziché leggere i fascicoli, forse potrà meglio accorgersi di quanto la struttura fasanese resta attualmente (e sia pure temporaneamente) la migliore soluzione per lo meno dal punto di vista degli standard di accoglienza! Noi questo le chiediamo e su questo da Lei vogliamo puntuale riscontro. Mi sento di lanciare come proposta la istituzione di un tavolo di lavoro che permetta un percorso pubblico e trasparente tra regione, Assessorato alla Sanità, Asl di Brindisi, Sindaci, Rappresentanze Sindacali, Operatori Sanitari ed Associazioni che si occupano di questi temi. Tutto ciò nello spirito di collaborazione per la risoluzione dei gravi problemi che ci sono e si potrebbero determinare con un vuoto assistenziale. Invito, pertanto, la Direzione Generale a rivedere quanto fatto cambiando l'impostazione che dovrà partire dai bisogni ed esorto la Dirigente a non permettere a nessuno di potersi sostituire o, meglio, di condizionare il proprio operato soprattutto quando va contro le direttive della politica. Anche perché se invece la logica da seguire è quella delle pressioni e non quella delle risposte ai bisogni della comunità nel rispetto delle regole non avrò difficoltà, nonostante non sia mio costume riguardo alle mie necessità, a stazionare anch'io davanti alla stanza dei bottoni nell'interesse della mia gente».
Enrico Digeronimo (Circoli Nuova Italia): « Come un malato terminale lentamente si sta spegnendo la vita dell'Ospedale di Fasano. Cito testualmente le parole dell'amico Pino Carbone segretario generale della Fials che con una nota del 29 giugno anticipava di fatto la delibera di riorganizzazione dell'Asl di Brindisi del 4 luglio scorso. E' inutile nasconderci, ormai dell'Ospedale di Fasano rimane ben poco anzi quasi niente, il comune più popoloso della provincia (semmai ancora esiste) è stato ancora una volta umiliato. Delibera dopo delibera sono stati soppressi molti reparti del nostro ospedale: ortopedia, chirurgia, ostetricia e da ottobre anche pneumologia, mentre molti altri reparti sono stati depotenziati , mi riferisco a medicina con 30 posti letto e pediatria con appena 12 posti letto a fronte di 70 ricoveri mensili. Se tre anni fa l'ospedale aveva 114 posti letto (che peraltro erano sempre pochi), oggi ne ha appena 42. Il laboratorio analisi non sarà più struttura semplice riducendosi a mera sala prelievi, mentre il Pronto Soccorso viene ridotto a semplice stazione di 118, proprio come i più piccoli comuni limitrofi. Allora mi chiedo quali sono i criteri adottati dalla dott.ssa Ciannamea ? Lei conosce il territorio brindisino, le sue distanze, le sua strutture? Sa quanto tempo ci vuole per raggiungere Francavilla? Meno di un anno fa il Comune di Fasano aveva avviato l'iter per l'ingresso della nostra città all'interno dell'Area Metropolitana di Bari, con ampio successo di consensi, iter bloccato con la caduta del governo. Personalmente non ero molto favorevole a questa scelta ritenendo che Fasano potesse avere più forza contrattuale in una realtà più piccola quale la provincia di Brindisi-Taranto, piuttosto che nell'area metropolitana. Non è così, ancora oggi Fasano viene continuamente bistrattata. Se, al momento, non siamo riusciti a lasciare la provincia di Brindisi, questo non significa che siamo costretti a rimanere all'interno del distretto sanitario di Brindisi. Poiché è in atto la realizzazione del nuovo polo ospedaliero tra Fasano e Monopoli, perché non anticipare i tempi, abbandonando immediatamente l'Asl di Brindisi che continua sempre più a maltrattarci. Allora oggi chiedo formalmente al Sindaco di avviare l'iter burocratico affinché lo stabilimento ospedaliero “Umberto I” venga scorporato dal presidio di Ostuni ed accorpato al presidio “San Giacomo” di Monopoli al fine di migliorare la qualità della vita e dei servizi ai cittadini fasanesi, ormai stanchi delle ripetute scorribande dell'ASL BR ai danni del nostro Ospedale e della nostra città».
Antonio Scianaro (capogruppo consiliare Circoli Nuova Italia): «Capisco che ogni Asl debba dotarsi di un modello organizzativo di ripo dipartimentale, ma questa città, con questo atto, viene definitivamente cancellata. Con i Circoli Nuova Italia già da anni abbiamo cominciato una lotta per salvaguardare il nostro plesso ospedaliero. Non dimentichiamoci le migliaia di firme raccolte ai nostri gazebo e letteralmente ignorate dalle istituzioni preposte. Ora però basta. Con il gruppo siamo pronti a tutte le forme di protesta che vadano nella direzione della tutela del nostro ospedale. Chiediamo la revoca della delibera e la ripredisposizione di uno schema di assetto organizzativo dipartimentale della rete ospedaliera territoriale della Asl che veda Fasano non priva di quanto riportato dalla delibera».
Tonio Zizzi (capogruppo consiliare Udc): «Come Udc siamo convinti che occorra mettere in atto tutte le iniziative tese a salvare l'ospedale di Fasano. Siamo giunti a un punto di non ritorno. Tutti i servizi sono stati depotenziati, molti reparti non ci saranno più. Questo, nei confronti di una città che sta puntando a una crescita turistica e che è il primo Comune della Provincia brindisina, non è ammissibile. Vogliamo che il sindaco, con un'ordinanza, impugni la delibera e che si lasci l'attuale stato delle cose. Successivamente, anche con la mobilitazione dei cittadini e di noi politici, occorre organizzare manifestazioni forti per evitare altri interventi sul nostro nosocomio. Fasano è sempre stata terra di tutti ma, tranne Fabiano Amati, non ha mai espresso suoi rappresentanti nelle sedi che contano a differenza di altre realtà decisamente più campanilistiche di noi. E' tempo che anche questo cambi. Riflettiamo sui nostri errori».
di Redazione
17/07/2013 alle 05:00:57
Galleria di immagini: Il consiglio comunale di Fasano chiede il ritiro della delibera ammazza-ospedale
Leggi anche:
Attualità
Cultura & Spettacolo
Tornano i concerti dell'Accademia dei Cameristi: I Quintetti di Franck e Dvořák
Taglio su misura + piega gloss a soli € 20
Eligio Parrucchieri ti invita a conoscere i suoi prodotti.
Stazione di servizio Q8 Cacucci
Carburanti e servizi
Efficienza e puntualità nei servizi e prodotti offerti alla clientela