TAVOLO DI CONFRONTO
Tavola rotonda dei Giovani Udc: la politica risponde, i cittadini no
Solo esponenti politici e ospiti all'iniziativa organizzata al Laboratorio Urbano che ha fornito comunque spunti interessanti in prospettiva futura
FASANO – Non ci sono tavole rotonde o considerazioni che tengano. I cittadini, ormai, della politica non vogliono saperne. Troppe parole, pochi fatti. E tante parole si sono sentite anche questa sera (mercoledì 12 giugno), al Laboratorio Urbano di Fasano, in occasione dell'incontro organizzato dai giovani dell'Udc sul tema “Politica e cittadini: quale futuro?”. Se dovessimo tener conto della risposta offerta dai cittadini, appunto, potremmo affermare senza ombra di smentita che questa politica non ha futuro. In sala pochi cittadini e se non fosse stata per la presenza di alcuni “forestieri” vicini all'Udc e altri esponenti politici ci sarebbe stato il deserto. Ma nonostante queste premesse e l'apparenza di un'iniziativa delle solite c'è da sottolineare come gli invitati a relazionare abbiano comunque offerto spunti interessanti. L'organizzatore, Pierfrancesco Palmariggi, ha valutato attentamente l'attuale momento della politica anche locale e ha messo a confronto esperienze diverse che si sono rivelate propositive. Il dibattito, moderato da Gino Bianco, ha visto la partecipazione di Giuseppe Angelini, Nicola Colonna, Checchino Laterrenia, Gianleo Moncalvo, Giuseppe Pace e dello stesso Palmariggi.
Ad aprire gli interventi è stato Pace. «E' necessario fare molto di più – ha sottolineato l'ex assessore provinciale -. Occorre un nuovo slancio che abbia come base il senso del dovere. I partiti devono tornare ad aprire la porta alla gente altrimenti la disaffezione continuerà e si inasprirà».
Dopo di che Palmariggi ha ribadito il concetto per cui ha fortemente voluto l'incontro. «Questa deve essere una seria riflessione senza bandiere politiche né fazioni – ha detto il giovane esponente Udc -. Parlando con alcuni amici che sottolineavano la vittoria del Pd e la sconfitta del Pdl agli ultimi ballottaggi ho spiegato loro che per me non si può parlare di vittoria davanti a un tale astensionismo. Hanno perso tutti, ha perso la politica. I giovani hanno bisogno di buoni esempi e fino a quando questi non ci saranno non avranno nessuna voglia di avvicinarsi alla politica».
Laterrenia, da vecchia volpe della politica quale è, ha portato il discorso sul generale. «E' la televisione che ha decretato la morte dei partiti – ha esordito l'ex consigliere comunale del Pd -. La campagna mediatica contro la politica è stata fatta ad arte. A furia di delegittimare i partiti si pensa che questi ultimi siano il male. La gente è stata fortemente condizionata. E molti si sono arricchiti sulla pelle dei cittadini. Avere una cultura politica, comunque, vuol dire avere diverse convinzioni». Laterrenia non ha mancato di lanciare anche un forte monito al suo partito. «Il Partito Democratico fasanese ha un senatore e un consigliere regionale ex assessore in carico – ha spiegato -. Eppure non ha una sede e un gruppo dirigente. E questi grandi rappresentanti non fanno niente a che la situazione cambi».
Il vicesindaco Gianleo Moncalvo, riprendendo proprio quest'ultimo passaggio di Laterrenia, ha spiegato come la situazione all'interno del Pdl sia leggermente diversa. «Noi “grandi” ci autotassiamo affinché la sede resti aperta – ha detto Moncalvo -. I nostri giovani sono molto attivi e si riuniscono ogni settimana e ci invitano spesso a parlare di politica. Da parte nostra quest'ultima la svolgiamo in seno all'amministrazione. Non sono d'accordo su chi pensa che questo non possa avvenire. Io, per esempio, mi ritrovo spesso a discutere proprio di politica con i cittadini. L'ho fatto anche questa mattina, ad esempio, dal mio barbiere, parlando dell'approvazione del bilancioin Giunta».
L'assessore all'urbanistica Giuseppe Angelini di politico ha ben poco. E' un tecnico prestato alla politica e lui ha confessato il perché. «Ho accettato questo incarico come una sfida, nonostante non fossi mai stato vicino alla politica – ha dichiarato -. Vorrei solo che si fosse più costruttivi. E' facile, dal di fuori, sottolineare le cose che non vanno ma non guasterebbe che alle critiche seguissero anche le proposte. Molti consiglieri, ad esempio, dovrebbero fare molta più vita politica. Io una mia idea sulla crisi affezionale dei cittadini verso la politica me la sono fatta. Non c'è stato un vero ricambio generazionale. Mancano classi dirigenti all'altezza così come mi lascia perplesso il governo dalle larghe intese».
Infine ecco l'intervento di Nicola Colonna. «La politica è conflitto e senza questo non ci può essere politica – ha spiegato -. Hanno sbattuto le ideologie fuori dalla porta. Questa è stata una costante degli ultimi 20 anni. Stessa fine hanno fatto i partiti. Ma si possono estromettere le ideologie? Bisogna invece riprendere le grandi correnti ideali della politica e ricostruirla. Se vanno via i partiti cosa resta? Diventerà uno scontro tra persone per la serie “togliti tu che devo mettermi io”. Un circolo vizioso che fa della politica un'attività al ribasso su cui si muovono persone dallo spessore sempre più basso. Con i partiti, invece, la gente si è riconosciuta nello Stato. Si è deciso di colpire partiti e ideologie solo per far passare le decisioni dalle mani di poche persone. Il rischio, serio, è che si possa avere un uomo solo al comando e questo è poco auspicabile».
di Alfonso Spagnulo
12/06/2013 alle 21:49:45
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