BOTTA E RISPOSTA
Il dirigente Virgilio difende l'operato dell'ufficio elettorale comunale
A contestarne la funzionalità era stato il candidato al consiglio comunale per il movimento civico "in Comune" Donato Vinci
Il dirigente Fernando Virgilio
FASANO – Donato Vinci, candidato al consiglio comunale con il movimento civico “in Comune” prende posizione sul funzionamento dell'Ufficio elettorale comunale in questa fase della campagna elettorale per il rinnovo proprio del Consiglio comunale e sull'attività deliberante dello stesso Ufficio ed ecco che prontamente arriva la risposta da Palazzo di Città. Il dirigente dei Servizi generali del Comune Fernando Virgilio, tenuto conto che l'Ufficio elettorale afferisce alla sua direzione, replica al candidato.
«Sono sorpreso per quanto pubblicato, in quanto le avventate dichiarazioni esprimono esclusivamente convinzioni personali di carattere pregiudizialmente polemico, prive di obiettivo fondamento – scrive Virgilio -. Nell'articolo si allude infatti sbrigativamente alla carenza funzionale delle deliberazioni del Comune, incapaci di esprimere legittimi orientamenti di indirizzo e vincolanti disposizioni di comportamento (peraltro confondendo gli obblighi derivanti dalla legge e le prescrizioni amministrative che, della legge, costituiscono attuazione concreta a mezzo delle deliberazioni), soffermandosi sull'incapacità colpevole dell'Ente, cui farebbe difetto la necessaria autorevolezza di comportamento. Sostiene con rammarico, il candidato in questione, che il Comune di Fasano sarebbe condizionato da una malevola volontà delinquenziale frutto dell'insipienza del proprio ruolo e della mancanza di determinazione nell'imporre il rispetto delle regole a tutti i competitori elettorali».
Virgilio non ci sta ad essere accusato ed ecco che passa al contrattacco. «Tali sprezzanti osservazioni son destituite di fondamento e credibilità ma non prive di lesiva virulenza verbale potenzialmente diffamatoria – prosegue il dirigente -. Ci si lamenta, infatti, a ben vedere dell'irrisolta problematica concernente l'incivile abitudine di occultare la propaganda elettorale altrui ovvero di debordare nell'utilizzo degli spazi assegnati ovvero di deteriorare le avverse affissioni di propaganda elettorale, ma si confonde il fenomeno contestato (le condotte sbagliate da punire) con la causa che lo determina (l'inciviltà personale), supponendo incautamente che tutto dipenda dalla mancanza di chiarezza degli atti amministrativi del comune. Ed invece gli atti amministrativi dell'Ente sono pienamente conformi alla legge, anche per il senso di correttezza e responsabilità professionale che caratterizza l'operato dei dipendenti che provvedono alla formulazione dei medesimi. Stupisce, pertanto, che un probabile futuro consigliere comunale si scagli in modo così frettolosamente denigratorio sull'immagine istituzionale dell'Ente, che pure aspira a governare, formulando gratuite supposizioni ed arbitrarie condanne di gruppo, essendo tali indebite asserzioni rimaste del tutto prive di un minimo riscontro probatorio. L'episodio occorso è tanto paradossale quanto censurabile proprio per l'immotivata attribuzione di intendimenti criminosi all'organizzazione burocratica dell'Ente. Certamente gli uffici e i servizi comunali, compreso e non escluso quello elettorale, presentano limiti di capacità, di operatività e di attitudine, ma sono del tutto estranei all'assunzione sistematica di comportamenti delinquenziali ovvero di logiche e principi altrimenti illeciti. Come del resto dimostra anche la circostanza che, ad un articolo deplorevole, il sottoscritto abbia comunque riservato un riscontro chiaro ed inevitabilmente determinato, ma anche cortese».
di Redazione
21/04/2012 alle 00:00:20
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