ELEZIONI COMUNALI 2012
Guerra dei manifesti: l'intervento di un candidato
La cattiva abitudine di non rispettare le regole nell'affissione dei manifesti è una delle problematiche mai risolte nelle campagne elettorali
Manifesti selvaggi
FASANO – In campagna elettorale scoppia anche la guerra dei manifesti. Incuranti degli appositi spazi molti “furbi” tentato di avere più visibilità occupando anche posti assegnati ad altri partiti o candidati. Ecco quindi che possono capitare situazioni come quelle rilevate da uno dei candidati al consiglio comunale, Donato Vinci del Movimento “in Comune”, che ha messo su carta un suo pensiero a proposito che volentieri proponiamo, di seguito, all'attenzione dei nostri lettori.
"Mi chiamo Donato Vinci e sono uno dei 308 candidati al consiglio comunale per le prossime elezioni amministrative. Qualche giorno fa, con un filo di orgoglio, ho scaricato dal sito del nostro Comune le delibere di giunta necessarie a provvedere alla disciplina e all'assegnazione degli spazi sui tabelloni. In pratica, mi sono sorbito un po' di pagine in burocratese per capire quanti manifesti dovevo stampare e quanti ne potevo affiggere per evitare di beccare una multa. Com'è noto, “ignorantia legis non excusat”, l'ignoranza della legge non scusa. Ahimè, però, leggendo i documenti ho subito notato qualche incongruenza di non poco conto (delibere di giunta comunale 78,82,83 del 5 aprile 2012), ma non essendo avvocato mi sono precipitato dagli addetti ai lavori per cercare lumi. Risultato: ne sono uscito ancora più confuso. Siccome la pazienza è la virtù dei forti e ogni tanto bisogna pure credere che il fesso sia tu, ho desistito dalla ricerca e alle 23:00 in punto, armato di mazza, scopa e colla, ho cominciato a perlustrare il territorio alla ricerca dei tabelloni perduti. Attaccati i manifesti negli spazi che ritenevo a me spettanti, sono tornato a casa per un incontro ravvicinato con il letto. Ho sognato manifesti che volavano, sorrisi di carta ammalianti e colla di pesce puzzolente. La mattina successiva il primo pensiero è stato quello di ammirare il lavoro compiuto. Così, prima di recarmi al lavoro, ho fatto un giro per ammirare le mie meravigliose gigantografie. Ma, sorpresa sorpresa, erano tutte sparite! Non potevo credere ai miei occhi, così, avvicinandomi ai tabelloni, mi sono accorto che i manifesti c'erano, ma sommersi da qualche decina di strati di altri miei “avversari”. A quel punto i santi del calendario, seppur numerosi, non sono stati sufficienti a quietare la mia ira.
Al diavolo l'ignoranza, al diavolo la pazienza, i forti e la virtù, qua me l'hanno fatta proprio sotto il naso. Corro in ufficio, riprendo i documenti, ricomincio a studiare e scopro che la Giunta Comunale ha emanato una delibera con decine di errori; rifletto sul fatto che chiunque voglia RISPETTARE la legge non può farlo perché è la stessa legge (delibere di giunta comunale 78,82,83 del 5 aprile 2012) a fallare nella logica e nella sostanza e soprattutto giungo alla conclusione che quando chi governa non può, non sa o non vuole farlo bene, vince chi delinque meglio. E siccome delinquente non lo sono e penso che difficilmente lo diventerò, sono perdente in partenza. Beh, vi dirò, aver sperimentato la sensazione di qualcuno che ti spalma la colla sulla faccia non è affatto piacevole, ma avere scoperto che a Fasano “il pesce puzza dalla testa” è stato ancora più deprimente".
di Redazione
20/04/2012 alle 00:26:56
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