ELEZIONI REGIONALI 2020
Antonio Scianaro a fianco di Fitto in un centrodestra unito
Il medico fasanese prova a riconquistare un posto in consiglio regionale che occupò per circa due anni e mezzo nella legislatura 2000-2015
Fasano – Antonio Scianaro torna a correre per essere eletto consigliere regionale, dove approdò a metà della legislatura 2000-2015 a seguito della elezione in parlamento di Pietro Iurlaro e la sopraggiunta incompatibilità di Marcello Rollo che lo precedeva nella graduatoria e nelle preferenze. Ricandidato cinque anni fa in Forza Italia, risultò il secondo degli eletti, dietro Maurizio Friolo, e non riuscì a conquistare il seggio in consiglio regionale, Ora ci riprova nella lista del candidato presidente Raffaele Fitto “La Puglia domani”: anche questa volta dovrà vedersela con Maurizio Friolo. Ma chi è Antonio Scianaro? «Classe 59, laurea in medicina nel 1985 e specializzazione in Microbiologia con lode presso l'università di Bari – racconta a Osservatorio Antonio Scianaro –. Dal 1987 dipendente ASL/BR, attualmente direttore dell'Unità Operativa di Patologia Clinica del San Giacomo di Monopoli. Sposato con Ezia Sgura, una figlia Erminia. Adoro il mare e nei miei ritagli di tempo lo vivo a 360°. Da molti anni la politica mi ha consentito di servire la mia comunità rappresentando i problemi dei cittadini dapprima come consigliere ed assessore comunale di maggioranza poi come consigliere provinciale, regionale e comunale di opposizione».
Come nasce questa sua candidatura e cosa rappresenta la lista “La Puglia domani” a sostegno di Raffaele Fitto?
«Ho scelto di candidarmi alla carica di consigliere regionale, al fianco dell'onorevole Raffaele Fitto nella lista “La Puglia domani” per un centrodestra unito e coeso. Questo ci consentirà di vincere le prossime elezioni ed apportare finalmente un radicale cambiamento di rotta che ci permetterà di riportare la nostra Puglia ad essere terra di opportunità e sviluppo».
Quali sono a suo giudizio le problematiche più urgenti da risolvere per la Regione Puglia?
«Per la grave emergenza economica acuita dagli effetti del Covid i temi dello sviluppo e dell'occupazione saranno ai primi posti della mia agenda politica.
Il mio pensiero va ai giovani i quali non hanno bisogno di assistenzialismo ma vogliono essere messi in condizioni di formarsi, di fare esperienza, di lavorare esprimendosi professionalmente al meglio delle loro potenzialità.
Mi batterò affinché non vengano sprecati i Fondi Europei per la costruzione di un programma di sviluppo credibile verso i nostri agricoltori, artigiani, commercianti, imprenditori e partite iva.
L'emergenza Covid ha mostrato tutte le falle della nostra sanità regionale. La verità è che si chiedono ancora sacrifici a chi è stato messo a dura prova dall'emergenza: ammalati che non hanno potuto curarsi e operatori sanitari che hanno dato l'anima facendo il loro dovere in condizioni estremamente difficili. La carenza di personale medico è un dato di fatto a tutti i livelli. La regione ha mostrato la sua totale inadeguatezza, che si evince anche dai caotici provvedimenti per i nuovi contagi in Puglia. È necessario monitorare costantemente il territorio, ed auspico un piano regionale di intervento a favore delle forze dell'ordine impegnate costantemente su più fronti, e linee guida adeguate all'emergenza in atto, con attività di prevenzione con lo scopo di aiutare le imprese piuttosto che limitarsi ad infliggere loro sanzioni».
Nel caso di sua elezione quali progetti intende promuovere per un ulteriore sviluppo della città di Fasano?
«Occorre intervenire sulla grave emergenza economica. Per quanto riguarda l'occupazione è necessario affrontare il dramma dei tanti capi famiglia senza lavoro, commercianti e ambulanti prossimi alla chiusura dell'attività, avvocati che operano a fatica in tribunali blindati, commercialisti allo sbando per le tante scadenze, liberi professionisti, confusi dai poco chiari adempimenti per linee guida molto generali. È necessario un confronto proficuo affinché la politica sia al loro fianco dopo che hanno affrontato uno dei momenti più difficili del secolo.
Il mio intento è di mettere al servizio del territorio esperienza e determinazione per ottenere risorse atte al recupero delle tradizioni e della nostra storia per garantire un futuro migliore. Per tale motivo mi batterò affinché la famiglia riacquisti un ruolo centrale nella società. Bisogna occuparsi dei più fragili promuovendo lo stanziamento di risorse per tutti i servizi, e dare a tutti i soggetti non autosufficienti una rete di protezione sociale.
Ricordando la recente escalation di furti in abitazioni in tutto il territorio fasanese è necessario che anche la politica intervenga a garantire maggiore sicurezza altrimenti la percezione di una costante minaccia avrà una ricaduta economica negativa sull'intera comunità».
Lei fino a qualche settimana fa era il leader locale della Lega di Matteo Salvini: faceva anche parte dell'esecutivo regionale del partito. Perché l'ho abbandonato?
«Io avevo sposato la visione che Salvini ha dell'Italia, un'Italia libera, burocraticamente più snella, un'Italia protetta, rispettata a livello internazionale. Purtroppo, la classe dirigente locale non si è mostrata in grado di portare avanti questo disegno, tanto che è arrivato un commissario esterno. Inoltre, a mio parere è mancata una politica di ascolto verso le istanze territoriali e una mancata salvaguardia e valorizzazione delle risorse umane. Io rimprovero a Salvini di non essere intervenuto personalmente nel momento in cui all'interno della Lega si è verificato un corto circuito. Se 108 militanti hanno sollevato un problema, fatti due domande!».
di Redazione
14/09/2020 alle 07:00:06
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