TORNATA REFERENDARIA
La netta sconfitta del Si a Fasano: le dichiarazioni di Latorre, Amati e Zaccaria
I tre big locali del Partito Democratico, schieratisi tutti a favore della riforma costituzionale, analizzano l'esito referendario
FASANO - Una sconfitta senza attenuanti. Da accettare. E'la dura legge dei numeri a parlare e a dire che anche a Fasano ha prevalso, e non di poco, il fronte del No nella tornata referendaria sulle riforme costituzionali. Eppure nella nostra città il Si era sostenuto dai big locali del Partito Democratico che commentano a caldo la sconfitta.
«Si apre una fase piena di interrogativi». E' questa la prima dichiarazione del senatore Nicola Latorre dopo aver sentito le parole del premier Matteo Renzi e soprattutto alla luce della sconfitta venuta fuori dalle urne. Il parlamentare fasanese, dopo aver votato a Fasano, si è immediatamente recato a Roma per seguire dalla sede del Partito Democratico lo svolgersi dello scrutinio. «Il risultato dice cose molto chiare – afferma Latorre -. La prima che continua a esserci nel nostro Paese una grande voglia di partecipazione che ci rassicura e soprattutto è la vera garanzia di tenuta della nostra democrazia. La seconda è che la proposta di riforma della Costituzione che abbiamo sottoposto al giudizio popolare è stata bocciata e questo significa che non siamo stati in grado di convincere la maggioranza degli italiani sulla bontà della proposta. Anche perché appare evidente come alla fine ha prevalso un voto più direttamente politico. Non a caso il voto conferma che i partiti sono riusciti sostanzialmente a orientare i propri elettori secondo le indicazioni ufficiali». Su quello che prospetta il futuro il senatore è chiaro. «Si apre ora una nuova fase piena di interrogativi. Per la soluzione della crisi di governo ora la parola passa al Quirinale mentre per il Partito Democratico la parola spetta ora al Congresso».
«Abbiamo perso e per questo si vada subito alle elezioni politiche». Non gira attorno alla questione il consigliere regionale Fabiano Amati alla luce del risultato referendario. Amati era uno dei pochi consiglieri regionali ad essersi schierato con il Si. «Quando si perde bisogna ammettere la sconfitta – sottolinea -. E' chiaro che dalle nostre parti non cambia nulla dal punto di vista politico e amministrativo dato che si votava per la Costituzione. E' stato decisamente un voto politico. La carta referendaria non c'entrava molto dato che i cambiamenti erano anche minimi. E di questo voto dobbiamo prendere atto ed è giusto, secondo me, andare al più presto alle elezioni politiche. Come ha detto Renzi vedremo con quale legge andare al voto. Dovranno essere i vincitori a fare la proposta». Amati non pensa assolutamente, poi, che la netta sconfitta del Si anche a Fasano, città in cui sia lo stesso consigliere regionale, che il sindaco Francesco Zaccaria e il senatore Nicola Latorre, erano fieri sponsor, sia un voto di sfiducia. «L'obiettivo era quello di far fuori Renzi e il fronte del No ci è riuscito – dice ancora l'avvocato fasanese -. Immagino ora cosa accadrà quando andremo a votare spero al più presto. Se chi ha votato Si confermerà la fiducia alla frangia del Pd che lo ha sostenuto si otterrà un 40% circa. Il che vuol dire che vinceremo nuovamente le elezioni a meno che contro di noi non ci sarà una coalizione composta dal Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Conservatori e Riformisti, la frangia del No del Partito Democratico, la sinistra di Vendola e Casa Pound. Se questi saranno uniti perderemo. Ma se questo non avverrà il Pd vincerà di nuovo le elezioni politiche. Ripeto: la cosa importante è che si vada al più presto alle elezioni politiche».
Infine toni moderati giungono anche dal sindaco Francesco Zaccaria. «Abbiamo vissuto una prova di straordinaria vitalità della nostra democrazia - dice il primo cittadino -, straordinaria perché abbiamo discusso delle regole del gioco democratico, e non avviene spesso: adesso torniamo a considerare che siamo prima di tutto fasanesi, e abbiamo tanto bisogno di affrontare tutti insieme i problemi della città. Più saremo uniti, prima li risolveremo».
di Redazione
05/12/2016 alle 05:45:02
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