INTERVISTA ESCLUSIVA
Donato De Carolis: 'In consiglio calpestate le regole'
L'ex sindaco, attualmente consigliere comunale del Partito Democratico, ne ha per tutti dopo aver lasciato polemicamente l'aula nell'ultimo consiglio comunale
Donato De Carolis durante il suo intervento
FASANO - Un gesto clamoroso: ha abbandonato l'aula consiliare durante il consiglio comunale di giovedì scorso per protesta non solo verso la maggioranza ma anche verso i suoi stessi colleghi di opposizione. Donato De Carolis è una figura di spicco della politica fasanese. Per otto anni è stato alla guida della città ed è tornato in assise dopo essere stato eletto nelle fila del Partito Democratico. Ma le cose non le manda certo a dire lo stesso De Carolis che spiega il perché del suo atto dimostrativo. «C'è una motivazione ben precisa al mio gesto – spiega. Quando dalla Repubblica italiana si passa ad un regime sudamericano bisogna fare qualcosa. L'altro giorno si è calpestato un diritto che il consigliere comunale ha per legge: quello di avere la documentazione a tempo debito e tutte. E invece abbiamo avuto documenti propedeutici all'approvazione del bilancio addirittura in aula. C'è stato un emendamento del sindaco presentato ore prima del consiglio e di cui noi eravamo all'oscuro. Un ravvedimento, comunque fuori dai regolamenti, dello stesso primo cittadino che in precedenza aveva distrutto le famiglie con inopinati aumenti».
De Carolis aveva chiesto un rinvio del consiglio comunale proprio per poter leggere per bene i documenti giunti in ritardo ma la maggioranza ha bocciato questa sua proposta facendolo andare su tutte le furie. «Hanno leso i miei diritti di consigliere comunale» continua De Carolis che ne ha anche per la sua stessa parte ovvero l'opposizione. Infatti mentre usciva dall'aula ha anche avuto un duro scambio di battute con il consigliere Giacomo Rosato. «Questo perché – dice ancora – ci si arroga il diritto di cambiare le regole del gioco. C'è chi ha voglia di protagonismo e di esposizione e non di servire la città. Per questo mi sono arrabbiato con i capigruppo di minoranza i quali ritengono di poter adeguarsi alla ragion di Stato banalizzando il ruolo stesso dell'opposizione. Il loro comportamento in conferenza di capigruppo non è stato ineccepibile».
A proposito della minoranza stessa l'ex sindaco socialista calca la mano. «L'opposizione secondo me scimmiotta la maggioranza – ribatte ancora De Carolis -. Sta facendo un lavoro di asseconda mento, una sorta di favoreggiamento del principe Di Bari. Ma lo stesso principe non è capace di nulla. Neppure di ringraziare la sponda politica. Qualche esponente di opposizione sta rappresentando se stesso e non la città. C'è un tentativo odioso di sembrare i primi della classe e questo infastidisce chi, come me, ritiene il ruolo del consigliere nobile soprattutto con il rispetto delle regole. Nel prossimo consiglio comunale, poi, chiederò che, all'apertura del mercato di novembre, se qualcuno dell'opposizione vuol passare dall'altra parte lo faccia subito anche se tutto questo “vogliamoci bene”, alla fine, non ha sortito nulla. La maggioranza va avanti spedita e la minoranza sembra spolverarne il monumento, Questa posizione a me non va bene».
De Carolis parla anche del suo gruppo, quello del Partito Democratico. «Non sono mai stato integrato in questo partito – continua -. Aspettavo i primi consigli comunali per rendermi indipendente anche perché le ragioni di questa mia scelta erano note e l'ultimo consiglio mi ha ulteriormente convinto. Non mi riconosco nel ruolo e nel comportamento di questa minoranza che non risponde alle richieste della città. Sono però convinto che quando l'inutilità verrà fuori e dopo i tanti schiaffoni che la maggioranza darà qualcuno dell'opposizione reagirà».
L'ex sindaco è anche molto infastidito dall'atteggiamento del sindaco. «La delega al bilancio è nelle sue mani – dice – ma, nonostante ciò, non è mai stato in aula durante la discussione. Questo camuffare i ruoli è un modo camaleontico di portare avanti la cosa pubblica. Non sono a casa loro. Sono alla guida di un'istituzione che deve essere rispettata».
Infine un giudizio sui nuovi assessori. «La giunta comunale è fatta da bravi ragazzi – sottolinea -. Qualcuno pensa di essere già arrivato, altri hanno voglia di imparare. Il problema è che gli assessori devono recitare il proprio ruolo. Invece, sempre a proposito del consiglio comunale, assistiamo alla latitanza dei dirigenti che non recepiscono le linee guida dalla politica e che sembrano un corpo separato di uno Stato che non c'è. E così gli assessori rischiano di andare raminghi per le loro stanze, di girare a vuoto, di alienarsi e di non rendere un buon servizio per la città. Li ritengo professionisti seri, immagine che potrebbero rovinare se reciteranno un ruolo di subordine».
di Alfonso Spagnulo
28/07/2012 alle 06:48:32
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