DECISIONI POLITICHE
Epurazione nel Partito Democratico a Fasano: espulsi Legrottaglie, Fanelli e Livrano
La Commissione provinciale di Garanzia li ha cancellati dall'anagrafe piddina in quanto hanno sostenuto liste alternative al Pd
FASANO - Anche tre fasanesi sono caduti sotto la scure della Commissione provinciale di Garanzia del Partito Democratico che ha esaminato i vari casi di sostegno o candidature in liste alternative al Pd e non autorizzate. A violare le norme dello statuto piddino e ad essere quindi cancellati dall'anagrafe degli iscritti del Pd brindisino sono stati Loredana Legrottaglie, Vittorio Fanelli e Sante Livrano. I motivi sono presto spiegati. I tre hanno sostenuto nell'ultima tornata elettorale il candidato sindaco Giacomo Rosato e non Francesco Zaccaria, espressione quest'ultimo del Pd. La Legrottaglie (già responsabile regionale della comunicazione del partito) e Fanelli (nella passata amministrazione eletto consigliere comunale proprio nel Pd) si sono candidati nella lista di Fasano Democratica mentre Livrano (facente parte della segreteria provinciale del Pd) non si era candidato assicurando comunque appoggio esterno. Sin dall'inizio della campagna elettorale sia Legrottaglie che Fanelli hanno abbandonato il Pd non condividendo il percorso iniziato dal partito che a Fasano ha nel senatore Nicola Latorre e nel consigliere regionale Fabiano Amati i suoi più famosi rappresentanti. Anche altri ex Pd come Checchino Laterrenia e Giuseppe Palazzo, che in passato avevano ricoperto ruoli dirigenziali, si erano schierati con Rosato ma non essendo tesserati da tempo non sono incappati nell'espulsione dal Pd. I risultati hanno dato loro torto e ora, al danno, anche la beffa.
«Quello della Commissione Provinciale di Garanzia è un atto dovuto – dichiara a proposito il segretario cittadino del Pd fasanese Pierfrancesco Palmariggi -: ha valutato i casi relativi agli iscritti del Partito Democratico che in queste elezioni amministrative hanno scelto di sostenere i nostri avversari o di candidarsi nelle liste avversarie ed ha applicato lo statuto che in merito è molto chiaro e puntuale. Abbiamo agito nel segno del rispetto delle regole». I diretti interessati reagiscono in modo differente. Fanelli, ad esempio, non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dal partito preferisce chiosare sull'argomento e attenderne gli sviluppi. Loredana Legrottaglie, invece, dice la sua sulla questione.
«Lasciare questo Pd è una scelta – dice -. Nessuna costrizione. Ma a Bari come a Roma leggano i risultati. Mi giunge notifica di espulsione dal Pd, avendo di fatto sostenuto alle elezioni comunali, un candidato diverso da quello indicato dal mio partito di appartenenza. Permettetemi dunque qualche riflessione. La prima passa dal dato acquisito al primo turno dai movimenti civici rispetto alle liste legate a formazioni politiche consolidate. Se la lista di Fasano Democratica risulta in assoluto la più votata tra quelle riconducibili al centrosinistra è (anche) per la presenza nella stessa, di democratici rappresentativi sul fronte locale (il capogruppo uscente, Fanelli appunto), e regionale (me). La lista del Pd invece, si ferma ad un misero 9%, ottenendo il suo minimo storico. Non gli sono bastati neppure gli innesti di politici provenienti da Udc e Forza Italia per salvare la faccia da un magro risultato. Premesso dunque che avevo provveduto per tempo a sospendermi da tutti gli incarichi di partito, e che nel nuovo assetto regionale appena insediatosi non ho accettato nessun incarico, penso che il Pd locale e provinciale, avrebbe dovuto interrogarsi sulle ragioni di una scelta anziché notificare una espulsione».
La Legrottaglie non potrà sedersi sui banchi del consiglio comunale fasanese in quanto Fasano Democratica è riuscita ad esprimere un solo consiglieri d'opposizione ma non per questo risparmia critiche al suo ex partito, «Pur ritenendomi già distante dal partito per ragioni evidenti – continua l'ex piddina -, penso comunque che chi ci perda è il Pd stesso. Lo straordinario consenso elettorale ricevuto non può intendersi come una sconfitta. Preserverò i miei valori democratici dalle sterili strategie e continuerò il mio impegno politico nelle fila di Fasano Democratica. Dunque serenità. La mia è una scelta sofferta ma convinta. Questo Pd ha tanto da recuperare, e non solo in termini di risorse umane, ma anche e soprattutto in termini di credibilità. Un abbraccio vero e sincero a Michele Emiliano, il mio Presidente, e a Marco Lacarra, a cui auguro comunque buon lavoro».
Sante Livrano ha affidato a Facebook il suo pensiero. «Ho appena appreso di essere stato espulso dal Pd, su richiesta del circolo di Fasano e del segretario di circolo - si legge nel post -. Questo è il Pd che lascia decidere pochi, che invece di capire il perché dei malumori interni espelle le persone che la pensano in modo diverso e che perderanno definitivamente. Invece di risolvere e ricompattare,si decide di cacciare e ricorrere a tutti i mezzi possibili, vedi aiuto del centrodestra, per vincere le amministrative. Detto ciò, non capisco i tempi di questo provvedimento, visto che le candidature dei miei compagni Vittorio Fanelli e Loredana Legrottaglie erano note già da marzo. Forse nel caso di sconfitta del Pd, sarebbero state utili? Ci avrebbero cacciati comunque?».
di Redazione
02/07/2016 alle 05:42:31
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