ANALISI VOTO
Fabiano Amati: 'Zaccaria sarà una buona guida: è la vittoria di un percorso e del cambiamento'
Con il consigliere regionale analizziamo il voto del ballottaggio che ha portato il centrosinistra alla guida della città dopo diversi anni
FASANO - Fabiano Amati è stato tra i primi ad abbracciare Francesco Zaccaria alla notizia della vittoria. Il comitato elettorale del neo sindaco di Fasano, tra l'altro, era sito negli stessi locali in cui anche Amati aveva predisposto il suo alle ultime regionali. Evidentemente anche la location porta bene. Ma il consigliere regionale fasanese, battute a parte, ha avuto un ruolo determinante nella vittoria di Zaccaria. Si è speso in lungo e in largo sul territorio, ha tenuto decine di comizi, ci ha messo la faccia insomma. E a lui che chiediamo quindi un'analisi del voto.
Amati, Fasano, dopo, tredici anni sarà governata nuovamente dal centrosinistra. Quali i fattori che hanno contribuito al successo?
«Innanzitutto una coalizione di cambiamento responsabile. Senza avventure, con un forte radicamento con la città realizzato attraverso la costruzione di una coalizione, le primarie, la presentazione delle liste. Tutti ingredienti che di fatto hanno messo su la costruzione di un'idea, la coltivazione di una speranza e una classe dirigente che generalmente nuova. Poi c'è chi parla di vittoria grazie ai voti del centrodestra. Io non conosco i flussi ma penso anch'io che molti elettori di Di Bari, interpretando il gesto degli ex consiglieri di maggioranza come un tradimento, abbiano optato per votare Zaccaria. Però vorrei far notare una cosa: Rosato al primo turno ha preso sei punti in meno delle sue liste, Zaccaria ha preso punti in più delle sue liste, Trisciuzzi il 12% in più della sua lista e Di Bari punti in meno rispetto alla sua coalizione. Questo dato è rilevantissimo e ha determinato il risultato elettorale. E' difficile ammetterlo perché si ammetterebbero i propri limiti e gli uomini non sono molto propensi ad ammetterli. Preferiscono costruirsi in mente una congiura per mano altrui».
A proposito di primarie: a Brindisi e Fasano i vincitori delle elezioni sono venuti fuori proprio attraverso queste ultime. Un caso o è davvero lo strumento principale per trovare la persona giusta?
«Le primarie, se si fanno nella democrazia più antica del mondo e mi riferisco agli Stati Uniti, e si fanno da moltissimi anni, qualche motivo ci sarà pure. Le primarie emancipano una coalizione dall'autoreferenzialità. Evitano che il miglior candidato sia tale solo per la percezione del leader o più leader di paese. Chiedono ad un'avanguardia di cittadini che cosa ne pensano della proposta e ovviamente la risposta delle primarie già di per se mobilita e poi la mobilitazione fa sondare il livello di gradimento dei candidati. Io sono convinto che le primarie sono un ottimo strumento e ragione per cui ostinatamente, per mesi, ho chiesto a tutti di parteciparvi, con conferenze stampa, proclami pubblici, preghiere private, implorazioni con sms. Questo perché mi rendevo conto che leader si diventa sul campo e non per investitura di Fabiano Amati o di chicchesia».
Tutti la indicano come uno degli artefici della vittoria di Zaccaria per quanto hai fatto dalla caduta dell'amministrazione alle elezioni. Lo sente anche suo questo successo politico?
«Non è solo mia. Io ci ho messo soltanto l'ostinazione in un percorso. Ovviamente se non lo avessi fatto oggi staremmo a chiederci “perché Amati non si è impegnato?”. Poi quando ti impegni ovviamente c'è qualcuno che dice “ma Amati non dovrebbe impegnarsi” perché secondo alcuni io potrei falsare il risultato elettorale. E quindi come la fai la sbagli. L'unico merito che mi riconosco è quello di aver messo su un percorso e di aver chiamato tante persone a viaggiare su questa strada. Poi Francesco Zaccaria ci ha messo la sua solidità, la sua serietà, la sua notevole capacità di adattarsi al lavoro anche in condizioni difficili. Tutti gli altri candidati ci hanno messo un altro tipo di entusiasmo. E tutti questi elementi messi assieme creano un successo. Sarei sciocco a dire che è solo merito mio perché non sarebbe così».
Perché il Pd ha sofferto dappertutto mentre a Fasano ha vinto?
«Le elezioni comunali, nella post modernità, soprattutto in Comuni piccoli e medi, si giocano tutte sui temi locali. Molti non mi credono ma è opportuno che dia ancora una volta la seguente notizia. Le coalizioni rischiano sempre più di assomigliarsi. Quello che le specifica sono gli uomini che mette al servizio di un percorso anche perché l'attività amministrativa di un Comune è neutra rispetto al punto di vista culturale. E' una questione di persone, di credibilità di queste ultime».
La coalizione vincente a Fasano ha pochi elementi esperti di amministrazione e molti neofiti. Che consigli si sente di dare a questi ultimi?
«Di studiare sempre e di applicarsi. Poi sono guidati da Francesco Zaccaria che è un uomo che con la pubblica amministrazione ha a che fare da oltre un ventennio. E quindi hanno una buona guida. Poi l'esperienza è di solito il nome che gli uomini danno ai loro errori. In questo caso abbiamo una guida esperta, qualche consigliere comunale esperto e poi facce nuove ma che sono persone che testimoniano con la loro attività professionale. E questo lascia ben sperare»
di Alfonso Spagnulo
22/06/2016 alle 05:19:39
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