INTERVISTA POLITICA
Lello Di Bari: 'Pronto a ridiscendere in campo ma senza rami secchi e mele marce'
L'ex primo cittadino parla della possibilità di potersi ricandidare e chiarisce un episodio accaduto la sera in cui rassegnò le dimissioni
FASANO - Manca solo la conferma dal Ministero dell'Interno. Se anche quest'ultimo darà l'okay Lello Di Bari potrà nuovamente ricandidarsi alla carica di sindaco di Fasano. Lo aveva anticipato Osservatoriooggi qualche giorno fa e lo ha confermato lo stesso ex primo cittadino durante l'incontro organizzato dal Circolo della Stampa, al Laboratorio Urbano, per i papabili candidati. Abbiamo voluto approfondire l'argomento ascoltando proprio Di Bari a cui abbiamo posto alcune domande.
Le notizie che giungono da Roma aprono spiragli confortanti circa la tua eventuale ricandidatura. Vogliamo spiegare come è venuta fuori questa possibilità?
"Intanto devo dire che, prima del "fattaccio" ero sinceramente molto stanco (e non per problemi fisici, come qualcuno più volte ha "insinuato") delle difficoltà sempre maggiori nell'amministrazione della cosa pubblica, ma anche delle contrarietà che notavo in quelli che avrebbero dovuto coadiuvarmi e che invece mi rendevano tutto più difficile. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata le lettura dell'emendamento con cui si chiedeva di distrarre i fondi che dovevano servire per partire con il PUG (Piano Urbanistico Generale) per rimpinguare i finanziamenti alle associazioni; si preferiva cioè continuare a tenere ingessata l'economia di questa città, a tenere bloccate tante situazioni che invece il buon senso suggeriva e suggerisce di sbloccare quanto prima, per un piccolo clientelismo di provincia. E questo, se da parte dell'opposizione poteva essere motivato dal voler boicottare l'azione amministrativa, sicuramente risultava incomprensibile se richiesto da elementi della maggioranza. Nei giorni immediatamente successivi, accade quello che ormai tutti sanno e quindi la delusione, l'amarezza per il tradimento subìto e la voglia di mandare tutto al diavolo. Ci sono però sempre gli amici veri, quelli che ti vogliono veramente bene e che, senza dirti nulla, rivolgono un quesito all'Anci circa la mia eventuale ricandidabilità alla luce della sospensione subìta ed avendone avuta risposta positiva, si rivolgono in via informale al Ministero dell'Interno, individuano un bravo costituzionalista in grado di redigere un parere da accludere al quesito ed, a cose fatte, mi dicono che è realistica la possibilità di una terza candidatura. Questo è quello che è successo".
Hai detto, in occasione dell'incontro organizzato dal Circolo della Stampa, che sei pronto a scendere in campo. Nel caso ciò avvenga, che tipo di coalizione intendi creare?
"Intanto, ho subordinato il tutto alla conferma, da parte del Ministero, della possibilità di ricandidatura. Ho poi detto che sarei pronto a scendere in campo, accettando, ove ve ne fosse la necessità, anche lo strumento delle primarie, pur di avere una coalizione che abbia prima di tutto a cuore le sorti della città (e quindi con l'eliminazione di tutti i rami secchi e le mele marce) e che converga su un unico nome che, in quel caso, potrebbe essere il mio o di un altro. Una grande coalizione quindi aperta sì alle sigle di partito, ma anche e soprattutto a persone volenterose che vogliano mettersi al servizio della collettività".
Sull'edizione cartacea di Osservatorio da qualche giorno in edicola, in un articolo che ricostruisce la serata in cui ti sei dimesso, c'è anche un passaggio in cui si legge che avresti anche potuto scongiurare la trama alle tue spalle coinvolgendo un imprenditore molto vicino ad un consigliere comunale d'opposizione. È proprio così?
"Le vicende raccontate da Osservatorio sono vere solo in parte; in buona parte devo dire, ma solo in parte. Sicuramente, per quanto mi consta, non è assolutamente vero che avrei potuto scongiurare la trama coinvolgendo qualcuno, vicino o non vicino ad un consigliere comunale di opposizione; è vero che ci fu una telefonata tra me e l'amico Marinotti che mi confermò quanto già mi era stato riferito, e cioè che i tredici avevano firmato le dimissioni davanti al notaio; non è assolutamente vero che ci fu alcun tentativo di recuperare l'accaduto, così come non è assolutamente vero che ebbi proposte in quel senso da chicchessia. Sicuramente qualcuno ha riferito cose non vere, di pura fantasia. Quello che penso, è che quello che è accaduto, e cioè lasciare una città senza guida in un momento molto delicato per le tante problematiche presenti sul tappeto, sia una vicenda talmente seria che non deve assolutamente permettere che il pettegolezzo prenda il sopravvento ma che deve far riflettere coloro che tutto questo hanno determinato (ed in questo momento non mi riferisco ai consiglieri di opposizione, contro i quali non ho particolari motivi di risentimento)".
di Redazione
27/09/2015 alle 06:34:20
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