ATTACCHI POLITICI
Gli ex consiglieri di maggioranza respingono gli attacchi: 'Di Bari sleale'
Dure repliche di Scianaro, Digeronimo, Perrini e Albanese alle accuse dell'ex sindaco: ecco i loro interventi integrali
FASANO – Hanno decisamente respinto al mittente ogni accusa i quattro consiglieri di maggioranza fasanesi (Antonio Scianaro, Enrico Digeronimo, Ernesto Perrini e Gina Albanese) che con le loro firme, unitamente ai nove consiglieri d'opposizione, hanno mandato a casa definitivamente l'Amministrazione Di Bari. Ieri (lunedì 7 settembre), dopo tante peripezie e rinvii, si è finalmente tenuta la conferenza stampa congiunta dei tredici protagonisti di questa vicenda che ha portato all'arrivo del commissario prefettizio a Fasano. A Palazzo Pezzolla la precedenza è stata data proprio ai quattro consiglieri malpancisti e i riflettori erano puntati soprattutto su Antonio Scianaro, indicato come la vera sorpresa tra i 13 firmatari data la sua lunga militanza e fedeltà nel centrodestra. Scianaro, prima del suo intervento, ha chiesto un minuto di silenzio per ricordare Sergio Melpignano e Paolo Lamberti, i due imprenditori scomparsi proprio nella giornata di ieri. Da registrare anche un polemico intervento dell'ex assessore Nicola Mola che ha lanciato strali sull'Amministrazione Di Bari rea di non aver portato a termine alcun intervento per la città. Ma per non togliere nulla all'interesse della conferenza stampa vi proponiamo di seguito gli interventi integrali dei quattro consiglieri.
Antonio Scianaro: «Più che di una conferenza stampa avrei bisogno forse di scrivere un libro per raccontare la storia della mia esperienza politica negli ultimi 13 anni, bellissima, ricca di tante emozioni, gioie e successi ma anche carica di tanta amarezza. Il preludio verso una riflessione attenta è scaturito pochi giorni prima del 30 luglio in occasione dell'ultimo consiglio comunale quando eravamo chiamati a discutere sulla questione delle tariffe cioè delle tasse da applicare ai cittadini di Fasano propedeutica all'approvazione del bilancio che avremmo discusso proprio in questi giorni. La proposta di tassare ulteriormente i cittadini Fasano, cioè sottrarre ancora soldi dalle loro tasche per ben 2 milioni di € in termini di Irpef e Tassa sui rifiuti, non l'ho potuto proprio tollerare. Maggiormente perché questo cozzava fortemente con i miei principi e con il mio programma, e non andava assolutamente in linea con quella che l'azione di governo del mio partito Forza Italia. Tra le altre cose, proprio in questo ultimo periodo avevo sostenuto un'azione forte incisiva con i miei colleghi consiglieri regionali, attraverso una petizione popolare, e il consigliere Albanese ne è testimone perché nel suo ufficio ha raccolto svariate e svariate firme a sostegno di questa azione, contro le manovre finanziarie fatte dal governo Regionale, in termini di Irpef, Irap, accisa sulla benzina, sul gas, ecotassa, ticket sui farmaci, ticket sulle visite specialistiche. In tutto questo due autorevoli colleghi, uno il consigliere Bebè Anglani e l'altro il consigliere Giuseppe Zaccaria, delegato alla presentazione del bilancio, si sottraevano a questa assolutamente inopportuna scelta, preferendo vacanze estive anziché assolvere al loro dovere istituzionale. Qualcuno potrebbe anche eccepirmi che in una seconda fase, la quadratura si era trovata: ma a quale costo? Sicuramente a un costo molto alto, con tagli molto drastici assolutamente non condivisibili, strumentalizzando gli eventuali disservizi nei confronti dell'opinione pubblica, su chi non aveva voluto gli aumenti delle tasse. Lo ritengo troppo comodo e demagogico. C'erano margini di intervento per recuperare risorse e non tagliare servizi. Più volte ho fatto proposte x alleggerire il carico fiscale. La dottoressa Ruggero responsabile del servizio finanziario non può negarlo, sono stato il primo a chiederle una relazione dettagliata per un processo di reinternalizzazione del servizio dei tributi la maledetta questione Tricom (regalo dell'allora sindaco Ammirabile) e qualcuno mi dirà “non c'eri anche tu ?”. Certo ero appena arrivato, non potevo immaginare i danni che avrebbe prodotto ) cosa che poi anche altri miei colleghi di maggioranza e di opposizione hanno sostenuto, questo permetterebbe di recuperare una somma pari a circa sette / otto centomila euro. L'applicazione della tassa di soggiorno, e un suo buon utilizzo, una opportunità incredibile in questo momento magico visto l'alto flusso turistico qui da noi. Su questa avevo anche proposto che una buona percentuale venisse utilizzata per ridurre il costo della tassa dei rifiuti ai cittadini di Fasano, che ogni anno per l'aumento di tali flussi vedono incrementare tale tassa. Questa rappresenta un'entrata certa non incide sui cittadini fasanesi e può permettere interventi mirati non realizzabili diversamente. La commissione sul servizio Tradeco che doveva lavorare e trovare soluzioni per come abbattere i costi di questo servizio assolutamente caro per ciò che offre. Per quanto riguarda il programma: vogliamo parlare delle strade che versano in uno stato pietoso e indecoroso con le continue richieste di risarcimento danni ? Opere pubbliche per le quali si rischia di perdere i finanziamenti ? Mi preoccupa l'intervento sulla Pascoli di circa 800.000 euro, quello del lotto B di Torre Canne di 1.700.000 euro. I ritardi sugli interventi di dragaggio e completamento del porto di Savelletri, l'assegnazione dei nuovi lotti al cimitero di Fasano , la tanto attesa videosorveglianza a tutela dei nostri cittadini a tutt'oggi ancora non definita, il completamento di due opere importanti come il bene confiscato a Pezze di Greco con la sua apertura e assegnazione e l'immobile in via Mignozzi da destinare all'integrazione degli immigrati. Mi fermo qui non voglio aggiungere altro non mancheranno altre occasioni sicuramente. E ora i problemi politici: voglio rappresentare che questa per me è stata una scelta difficile, molto sofferta, combattuta, ma sicuramente necessaria. Necessaria perché la cosa più importante che ho valutato è di non tradire la fiducia che hanno riposto in me tanti cittadini, tanti amici, tanti sostenitori che sempre con la loro vicinanza, con il loro consenso mi hanno permesso di rappresentarli nelle varie assise. Qualcuno ha usato nei miei confronti, termini poco appropriati che non mi appartengono assolutamente, la mia vicinanza al sindaco Lello Di Bari è stata sempre improntata e ci tengo a sottolinearlo nella massima lealtà e trasparenza fino a quando ci sono state le condizioni. Non permetterò a nessuno di speculare sulla mia persona, la mia lealtà anche nei momenti più difficili e mi riferisco al periodo della sospensione del sindaco Lello Di Bari è stata unica. Sicuramente ci sono stati dei corto circuiti, determinati da cosa e da chi non mi è dato saperlo. Il mio progetto per il centrodestra e per la città di Fasano parte dal 2002 e si rafforza nel 2007 quando vinciamo insieme le elezioni amministrative e le riconfermiamo nel 2012. In tutti questi anni la mia coerenza e la mia appartenenza politica non possono essere messe in discussione da nessuno, e ringrazio tutti i miei riferimenti politici (da Mantovano, Alemanno, Quagliariello a Fitto) per il contributo che hanno dato alla mia formazione politica e verso i quali continuo a nutrire sempre profonda stima. Il mio coordinatore regionale on. Luigi Vitali con il quale in questo ultimo periodo ho lavorato fianco a fianco, veniva informato da me di tutto il lavoro svolto sia a livello regionale che provinciale e conosceva perfettamente quelle che erano le criticità nella città di Fasano. Mi dispiace invece, aver ascoltato le dichiarazioni del mio pari collega vice coordinatore provinciale Mauro D'Attis, tempestivamente giunto a Fasano, dal quale mi sarei aspettato almeno una telefonata. Più volte ho rappresentato la mancanza di dialogo e di confronto nelle scelte e nelle decisioni importanti, non si è fatto mai uno step ogni sei mesi, per valutare e confrontare il programma di mandato con il lavoro svolto, I tanti cartellini gialli e rossi sbandierati e mai tirati fuori. Purtroppo è mancato il confronto politico e lo dico anche perché da commissario cittadino di Forza Italia spesso apprendevo le notizie dagli organi di stampa , quando già le scelte erano state compiute. Una responsabilità nel fallimento di questo governo, la ha anche l'assessore Angelini indicato da me e dal gruppo dei Circoli Nuova Italia a rappresentarci, persona che stimo per le sue qualità professionali ma che sotto il piano politico mi sarei aspettato riponesse nelle nostre mani il mandato ricevuto viste venir meno le condizioni minime. Dopo un breve momento di felicità, il 15 ottobre 2014, coinciso con la elezione di due consiglieri provinciali di Fasano per i quali ho dato il massimo impegno, dal 22 ottobre 2014 momento in cui il vicesindaco ritira le deleghe fino al 1 settembre scorso la situazione nel centrodestra è precipitata. Non mi sento assolutamente responsabile anzi ho fatto tutto il possibile, 100 passi indietro, qualcuno sa benissimo e mi smentisse se non è vero, a cominciare dai consiglieri Pertosa, Convertini, Perrini, Albanese, Digeronimo se io non ho fatto anche vari tentativi per unire tutti e creare un gruppo unico di Forza Italia. Non ci sono riuscito, ed oggi sicuramente comprendo e giustifico le motivazioni. Non sono stato io in un momento di difficoltà di Forza Italia dove si paventava una scissione, a incentivare l'andata a Roma alla manifestazione di Raffaele Fitto di rappresentanti autorevoli del partito, contravvenendo ai suggerimenti del commissario regionale ( a Fasano si dice “mettere il pesce in bocca al gatto”, né a partecipare a manifestazioni e presentazioni di candidati di schieramenti opposti cosa che ha generato una grande confusione nel nostro elettorato. Da uomo prima che da politico ho voluto assumermi da solo tutta la responsabilità, non coinvolgendo e non mettendo in difficoltà nessuno anche se molti mi rappresentavano il loro malessere, rimettendo il mio mandato di commissario cittadino, nelle mani del coordinatore regionale. La squadra di governo del 2012 costruita con tanto entusiasmo per governare e dare risposte ai bisogni dei cittadini non c'era la più, troppi cespugli, troppi individualismi e trasversalismi più o meno favoriti, ha fatto maturato in me in me la necessità di resettare tutto, di fare uno shut down a un sistema logorato. Solo così potremmo continuare a parlare a testa alta ai nostri cittadini coerenti fino in fondo per un impegno mai venuto meno e che continueremo ad onorare. Va recuperato il rapporto con l'elettore e soprattutto con coloro che hanno manifestato con l'astensionismo il loro malessere. (in questa città oltre il 55%). Ora più che mai bisognerà impegnarsi per ridare alla città la opportunità di selezionare la sua nuova classe dirigente che riterrà più idonea a governare Fasano, senza nessuna auto investitura. Auspico che con il coinvolgimento dei movimenti civici locali, la partecipazione di tutti i rappresentanti dei vari settori nessuno escluso, dal mondo produttivo agricolo, artigianale, imprenditoriale, turistico, sociale e del terzo settore e il volontariato, sì possa intraprendere un progetto comune di rinnovamento per questa città».
Enrico Digeronimo: «Non avrei mai pensato di arrivare fino a questo punto, ma se è successo non è certo per colpa mia. Non si può nemmeno parlare di un fulmine a ciel sereno in quanto avvisaglie ce ne erano state sin dal febbraio 2014 quando il gruppo dei Circoli Nuova Italia chiedeva al sindaco un confronto ed una verifica politica. Inutile dire che tale confronto non si è mai avuto. Fino a quando il malcontento si è esteso con la nascita di “Fasano Coraggio e Libertà”. Presentammo un documento politico nel quale chiedevamo maggiore condivisione e maggior confronto oltre ad una legittima verifica politica alla luce del mutato scenario. Ricordate tutti quanto fu duro lo scontro. A pochi giorni dall'approvazione del bilancio, grazie ad un colpo di coda del sindaco, venne raggiunto un accordo politico che si sarebbe perfezionato il giorno dopo il suo rientro. Inoltre, a precisa domanda se ci fosse stato un documento scritto io dichiarai “mi è bastata una stretta di mano”, quella che viene sancita dagli uomini di parola. Ebbene, a distanza di 8 mesi dal suo rientro, non solo non è stato rispettato l'accordo ma i punti programmatici dei quali abbiamo chiesto il raggiungimento, sono stati disattesi: diminuzione della pressione fiscale, scioglimento contratto Tricom. A fine luglio veniamo convocati al pre-consiglio e ci vengono comunicate le nuove tariffe Tari ed Irpef. Detta così nessuno ha contezza di costa stiamo parlando. Ma vi assicuro che in molti casi ci sarebbero stati aumenti sino al doppio di quanto si pagava l'anno precedente. Ci fu un malcontento generale allora pensai “Bene, sono tutti d'accordo nel bocciarle”, dopo le lamentele di Legrottaglie e Cisternino in particolare. “Non si torna indietro” era l'ordine ricevuto “si approvano e basta”. La bocciatura delle tariffe non è stata un tradimento, come hanno voluto fare intendere, ma soltanto il rispetto del programma di mandato del sindaco: “Non metteremo mai le mani in tasca ai cittadini”. Ebbene noi lo abbiamo rispettato, il sindaco e i suoi vassalli no. Dopo la batosta in consiglio il sindaco ha pensato bene. “ora convoco Digeronimo e gli offro l'assessorato”. Bene, in quel momento ho capito che la strada con il sindaco era definitivamente divisa. Con quella mossa ha offeso per l'ennesima volta la mia intelligenza. Credetemi, se mi avesse detto “domani sciogliamo il contratto Tricom e concordiamo i tagli al bilancio” sarei rientrato in maggioranza e approvato il bilancio stesso. Quello che da sempre abbiamo chiesto al sindaco era un confronto politico, una condivisione sulle scelte amministrative ed una legittima verifica politica, anche perché da secondo gruppo consiliare più numeroso non avevamo alcuna rappresentanza in Giunta. Ma quale condivisione. Prima di adottare ogni decisione non ha mai consultato la coalizione che lo ha sostenuto. Emblematica è la nomina dell'assessore ai servizi sociali: “Decido io e basta” ha più volte detto. Questo è il suo modo di concepire la politica e poi parla di antipolitica. E fino a quando ci sono stati i vassalli che gliel'hanno permesso andava tutto bene. Quando qualcuno ha aperto gli occhi e si è permesso di ragionare con la propria testa sono nati i problemi. E' particolarmente emblematico un passaggio dell'ex senatore Curto: “Lello Di bari ha fatto la fine di tutti quei sindaci che, privilegiando i rapporti con i consiglieri comunali, dopo aver delegittimato i partiti, ne risultano essere condizionati e ricattati. Lello Di Bari, in questi anni di sindacato, è stato un maestro in questo genere di interpretazione della politica”. Non posso non essere d'accordo. Piuttosto, vi siete chiesti come i nostri compagni di viaggio, critici quanto e più di noi, dopo aver votato contro l'aumento delle tariffe e che fino a ieri erano pronti nello sfiduciarlo, il giorno dopo, per magia, sono diventati i suoi più fedeli collaboratori? Questa è l'anti politica di cui parla Di Bari e la città lo deve sapere e non si deve permettere di chiamarci traditori perché non siamo scesi a bassi compromessi. Al sindaco servivano consiglieri fedeli, che non devono pensare e sapere cosa votano quando sono in consiglio comunale. Devono soltanto ubbidire. Ebbene noi non facciamo parte di quella schiera che, per un interesse personale o altro votano a prescindere anche se si tratta di un aumento sconsiderato dei tributi che, con un oculato taglio di sprechi, si poteva evitare. E mai abbastanza dal momento che esistono contratti o appalti molto onerosi per il Comune e sui quali si poteva intervenire ma non lo si è fatto. Perché? Il sindaco parla di antipolitica, ma proprio lui che calpesta la sovranità del consiglio comunale che, dopo aver votato all'unanimità lo scioglimento del contratto Tricom, lo ha mantenuto in vita. Perché non racconta alla cittadinanza che per colpa sua manteniamo in vita un contratto con durata sino al 2026 e con un aggio di un milione di euro l'anno? Nella sua conferenza stampa ha usato termini che mi viene da sorridere solo nel pronunciarli: lealtà, onestà, rispetto per il prossimo, capacità di anteporre gli interessi del pubblico alle ambizioni personali. Sindaco, questi termini non le appartengono in quanto sono stati presi in prestito da un altro personaggio politico fasanese a cui certamente si addicono meglio. Ma Lei sa cosa significa lealtà? Il mancato rispetto di un accordo sancito con una stretta di mano come lo definisce? Ma la cosa più grave è che Lei ha offeso la nostra dignità sia di consiglieri comunali che di uomini trattandoci come persone sgradevoli (per non usare termini più offensivi), tutte le volte che esprimavamo il nostro pensiero o il nostro disappunto. A proposito, il sindaco parla di ricatti per avere un assessorato. Premesso che una nostra rappresentanza in Giunta era più che legittima ma gli accordi prevedevano il nostro ingresso in Giunta il giorno successivo al suo rientro. Invece no, Lei ci ha preso in giro per 8 mesi prospettandoci il rispetto degli accordi solo dopo l'approvazione del bilancio. E questo Lei come lo chiama? Non è un ricatto? Spero solo che sia stato consigliato male perché se è tutta farina del suo sacco devo rivedere il mio giudizio su di Lei. Ci ha chiamato 13 piccoli uomini. Non mi sono sentito mai così grande avendo liberato la città da una dittatura. Anzi mi sarei sentito davvero piccolo se non avessi fatto niente e chiuso gli occhi di fronte a tale scempio. Ho mantenuto la mia coerenza e soprattutto la mia dignità non svendendola per un pezzo di pane come qualcun altro ha fatto. Mi dispiace sindaco. Il tempo è scaduto. Ho un solo rimpianto: quello di non averla mandato a casa 10 mesi fa e aver stretto un accordo con una persona sleale e scorretta. Un'ultima cosa. E' bene che la città lo sappia. Il sindaco, con le sue dimissioni, ha arrecato un ulteriore danno alla città. Avevamo presentato unitamente all'opposizione emendamenti alla bozza di bilancio predisposta dagli uffici, emendamenti che apportavano poste attive in favore delle fasce deboli ed altri interventi nel sociale che Lei aveva penalizzato con i tagli. Avremmo approvato gli emendamenti, quindi il bilancio e posto la parola fine a questa triste pagina di amministrazione comunale. Fasano merita di più e sono convinto che il messaggio lanciato venga recepito dalla cittadinanza. Non siamo tutti uguali. Per il bene di Fasano cambiare si può».
Ernesto Perrini: «Cosa aggiungere a quello che hanno già detto gli amici Scianaro e Digeronimo. Chiaramente ciò che hanno detto lo posso sottoscrivere perché anch'io ho vissuto con loro questa esperienza. E' stata un'esperienza nata con entusiasmo perché quando sono stati creati i Circoli Nuova Italia insieme ad Antonio Scianaro e ad altri amici, ci eravamo posti degli obiettivi. E quali erano? Erano sicuramente completare le opere di urbanizzazione primaria perché un'amministrazione deve porsi come primo obiettivo creare la rete idrico-fognaria soprattutto nelle zone frazionali dove purtroppo non sono mai state fatte. Poi c'era un altro obiettivo: sistemare la vertenza Tricom dato che è una questione che penalizza i cittadini. Sia per il ritardo di emissione delle cartelle sia per il mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori. E vogliamo parlare del milione di aggio da pagare all'anno? Una follia. E' questo quello che ha fatto l'Amministrazione Di Bari che non ha preso di petto la situazione. Il sindaco e il suo fido Zaccaria hanno affrontato e non risolto la problematica. Sono loro che sono andati a Roma senza dire niente a nessuno e che hanno fatto? Hanno risolto? A me non risulta. Così come la questione Tradeco che è stata affrontata da Lello Di Bari in prima persona insieme all'assessore Angelini. Con quest'ultimo ci incontravamo ogni lunedì nella sede dei Circoli Nuova Italia e cosa ci diceva? “Siamo andati al tavolo Tradeco. Il sindaco parlava con la proprietà e io stavo nell'altra stanza”. Insomma il sindaco delegittimava la Giunta. Cosa ha fatto Di Bari? Ha delegittimato la Giunta. Noi avevamo dei burattini in Giunta e non mi vergogno di dirlo. Allora a quel punto noi abbiamo fatto pressioni sull'amico Tonio Scianaro affinché intervenisse presso il sindaco. A dire la verità Scianaro ha parlato politichese perché doveva candidarsi alle regionali e tenere il centrodestra unito. A noi questa situazione non andava ed ecco perché abbiamo creato il movimento “Fasano Coraggio e Libertà”. Volevamo i nostri rappresentanti in Giunta ma proprio perché volevamo vedere come si svolgessero le cose. Per non parlare di altre situazioni che il sindaco non ha portato a termine. A Pezze di Greco, in via Eroi dello Spazio, il sindaco è venuto con il consigliere Albanese e siamo andati sul posto ma ci ha presi in giro. Per non parlare della questione del porto di Torre Canne. E della tassa di soggiorno? Il dottor Di Bari è andato lui a parlare con gli albergatori perché una parte dei proventi dovevano andare a sistemare le strade, ad opere di urbanizzazione e non è stato fatto. Di Bari ha sottostato alla volontà degli albergatori. E poi non si dovevano aumentare le tasse. Ebbene il signor Zaccaria se ne è andato in viaggio mentre si doveva approvare un aumento della tassa della spazzatura del 150% in più. E a questo punto noi cosa dovevamo fare? Votare l'aumento delle tasse mentre Zaccaria si faceva la sua vacanza? Zaccaria doveva tornare a Fasano a discutere i problemi insieme a noi. E poi le regionali. Il progetto iniziale prevedeva la vittoria di Di Bari alle comunali e l'appoggio a Scianaro alle regionali. E su questo Di bari ha giocato perché forse egli aveva già il candidato vincente, un asso nella manica. Finalmente ha prevalso la sovranità del consiglio comunale che era stata messa sotto i piedi. Noi dovevamo esser degli automi che alzavano la mano e dicevano “obbedisco”. Il sindaco Ha sempre deciso sempre tutto lui e questo non mi andava più bene. Le dimissioni sono state un atto di coerenza e di lealtà verso i cittadini e la mia firma non è stata condizionata da nessuno. E' stato un atto di volontà perciò esigo rispetto».
Gina Albanese: «Da 30 anni milito nell'associazionismo, ascoltando e aiutando centinaia di cittadini che quotidianamente si presentano allo sportello del Patronato e del Caf per chiedere sostegno rispetto alle difficoltà che la vita offre. Per questo motivo, sostanzialmente, ho scelto nelle ultime settimane, prima di non votare l'aumento delle imposte in consiglio comunale e poi di sottoscrivere un emendamento alla proposta di bilancio della Giunta Di Bari che salvasse i servizi sociali. Insomma, i poveri, gli ultimi, i più fragili, sono l'anima del mio lavoro da 30 anni e lo sono stati anche nella mia azione politica da consigliere comunale. La coerenza per me è un valore e gli unici a non dover “tradire” non era la Giunta Di Bari, ma i cittadini e le famiglie in difficoltà che incontro quotidianamente e che la Giunta aveva messo in discussione con l'aumento delle tasse locali. La mancata approvazione all'aumento delle tasse, fatta coscienziosamente da parte della maggioranza dell'assise consiliare, non ha fatto comprendere al sindaco la necessità di aprire un confronto su questi e su altri temi all'interno di tutta la maggioranza e di procedere alla condivisione di un programma di fine mandato, prima dell'approvazione del bilancio. Egli ha ritenuto di poterne fare a meno. Sono questi i motivi che mi hanno portato a sottoscrivere altresì le dimissioni contestuali ad altri 12 colleghi, da consigliere comunale. Quando non si ha da salvaguardare privilegi alcuni, si ha anche la libertà di interrompere un'esperienza amministrativa ritenuta fallimentare. L'aver rinunciato da parte mia all'indennità da consigliere comunale, l'aver votato di volta in volta in consiglio comunale senza portare il cervello all'ammasso, l'aver scelto di non tradire mai i cittadini che ci hanno cotato, hanno dimostrato in questi anni che l'impegno politico non deve mai perdere di vista chi rappresentiamo (i cittadini) e quello che è il compito della politica (la risoluzione dei problemi della nostra comunità, a partire dai soggetti più deboli), che piaccia o no al sindaco Di bari e alla sua Giunta, i quali potevano risparmiarsi le loro dichiarazioni vittimistiche (sulle riduzioni delle risorse ai servizi sociali e soprattutto al taglio delle risorse destinate ai bambini in affidamento) e le stesse dimissioni del sindaco, riflettendo invece sul tenore dei provvedimenti assunti o proposti in questi anni di Amministrazione (nessuna idea di sviluppo urbanistico della città, nessuna attenzione alle frazioni, nessuna programmazione per il rilancio dell'economia locale in tutti i suoi settori) dall'essere stato uomo solo al comando, dal non aver mai compreso che tutti i consiglieri di maggioranza erano parte integrante del governo della città, un gruppo di persone con il quale costruire e non una schiera di uomini pronti a rispondere “signorsì” alle decisioni prese autonomamente dalla Giunta senza un preliminare e necessario confronto. Questa politica la rinvio al mittente perché non appartiene alla mia storia , questa esperienza amministrativa mi ha dato solo l'orgoglio di poter dimostrare alla mia città che si può sedere in consiglio comunale senza personalismi e tenendo fede al mandato elettorale che, quando un sindaco non lo rispetta più, lo porta ad interrompere l'esperienza amministrativa. Per fortuna la nostra città ha dimostrato di avere degli anticorpi».
di Redazione
08/09/2015 alle 06:42:41
Leggi anche:
Taglio su misura + piega gloss a soli € 20
Eligio Parrucchieri ti invita a conoscere i suoi prodotti.
Stazione di servizio Q8 Cacucci
Carburanti e servizi
Efficienza e puntualità nei servizi e prodotti offerti alla clientela