GIOVANI ATTIVI
Fasanesi a Londra: quando il talento premia
Raccontiamo le storie di Gloria De Carolis e Danilo Lombardi, rispettivamente infermiera in carriera e miglior barman della capitale inglese a soli 23 anni
FASANO - I dati sul tasso di disoccupazione giovanile diffusi dall'Istat alla fine del 2014 sono allarmanti: oltre 708 mila ragazzi tra i 15 e i 24 anni, il 43,3% della popolazione attiva in quella fascia d'età, non hanno un lavoro. Cosa accade quando la propria patria non offre prospettive positive alle nuove generazioni? Si assiste inermi alla cosiddetta fuga dei cervelli che, oggigiorno, non è solo la “diaspora” dei laureati, ma anche dei talenti della gastronomia, della moda, dell'arte e dell'imprenditoria che, poco valutati nei paesi d'appartenenza, cercano riscatto nelle nazioni vicine. Il fenomeno, da qualche tempo, è assai frequente anche (e soprattutto) in Italia, dove i giovani non riescono a realizzare le più intime aspirazioni per un inceppo della macchina governativa: tanti anni di studi universitari, di specializzazioni e di corsi di aggiornamento che costano alle famiglie sacrifici, denaro e investimenti sul futuro, non portano fondamentalmente alla certezza di trovare alcun mestiere, a maggior ragione perché manca una corretta politica di inserimento nel mondo del lavoro. Cercare un'alternativa all'estero è la soluzione adottata da migliaia di ragazzi italiani che, per nulla «schizzinosi», si allontanano da casa e si adattano alle nuove condizioni da fuori sede.
Una delle mete preferite dai giovani, anche fasanesi, negli ultimi anni, è il Regno Unito, Londra in particolare, città dalle mille opportunità, dove «c'è tutto ciò che questa vita possa offrire» (Johnson); nell'immaginario comune, chi va nella capitale inglese può solo lavare i piatti in qualche ristorante o fare il cameriere nei bar periferici, giusto per imparare la lingua. Invece, al di là dei soliti pregiudizi, in una realtà multiculturale come Londra è possibile realizzare altri sogni lavorativi, più grandi e lungimiranti perché lì, al contrario dell'Italia, ad essere premiato e a portare al successo è solo il merito. Ne sono la prova due concittadini di 23 anni, Gloria De Carolis di Pezze di Greco e Danilo Lombardi di Fasano. I loro obiettivi sono molto diversi ma entrambi hanno creduto nel proprio valore e lo hanno posto, con risultati positivi, a servizio della città britannica.
Gloria De Carolis, eccellente studentessa diplomatasi all'Istituto Tecnico Industriale “Majorana” di Martina Franca e laureatasi in Infermieristica all'Università degli Studi di Ferrara, ha iniziato a cercare un lavoro che avesse attinenza col proprio percorso accademico: «informandomi tramite internet - spiega la ragazza - mi sono resa conto che a Londra, per quanto riguarda gli infermieri, c'era moltissima richiesta di professionisti italiani perché li reputano molto preparati dal punto di vista teorico e pratico. Allora ho iniziato a contattare alcune agenzie di e-recruitment (reclutamento on line, ndr) che non mi hanno chiesto un centesimo, e ho valutato le loro offerte di lavoro. Di solito si tratta di contratti a tempo indeterminato con un mese di alloggio gratuito. Così ho inviato il curriculum vitae et studiorum, mi hanno chiamata la mattina dopo! L'iter prevede colloqui telefonici in lingua e poi, se risulti idonea, ti fissano una data per il colloquio vero e proprio che io ho fatto a Bologna. Ho provato con due agenzie diverse di due strutture differenti, e sono stata presa da entrambe con contratto a tempo indeterminato. Ho scelto “Croydon” come destinazione, un grosso ospedale pubblico universitario a sud di Londra». Con una prospettiva lavorativa così rosea, la domanda è sorta spontanea: come funziona il sistema sanitario inglese nell'ambito della tua professione? «Nei nosocomi è prevista la presenza di un infermiere ogni sei pazienti, a differenza dei minimo dieci in Italia; c'è poi una maggiore suddivisione dei compiti con diverse figure infermieristiche specializzate e molte più possibilità di carriera».
Ma non è tutto qui quello che la città può offrire. Lo scorso ottobre Danilo Lombardi è stato nominato miglior bartender (esperto nel preparare cocktails utilizzando tecniche moderne, veloci e al tempo stesso spettacolari per servire più clienti contemporaneamente) della catena “Be At One”, pregevole compagnia londinese che conta ventuno locali in tutta la capitale e più di trecento dipendenti in totale. Il ragazzo, diplomatosi all'Istituto alberghiero “Salvemini” di Fasano e specializzatosi all'Ateneo del Bartending Planet One di Bari, gestito dalla “Drinkout Srl” di Modugno (azienda di servizi e formazione nel settore food and beverage), già conosciuto in città per la sua bravura come barman, è partito alla volta di Londra per arricchire le sue conoscenze del settore: dopo qualche mese di prova in un ristobar, Danilo ha fatto il colloquio della sua vita, che lo ha portato dietro il bancone del “Be At One” di Liverpool Street. Una strada tutta in salita per il giovane fasanese: «Ho iniziato davvero presto, a 17 anni per la precisione, ma a quell'età gli alcolici li miscelavo e basta, non potevo ancora provare cocktails e prodotti. Credo che il gene del bartender sia sempre stato nel mio Dna, dopotutto mio nonno aveva un bar e ci son cresciuto dentro!». Ma, a differenza di un classico barman, Danilo è campione di Flair, l'insieme delle tecniche acrobatiche finalizzate alla preparazione di cocktails, con movimenti eseguiti a ritmo di musica facendo volteggiare bottiglie e bicchieri.
Due storie, quelle di Gloria e Danilo, di chi ha creduto nel proprio talento e non si è fermato dinanzi alle prime difficoltà. La caparbietà dei giovani fasanesi, superando i confini nazionali, ha portato brillanti risultati: è la volontà che fa la differenza, e la voglia di trovare il proprio posto nel mondo.
di Antonella Argento
30/01/2015 alle 07:07:01
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