MUSICA E SPETTACOLO
Festa delle arti: omaggio alla vita e a Ettore Colucci
Ieri pomeriggio (martedì 21 ottobre), all'Istituto 'da Vinci', si è svolta la manifestazione dell'associazione Calliope, dedicata anche alla professoressa Chelli Nardelli
Foto Annarita Casale
FASANO – Cos'è la vita? Cos'è la morte? Quali sono le tappe che scandiscono l'esistenza dell'uomo? Queste e tante altre domande hanno sempre assillato pensatori, scrittori, cantautori che hanno cercato risposte nella filosofia, nella letteratura e nella musica. L'arte infatti è in grado di eternare i sentimenti, le paure e le riflessioni di ogni tempo e rendere ancora presenti i messaggi e le personalità del passato: per tale motivo, da quattro anni ormai, l'associazione fasanese Calliope organizza la “Festa delle arti” in onore di Ettore Colucci, un modo per celebrare le passioni del giovane scomparso prematuramente e per imprimere il suo ricordo nelle parole e nelle note che esprimono bellezza, nostalgia e amore.
La manifestazione si è svolta ieri pomeriggio (martedì 21 ottobre) nell'auditorium dell'Istituto “Leonardo da Vinci”: fil rouge dell'intero spettacolo è stata proprio la parabola della vita, dalla nascita alla morte, ripercorrendo i momenti essenziali dell'esistenza di ognuno. Il sipario si è aperto sulla danza di Madre Natura che, rinnovando il miracolo della terra, portava dipinto sul grembo un feto: e proprio pensando al nascituro, sono state reinterpretate due commoventi canzoni, “Angelo” di Francesco Renga e “A modo tuo” di Elisa.
D'un tratto, però, la storia va avanti e la narrazione della vita viene affidata ad un nonno e alla sua curiosa nipotina che riporta alla mente del “vecchio” ricordi di amicizie, di esami, di prime volte e di follie fatte per amore: i preziosi racconti diventano brani e danze particolari, come “Le cose che vivi” di Laura Pausini, “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti, “Fatti mandare dalla mamma” di Gianni Morandi, “All you need is love” dei Beatles. L'anziano uomo cerca nella memoria le emozioni che ha provato ballando un tango, seguendo Mandela (suggestiva, a tal proposito, l'esecuzione del pezzo e videoclip “Ordinary love” degli U2) e scoprendo che “la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia”.
Il cerchio dell'esistenza si conclude senza alcuna tristezza: con le giuste persone affianco, con la voglia di godere appieno le gioie terrene, con un sospiro, un respiro, un pianto ed un vagito, il ciclo vitale si rinnova continuamente e l'amore continua a regalare promesse di felicità. La chiusura dello spettacolo è stata affidata alla canzone “Dedicato a te” dei Matia Bazar, cantata in coro per salutare Ettore ma anche la professoressa Chelli Nardelli. Un omaggio dovuto a due persone straordinarie, studente e docente che, seppure assenti “fisicamente”, sono in realtà sempre presenti, «oggi più di ieri nelle nostre menti».
di Antonella Argento
22/10/2014 alle 06:37:11
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