TEATRO AMATORIALE
La Napoli migliore in scena al Teatro Sociale di Fasano
Ieri sera (domenica 5 ottobre) grandi applausi per la commedia di Eduardo De Filippo, riadattata dalla compagnia 'Teatro Club' per il Festival 'Di scena a Fasano'
Foto Annarita Casale
FASANO – Era il 1945 quando Eduardo De Filippo scrisse e portò in scena la commedia “Napoli milionaria”, amaro racconto dei retroscena di guerra e degli sconvolgimenti familiari che il conflitto mondiale stava ancora causando: il sagace genio del noto drammaturgo fu capace di mettere in mostra i mali della società ma anche l'attaccamento ai valori da parte dei figli della guerra. La compagnia “Teatro Club” di Torre del Greco ha riproposto ieri sera (domenica 5 ottobre), al Teatro Sociale, la piacevole pièce, come primo spettacolo in concorso nel Festival nazionale di Teatro amatoriale “Di scena a Fasano”, organizzato dal Gruppo di Attività Teatrali “Peppino Mancini” e dall'Amministrazione Comunale.
Coinvolgente e commovente la storia: Don Gennaro è un uomo onesto e umile che vive di stenti assieme all'avvenente moglie Amalia e ai figli Amedeo, Maria Rosaria e Rituccia. Donna Amalia inizia, al tempo della carestia provocata dal conflitto mondiale, a contrabbandare varie merci (caffè, legumi, farina) e a diventare una professionista della borsa-nera: la sua casa è un via vai di clienti ammaliati che pagano profumatamente per comprare i beni di prima necessità e per ascoltare le sue chiacchiere da imprenditrice nel chiassoso salotto di famiglia; la signora, così, pian piano si arricchisce e crea una società con Enrico Settebellizze, giovane amante senza scrupoli in grado di portare avanti affari d'oro. Nulla ferma l'ascesa sociale di Donna Amalia: né i controlli del brigadiere Ciappa, né la partenza del marito per il fronte, pronto a combattere strenuamente per la patria.
Arriva un momento, però, in cui la ricca signora si trova faccia a faccia con una realtà terribile: scopre infatti che Maria Rosaria, la figlia maggiore, è diventata una prostituta, Rituccia è ammalata e Amedeo si è trasformato in un “mariuolo”, ossia un ladro di pezzi di automobili da rivendere illecitamente. Don Gennaro, reduce dalla guerra, è impietrito dalle nuove dinamiche familiari e, seduto al tavolo con la moglie, pronuncia un memorabile, efficace discorso: «Io so' turnato e me credevo 'e truva' 'a famiglia mia o distrutta o a posto, onestamente. Ma pecché?... pecché io turnavo d' 'a guerra... Invece, ccà nisciuno ne vo' sentere parla'. […] Cchiù 'a famiglia se sta perdenno e cchiu 'o pate 'e famiglia ha da piglia' 'a responsabilità. E se ognuno se passaria 'a mano p' 'a cuscienza... Mo avimm'aspetta', Ama'... S'ha da aspetta'. Comme ha ditto 'o dottore? Deve passare la nottata».
La commedia, dalla storia profonda, è stata colorita dal dialetto napoletano e dall'ironia che solo la cultura partenopea è capace di trasmettere. Impreziosito dalle ballate tipiche e da una scenografia curata nel dettaglio, lo spettacolo ha calamitato l'attenzione degli spettatori per più di due ore, in tre atti corrispondenti all'evoluzione-involuzione della protagonista famiglia Jovine. Esilarante, ma anche inquietante, la scena dell'ispezione del brigadiere Ciappa: per nascondere i traffici loschi di casa, Don Gennaro si crede morto e parenti e clienti si fingono monache in preghiera per il presunto defunto; dopo aver scoperto la messa in scena, però, comincia un potente bombardamento proprio sull'abitazione: la guerra, così, penetra prepotentemente nella storia.
Il prossimo appuntamento della rassegna teatrale è previsto per domenica 12 ottobre alle ore 19: la compagnia “Calandra” di Tuglie (LE) presenterà “Dr Jekyll e Mr Hyde” di Robert Louis Stevenson con riduzione del testo e regia di Giuseppe Miggiano.
di Antonella Argento
06/10/2014 alle 01:58:29
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