SPETTACOLO MEMORABILE
Peppe Barra omaggia la sua Napoli e incanta Montalbano
Lo straordinario artista partenopeo è stato protagonista di un memorabile concerto nell'ambito della quinta edizione del Montalbano Folk Fest.

Foto Angelo Olive
FASANO - Un artista poliedrico, depositario dei magici segreti dello spirito popolare napoletano: la sua voce è un tramite privilegiato tra passato e presente, tra classico e moderno. Questa una delle tante definizioni di Peppe Barra protagonista ieri sera (venerdì 15 agosto) di uno straordinario concerto nell'ambito del Montalbano Folk Fest. L'evento tanto atteso della quinta edizione della manifestazione organizzata dall'associazione "A Sud - La Compagnia dei sognatori" può essere annoverato tra i migliori in assoluto da quando esiste la rassegna.
L'esibizione di Barra era stata preceduta dalla consegna del Premio Dolmen a Vito Di Tano (leggi altro articolo) e dal mini concerto offerto da Maldestro, giovane cantautore napoletano vincitore di prestigiosi concorsi come il "Premio Fabrizio De Andrè 2013" e il "Premio Piero Ciampi 2013". Timbro vocale a metà tra Fabrizio De Andrè e Fred Buscaglione Maldestro ha proposto alcune sue canzoni dai testi incisivi e dalla musicalità originale. Dimmi come ti posso amare, Dannato amore, Sopra il tetto del Comune, Tento Tanto e Maldestro i titoli proposti per un autore che farà parlare si se.
Poi ecco Barra in scena con la sua napoletanità dirompente e misteriosa. Arriva sul palco con una maschera per intonare Tempus transit che da il la al concerto-recital che attraversa la straordinaria storia della musica napoletana. Musica che viene modellata, dai bravi musicisti sul palco. Poi parla di Pulcinella, maschera tanto cara ai napoletani, e lo fa, da quale grande uomo di cultura quale è, parlando della morte di Antonio Petito, il più celebre Pulcinella napoletano, stroncato da un infarto durante la farsa "Dama Bianca". "Ho preso in prestito delle parole del grande Petito per capire cosa sia l'amore, di cosa sia fatto" spiega il musicista prime di intonare Piccerè. Vasillo e Vasame di Enzo Gragnaniello sono il preludio a una particolare versione-omaggio a Bob Marley: No woman, no cry diventa Non chiagnere chiù con il pubblico che apprezza e accompagna. Ricorda mamma Concetta (altra grande artista) prima di cantare Procida. Segue una raffinata Beguine prima di una trascinante La pansè. Esplodiva comicità con Idillio e merda, un testo di Ferdinando Russo che Barra propone seduto ("Ho una certa età", dice, ricordando di aver festeggiato i 70 anni) prima di salutare con un classico "ci vediamo poco fa" che è anche il titolo del suo ultimo lavoro discografico.
Ma ci pensano i musicisti, con la strumentale Softly, a tenere alta l'attenzione del pubblico prima del ritorno in scena dell'istrionico artista, cambiato d'abito e con uno dei suoi colorati e famosi copricapi. La Ballata del Uallarino fa ripartire la scaletta che prosegue con due omaggi: quello a Salvatore di Giacomo con Munasterio e quello a Giorgio Gaber, grande amico della famiglia Barra, con Lo shampoo. E' un recitar cantando, in continua simbiosi con il pubblico. Arrivano anche Na tazzulella e' pane e Avvertimento. Altra pausa con la band che propone Tarantella terza prima del gran finale. L'ennesima meravigliosa versione di Tammurriata nera e poi i due bis: il primo un omaggio ancora a mamma Concetta ed Eduardo De Filippo e, infine, il saluto su Balocchi e profumi con standing ovation da parte del numerosissimo pubblico intervenuto.
di Alfonso Spagnulo
16/08/2014 alle 07:26:47
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