STORIA INTERESSANTE
Puglia e cultura araba nell'ultimo libro di Vito Bianchi
Lo scrittore e archeologo ha presentato la sua opera al Minareto per iniziativa del movimento 'in Comune' e Pro Selva
FASANO - C' è parecchio del territorio fasanese, anche a livello di immagini nel nuovo libro che Vito Bianchi, scrittore e archeologo fasanese, ha appena dato alle stampe con il contributo di Silvia Sanjuan Ledesma, giovane storica dell'arte di Saragozza. "Bari, la Puglia e l'islam" (pubblicato da Adda Editore) è stato presentato ieri sera (lunedì 4 agosto) al Minareto, nell'ambito di un'iniziativa del movimento "in Comune" e dell'associazione Pro Selva. E' stato Beniamino Attoma Pepe ad introdurre la serata mentre Angela Gasparro ha tracciato un profilo semiserio dell'autore.
Poi la parola è passata a Bianchi. A proposito del libro questo si apre proprio con una splendida fotografia su doppia pagina del loggiato del Minareto, visto dall'interno, e non manca di soffermarsi su monumenti e momenti che legano Fasano alla storia e alla cultura islamica. Oltre alle vedute della dimora silvana di don Damaso Bianchi, che, peraltro, ritornano in altre parti del libro, o di alcune masserie della nostra terra, la pubblicazione dedica molte suggestive immagini a una manifestazione ormai tradizionale del "Giugno Fasanese" quale è la celebre "Scamiciata", strettamente connessa a un islam che, nel Seicento, era declinato secondo forme culturali e ideologia della civiltà ottomana. In effetti, come il libro puntualizza sin dall'inizio, non esiste un unico islam: nell'ambito di una religione già di per se stessa percorsa da correnti disparate, le quali forniscono diverse interpretazioni del Corano, si sono intrecciate consuetudini e modelli apportati via via dalle diverse popolazioni entrate in contatto con i precetti di Maometto.
L'epilogo del lavoro sviluppato da Vito Bianchi è dedicato poi, con un apposito capitolo, all'influenza della cucina islamica sulla gastronomia pugliese: ed ecco che si riscopre la matrice araba delle zeppole o del torroncino di mandorle con zucchero e miele chiamato copeta, e dell'itriya (la pasta alimentare da cui vengoni i ciceri e tria, i ceci con fettucce di sfoglia di pasta). Così come dall'eccelsa gastronomia islamica dipendono le melanzane ripiene o la parmigiana di melanzane fritte e carne tritata, i panzerotti e tanto altro ancora.
di Redazione
05/08/2014 alle 07:28:30
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