Gino Paoli a Fasano: il cielo in una piazza

FASANO - Più forte del maltempo, più forte di un'età che avanza inesorabile. Un artista che riesce a regalare, dopo anni e anni di carriera, intense emozioni. Gino Paoli, ieri sera (giovedì 31 luglio), in piazza Mercato Vecchio (una location che ben si sposa per questo tipo di manifestazioni) a Fasano, ha offerto, ancora una volta, melodia e sentimento. Partiamo col dire che il cantautore genovese non è proprio fortunato quando è chiamato a cantare a Fasano. Nella nostra città c'era già stato nel luglio del 2002, a Masseria San Domenico, per il concerto di chiusura della 19esima stagione di Fasanomusica. Ebbene, in quell'occasione lo spettacolo, inizialmente previsto per il 26 luglio venne rinviato al 28 per via del maltempo. E anche nella stessa serata in cui Paoli si esibì ci fu un nubifragio prima del concerto.

La scena si è ripetuta ieri sera. Mancavano pochi minuti all'inizio quando un acquazzone si è abbattuto su Fasano. Fuggi fuggi generale da parte degli spettatori in cerca di riparo e i tecnici costretti a mettere al sicuro le strumentazioni. Questa pazza estate rischiava così di rovinare l'evento ma così, per fortuna, non è stato. Quando ha smesso di piovere ecco salire velocemente sul palco l'orchestra Ico della Magna Grecia diretta da Stefano Fonzi e i fidi musicisti che accompagnano il tour di Paoli ovvero Roberto Tarenzi al pianoforte, Pasquale Angelini alla batteria e il bravissimo Rosario Bonaccorso al contrabbasso. Prime note ed ecco partire Senza fine, canzone scritta da Paoli per Ornella Vanoni ai tempi della loro love story.

Nel corso degli anni il cantautore genovese ha cambiato anche il suo modo di porsi al pubblico durante i concerti. Fino a qualche tempo fa ogni canzone era occasione per raccontare una storia, un aneddoto della sua vita. Ora, invece, poche parole e spazio alla regina musica. Così sono arrivate, tutte d'un fiato, L'ufficio delle cose perdute, Averti addosso, Sapore di sale (una delle sue hit più famose), Io vado con l'anima. E poi ecco La gatta, brano autobiografico in cui Gino parla della soffitta sul mare dove viveva da bohèmien con la moglie Anna e vari animali sfamando la famiglia quando e come poteva, e ancora Fingere di te (dove ha ricordato la sua infanzia con i carri armati prima tedeschi e poi americani parcheggiati davanti a casa), E m'innamorerai, Vivere ancora, Questione di sopravvivenza, Quattro amici e Che cosa c'è.

A questo punto ecco che l'orchestra si ferma e lascia spazio al Paoli in versione jazz. "Il jazz non si può spiegare - dice il cantautore genovese -. E' suonare come pare a te". Dal palco esprime parole d'amore per questo genere musicale. E' stato Louis Armstrong a stregarlo e da anni, ormai, non disdegna di suonare e cantare jazz insieme a tanti amici in giro per l'Italia. A Fasano ha regalato due classici come All of me e I feel love you.

Il cielo in una stanza, canzone portata al successo da Mina, sembrava aver chiuso poi il concerto ma da artista navigato, Paoli, che non ha rinunciato all'immancabile sigaretta anche mentre cantava, si è lasciato pregare prima di intonare Una lunga storia d'amore (scritta nel 1984 per il film Una donna allo specchio interpretato da Stefania Sandrelli, altro grande amore della sua vita) salutata da una standing ovation da parte del pubblico e Ti lascio una canzone.

Un concerto, abbiamo detto, con la musica protagonista. Paoli scrive canzoni da tantissimi anni e lo fa, per sua stessa ammissione, non per avere ma per dare. Sa bene che la gente cerca anche nelle canzoni un qualcosa che possa utilizzare positivamente nella propria vita. Il cantautore si ritiene un uomo fortunato che ha avuto tanto non rimpiangendo nulla di ciò che ha fatto nella vita, neanche le cose peggiori. E ha saputo, a dispetto dei suoi quasi 80 anni, rinnovarsi non perdendo mai di vista la sua storia e la sua ispirazione. Diventando un mito "senza fine".