SAGGIO FINALE
Pas de Deux: arte ed energia sulle punte
Il saggio di fine anno accademico della scuola coreutica di via Imbriani ha messo in mostra una serie di nuovi talenti
Foto Mario Rosato
FASANO - E' la prima scuola di danza sorta sul territorio di Fasano. La Pas de Deux, con i suoi 23 anni di attività, è ormai un simbolo culturale della nostra città. E i saggi di fine anno sono molto attesi, sia per la cura dei particolari che, soprattutto, per vedere all'opera allievi dalla tecnica sopraffina. Ed è quello che è accaduto anche ieri sera (giovedì 26 giugno), al Teatro Kennedy. "Speranze...", questo il titolo dato allo spettacolo. Non è stato scelto a caso. Il 2014, per la scuola di via Imbriani, è stato un anno difficile da diversi punti di vista e solo la forza d'animo degli attuali soci ha fatto sì che venissero superati gli ostacoli postisi davanti. Questi ultimi per poco non penalizzavano anche la preparazione degli allievi per l'esibizione finale che, per fortuna, si è poi svolta regolarmente.
E' difficile descrivere la bravura degli allievi della scuola, soprattutto quando entriamo nello spettacolare mondo della danza classica. Catechizzati da quella immensa maitre de ballet che si chiama Silvia Humaila hanno strappato applausi a scena aperta. Alcuni sembrano già essere pronti per il salto nel professionismo: parliamo, ad esempio, di Luca Sportelli e Jessica Semeraro. Ma è nel complesso classico che stupisce la scuola. Le varie coreografie firmate dalla Humaila sono un turbinio di croisée, effacée, écartée, battement tendu, pas glissade, sissonne fermée e tombée, insomma accademia di danza personificata. La dans d'école della Pas de Deux è davvero d'altissimo livello. E non solo negli anni accademici più avanzati. A partire dal propedeutico e continuando con i primi anni accademici si nota negli allievi una base superiore alla media che viene poi espressa ai massimi livelli man mano che si cresce. Sin dalle entrée, passando dai relevé sulle punte per finire alle code, la didattica della danza è come da manuale. Certo, è anche vero che ci sono talenti naturali come i già citati Sportelli e Semeraro ma è nell'insieme che il lavoro della scuola raggiunge il massimo del risultato. Il Don Quichotte finale, ad esempio, è stato da antologia.
La differenza di stili si nota anche all'interno della stessa scuola che contrappone il metodo Vaganova impartito dalla Humaila (più elegante e tecnico) a quello cubano personalizzato dell'altro insegnante, Antonio Aguila, decisamente più "fisico" e atletico.
di Alfonso Spagnulo
27/06/2014 alle 07:18:08
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