MOSTRA PITTORICA
Un percorso di fede su tela per l'associazione 'InArte'
Inaugurata, con una presentazione del professor Vito Bianchi, una mostra a Palazzo Pezzolla che ripercorre i pellegrinaggi cattolici medievali
FASANO - Si è aperta ieri (sabato 7 giugno), a Palazzo Pezzolla a Fasano, la mostra "I colori della fede" fortemente voluta dall'associazione culturale 'In Arte' costituita da artisti locali che, amanti della pittura, hanno voluto rappresentare, in questa occasione, alcuni luoghi storico-culturali pugliesi. Martino Rubino, fondatore del sodalizio, nel suo saluto ha sottolineato come la mostra fosse dedicata a Giovanni Celeste, un socio dell'associazione prematuramente scomparso. Ma a presentare i lavori e l'idea che l'associazione ha voluto imprimere con i quadri è stato il professor Vito Bianchi che ha parlato dei motivi che cagionavano i pellegrinaggi e di come questi avvenivano, di chi fossero i pellegrini e di dove venissero accolti, fino allo sbarco in Terrasanta dalle navi che erano salpate dai porti di Barletta, Trani, Bari, Monopoli, Brindisi od Otranto.
"Viaggiare voleva dire anche scoprire Paesi e genti nuove - ha spiegato Bianchi -, comportava pure disagi e pericoli: briganti, lupi, pirati, freddo o caldo costituivano ostacoli da superare e da temere. Ecco che quindi l'apparizione di monumenti sacri, di chiese o monasteri, di castelli e di borghi, di villaggi rupestri o città murate, era davvero salutata con un sospiro di sollievo dal pellegrino, come una visione tranquillizzante e quasi epifanica, che poteva contribuire a placare l'ansia e, per la particolare intensità emozionale, finiva per stagliarsi a tinte vivide nella mente e nel cuore del viaggiatore. Erano i luoghi della fede, con i colori della fede: ed è proprio questo il senso della mostra che oggi inauguriamo, la quale mette in rassegna una serie di luoghi che rappresentavano delle tappe specifiche nel percorso pugliese della via Francigena. Come apparizioni, come visioni si sono cristallizzate prima nei cuori e negli animi dei pittori di “InArte”, e poi si sono riversati sulle tele, nello sfolgorio delle suggestioni innescate negli artisti quasi come in quei pellegrini medievali che scendevano nelle Puglie e che fiduciosi attendevano di avvistare, a distanza, un riferimento di Castel del Monte, un campanile delle basiliche di Trani o Bari, mentre l'odore del mare si faceva via via più intenso.
Tutte queste suggestioni - ha continuato il professore - sono state captate e affidate ai dipinti dagli artisti di “InArte” che, guidati da Martino Rubino, si sono mossi proprio come i gruppi di viatores medievali attraverso le potenti vestigia che di quel fantastico periodo sono arrivate fino a noi. Ciascuno degli artisti ha sentito e ha interpretato a modo suo un monumento, un paesaggio, un'emozione, restituendocene il profilo ora filtrato da una propria sensibilità, ora ricostruito con nettezza quasi fotografica, oppure impreziosito con ispirazioni nuove e intense. In ogni caso, la nostra storia, la nostra bellezza, la bellezza dei nostri beni culturali non ha mancato di generare e rigenerare altra arte, altra bellezza, altra intensità d'animo e altre vibrazioni del cuore: dobbiamo, quindi, riflettere su questo, su tutto il buono e tutta la leggera letizia che possono consentirci di esprimere ancora delle testimonianze del nostro passato: che poi sono testimonianze di noi stessi, e che non smettono di innescare quella sensibilità per cui possiamo dirci veramente e fieramente umani. Fosse anche solo per questo, è nostro dovere di cittadini e di italiani preservarne e valorizzarne la memoria e l'integrità, come una delle poche ancore di salvataggio di una nazione e di un popolo smarrito nella crisi e alla spasmodica ricerca di un'identità, di un collante che solo la nostra storia e la nostra arte potranno restituirci. La mostra che da oggi possiamo ammirare qui, questa mostra che ha riunito intelligenze ed entusiasmi, per fare arte a partire dal nostro patrimonio storico-artistico, ne è una prova cristallina e più che evidente. Non dimentichiamo, non perdiamo la nostra storia e le sue tracce, i suoi colori millenari: perché è su quella storia che possiamo e dobbiamo ricostruire il senso più vero e forte della nostra nazione e del nostro essere italiani".
I quadri in mostra vedono rappresentati la chiesa rupestre di S. Andrea e Procopio di Monopoli, il santuario di Pozzo Faceto, gli insediamenti rupestri di Fasano, il tempietto di Seppanibale di Fasano, la chiesa di S. Pietro a Octava di Fasano, la Via Traiana, il Castello Svevo di Brindisi, la fontana di Tancredi di Brindisi, le colonne sul porto di Brindisi, la cattedrale di Otranto, il tempietto di S. Pietro di Otranto, il campanile Angioino di Monte S. Angelo, la chiesa di Santa Maria Maggiore di Monte S. Angelo, Castel del Monte, il castello di Barletta, la cattedrale di Trani, la cattedrale di Altamura e la Basilica di S. Nicola.
Gli artisti che espongono sono Maria Damiani, Giovanni Celeste, Martino Rubino, Pina Angelini, Maria Antonietta Pastore, Lucia Tedeschi, Giuseppe Santoro e Rosa Maria Lepore. La mostra resterà aperta sino al 15 giugno con i seguenti orari: mattina ore 10-12; pomeriggio ore 18-20.
di Redazione
08/06/2014 alle 08:19:30
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