RASSEGNA TEATRALE
Il 'barbone' Fabrizio Giannuzzi si racconta al Teatro Sociale
L'attore fasanese è stato protagonista del quarto spettacolo della rassegna 'Springtime' dal titolo 'Come la polenta ad agosto' presentato ieri sera, 7 maggio

FASANO – Zorro è un senza tetto come tanti: non segue i ritmi del ‘sistema', trascorre le sue giornate ripetendo pochi gesti quotidiani, cerca di far fronte alla solitudine e alla fame. Come tutti i barboni, però, ha una storia personale da raccontare, dei pensieri su cui riflettere. Del resto, «la strada ti regala il tempo»: che sia una panchina o un marciapiede, la mente viaggia, si sofferma sul passato e si confronta con il presente.
Nella serata di ieri (mercoledì 7 maggio), l'attore fasanese Fabrizio Giannuzzi ha dato prova delle sue spiccate e poliedriche capacità interpretative portando sul palcoscenico del Teatro Sociale proprio la storia di un rassegnato e ironico vagabondo con lo spettacolo ‘Come la polenta ad agosto', da lui stesso diretto, liberamente tratto dal romanzo ‘Zorro, un eremita sul marciapiede' di Margaret Mazzantini. Lo show ha rappresentato il quarto appuntamento della rassegna teatrale ‘Springtime' organizzata dall'Associazione culturale ‘Babele'.
Il barbone Giannuzzi presenta al pubblico la sua giornata dal momento del risveglio; ripercorre quelle vicende che hanno stravolto la sua esistenza, dalla giovinezza in una famiglia incapace di comprenderlo al tragico incidente in cui investe un giovane meccanico, deceduto in seguito per complicazioni. È l'inizio del baratro: anche sua moglie Anna lo abbandona e sembra compiersi quello che il destino ha deciso per lui. A muovere questo destino, tuttavia, è il libero arbitrio, quello che fa agire gli uomini secondo le proprie volontà, quello che permette persino di preparare un piatto come la polenta nel mese di agosto. Per Zorro, il fato ha prescritto, appunto, la vita da deambulante costretto a godersi il dilatarsi di un tempo sempre uguale che gli permette di essere un «poeta per ovvia contingenza».
L'esibizione, coniugando la drammaticità della storia e la verve di un artista come Fabrizio Giannuzzi, è riuscita a trasmettere le emozioni e il punto di vista di un uomo ai margini della società ma ancora ricco di ricordi di vita da raccontare.
di Angelica Sicilia
08/05/2014 alle 07:04:35
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