RASSEGNA TEATRALE
Il delirio d'amore della regina Pentesilea rappresentato da Roberto Corradino
L'Associazione 'Babele', ideatrice della rassegna 'Springtime', nella serata di ieri 30 aprile, ha portato in scena il monologo 'Perché ora affondo nel mio petto'
FASANO – Amore e Follia, esseri devastanti e inseparabili, guidano la turbolenta rievocazione di un rapporto senza confini emotivi, una storia di anime e di corpi dominata da un incontrollabile delirio. È questo ‘Perché ora affondo nel mio petto. Un bluff teatrale sull'amore (L'amore è un bluff teatrale)': terzo appuntamento di ‘Springtime', rassegna in scena al Teatro Sociale di Fasano, rappresentato ieri sera (mercoledì 30 aprile). Roberto Corradino, autore, regista e protagonista della pièce, con disarmante capacità interpretativa è riuscito a trasmettere il drammatico ardore di un amore stravolto, simboleggiato da un cuore rosso sospeso sul palcoscenico.
Pentesilea, regina delle Amazzoni consacrate a Diana e Marte, alterna ricordi e allucinazioni, marcate da movimenti privi di senso e parole a volte recitate, altre cantate o addirittura sputate senza razionalità e con accento slavo: il suo è il racconto di un amore inteso come devastazione dei sensi, una sorta di tarantola velenosa che, insinuatasi nel petto, fa perdere ogni controllo. Corradino, con lunga parrucca bionda, trucco marcato e abiti scuri, definisce in modo struggente, a tratti parodico, il dramma della guerriera che uccide il suo amato Achille nutrendosi del suo stesso corpo. L'amore viene descritto come una follia incontrollabile trasmessa tramite variazioni nell'umore e nella voce della protagonista, impersonata da un uomo che, nonostante le differenze di genere, riesce a mostrare la percezione ossessiva ed emotiva del dramma femminile.
La versione presentata da Roberto Corradino ripropone in chiave transgender la storia della figura mitologica di Pentesilea descritta dal drammaturgo tedesco Heinrich von Kleist. Nella rivisitazione trovano spazio la tenerezza del sentimento e il suo esatto opposto – la brutalità -, la devastazione e la parodia: colpisce la definizione del desiderio come «un eccesso di febbre che si conclude con uno sbadiglio». A rendere ancora più innovativo l'intero costrutto è l'utilizzo di citazioni poetiche e letterarie ma anche di tracce di musica pop, tra cui il brano Vero Falso di Paolo Meneguzzi e Nuda di Max De Angelis.
Il monologo di un'ora, costruito con persuasione, originalità e, perché no, provocazione, delinea in modo acuto un esempio di bestialità femminile in mezzo agli infiniti casi di ferocia maschile proposti dalla vita quotidiana reale.
di Angelica Sicilia
01/05/2014 alle 06:07:09
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