CULTO RELIGIOSO
Il maltempo ferma i riti fasanesi del venerdì santo
Ieri, 18 aprile, in processione solo le statue dell' 'Ecce Homo' e del 'Cristo Morto' e qualche minuto di raccoglimento dinanzi alla 'Madonna Addolorata' della Chiesa del Purgatorio
Foto Michela Di Leo
FASANO – Il maltempo ha fermato i riti religiosi del venerdì santo: ieri, 18 aprile, soltanto due statue sono state portate in processione nei brevi momenti della giornata in cui non ha piovuto e in pochi hanno visitato i sepolcri allestiti da altre parrocchie fasanesi.
In mattinata, solo il simulacro dell' “Ecce Homo”, accompagnato dall'Ordine Francescano Secolare della chiesa di San Francesco d'Assisi, ha sfilato per le vie della città, seguito dal consigliere regionale Antonio Scianaro, dal vicesindaco Gianleo Moncalvo e dalla consigliera comunale Grazia Neglia. La processione del “Gesù portacroce” e del “Cristo Spirante”, invece, non è partita: confratelli, consorelle e fedeli sono rimasti in Chiesa Matrice per un momento di preghiera e riflessione con il priore don Sandro Ramirez.
In serata, poi, è stata trasportata solo la statua di “Cristo Morto” dalla Chiesa dell'Assunta: l'incedere dei devoti è stato accompagnato dalle parole che raccontano, attraverso le 14 stazioni, il calvario di Gesù, allietato da canti di fede e speranze di vita nuova. La processione della “Pietà”, organizzata dalla confraternita di S. Maria della Salette con partenza dalla Chiesa di S. Francesco da Paola, non ha avuto luogo e quella della “Madonna addolorata” della Confraternita del Purgatorio, infine, è stata annullata: «il simulacro della Vergine, madre del dolore, è stato restaurato da poco» ha detto don Sandro alla folla radunatasi, com'è consuetudine, dinanzi alla chiesa in corso Vittorio Emanuele «pertanto abbiamo deciso di non esporla alle intemperie odierne. Osserveremo qualche minuto di preghiera insieme, ripercorrendo tre stazioni del cammino di Cristo e riprendendo le parole che papa Francesco ha proferito a Roma in occasione della contemporanea via Crucis nel Colosseo».
In particolare, gli astanti hanno ascoltato le riflessioni derivate dalla IV, dalla VI e dalla XIII stazione, precisamente “Gesù incontra sua madre”, “Santa Veronica asciuga il volto di Gesù” e “Gesù è deposto dalla croce”. «La Madonna è la prova che la morte non spezza l'amore» ha professato don Sandro «è quello che accade a tutti noi quando perdiamo una persona cara: siamo vittime di un dolore incommensurabile ma la scomparsa non provoca la rottura dei legami d'amore e d'affetto. Ecco, è dunque un dovere per noi cristiani prenderci cura delle persone che stanno soffrendo ed essere consolazione per chi ha bisogno. Ricordate che la morte è solo la fine dell'esistenza terrena e l'inizio di una nuova vita in un'altra forma».
Il priore, poi, ha chiesto di pensare alla Vergine come madre che assume su di sé i mali della collettività e, dunque, ha colto l'occasione per parlare della violenza e dei femminicidi che giornalmente si consumano in Italia e nel mondo. «Non comportatevi come un bambino che calpesta il giocattolo che non può più avere» è stato il suo ammonimento «la donna non è una proprietà, ma è la metà con cui condividere la vita nel rispetto reciproco».
di Antonella Argento
19/04/2014 alle 06:18:55
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