STUDENTI LETTORI
La storia di Samia raccontata agli studenti del 'Da Vinci' di Fasano
Le prime classi dell'istituto fasanese hanno incontrato Giuseppe Catozzella, autore di 'Non dirmi che hai paura'
FASANO - Una storia vera, un romanzo emozionante, intenso e che ogni scuola dovrebbe adottare per far conoscere alle giovani generazioni il dramma vissuto da popolazioni, come quella somala, che spesso devono rinunciare ai sogni. "Non dirmi che hai paura" il libro di Giuseppe Catozzella è stato presentato ieri mattina (mercoledì 9 aprile) agli studemti delle prime classi dell'istituto superiore "L. da Vinci". Presente il giovane autore che è stato prima intervistato da Ramon Di Tano e poi si è concesso alle domande dei giovani presenti. L'incontro era organizzato dal Presidio del Libro di Fasano in collaborazione con l'istituto diretto da Stella Carparelli che ha portato il saluto iniziale.
"Non dirmi che hai paura" narra di una storia vera, quella di Samia Yusuf Omar, iniziata per le strade polverose della Somalia, abbrutita dalla guerra civile che insanguina il Paese. Samia ha una passione: la corsa. E corre veloce, più veloce dei suoi coetanei, è un cerbiatto. La giovane guarda lontano e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto della sua città e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere le Olimpiadi di Londra del 2012. Per raggiungere questo obiettivo dovrà prepararsi adeguatamente, cercare un allenatore in grado di sviluppare le sue potenzialità per facilitarle il compito. Non potrà più correre nel suo Paese dove gli integralisti acquistano sempre più potere e limitano la sua libertà; dovrà realizzare altrove il suo sogno e per poterlo fare dovrà affrontare il Viaggio, l'odissea dei migranti dall'Etiopia, al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia per arrivare via mare in Italia ma non la raggiungerà mai perché morirà prima. Una storia intensa quella raccontata da Catozzella, diventata un fenomeno nazionale.
"Quando mi sono imbattuto nella notizia della vita e della morte di Samia - ha raccontato l'autore - mi sono sentito in colpa da italiano per la sua morte e ho deciso che avrei raccontato nel paese che Samia vedeva come sua salvezza e speranza di vita nuova e in cui non era mai riuscita ad arrivare. È un esempio meraviglioso di cosa un essere umano è in grado di fare per raggiungere un sogno. È una storia di speranza e di coraggio. Anche per questo ho deciso che a questa storia avrei dedicato molti mesi della mia vita”.
di Redazione
10/04/2014 alle 01:10:48
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