STAGIONE TEATRALE
Il ritmo delle canzoni di Renato Carosone travolge il pubblico del Kennedy
Per il punultimo evento in programma della stagione teatrale messa a punto dal Comune, il cantante Sal Da Vinci ha interpretato il famoso 'americano di Napoli'
FASANO – Alla fine degli anni '50, l'artista-innovatore Renato Carosone annunciò in tv un inspiegabile ritiro dalle scene. Era l'apice del suo successo: dopo canzoni spensierate, ritmi incalzanti e musiche piene di sorrisi, il Maestro decise volontariamente di allontanarsi dai riflettori. Ma, cosa lo spinse ad abbandonare il campo? Su questo mistero cerca di indagare un giornalista, con l'obiettivo di analizzare la vita di Carosone per poterla trasformare in una fiction Rai. È questo l'inizio del musical ‘Carosone. L'americano di Napoli', penultimo appuntamento della stagione teatrale di Fasano rappresentato ieri sera (martedì 18 marzo) al teatro Kennedy.
Lo spettacolo, nato da un'idea di Fabrizio Vacalebre e diretto da Fabrizio Bancale, ha celebrato l'uomo che per primo introdusse la sperimentazione nella musica italiana, fondendo le armonie napoletane alla musicalità dello jazz e dello swing americano, la comicità all'inevitabile coinvolgimento del pubblico. Le novità tecniche e strumentali delle sue canzoni e la velocità su cui venivano suonate, lo resero un vero caposcuola, apprezzato in tutto il mondo.
Dicevamo del giornalista (Lello Radice), alla ricerca di una storia da sceneggiare. Proprio dinanzi a lui, compare Renato Carosone in persona, che ha la voce e le movenze dell'altrettanto napoletano Sal Da Vinci. Con un corpo di ballo di ‘maruzzelle' e ‘sarracini', un gruppo di musicisti, una procace figura femminile (la star del burlesque Claudia Letizia) e un dj alla consolle, il Carosone-Da Vinci ripercorre divertito gli anni della ribalta. Nei suoi ‘tempi d'oro', c'erano le scenette comiche di Pigliate ‘na pastiglia con la sua mitica band − composta dal chitarrista olandese Peter Van Wood (interpretato da Pietro Botte dei Posteggiatori Tristi) e dal fantasista Gegè di Giacomo (in scena Giovanni Imparato) −; non mancavano i pezzi allegri come O'sarracino e Torero, quelli più dolci ma sempre ritmati tra cui Chellà lla, Na canzuncella doce doce. E poi Tu vuò fa' l'americano, l'evergreen che non ha mai smesso di essere suonata e che, anzi, assieme a molti altre canzoni di Carosone è oggetto di incisioni disco e rimaneggiamenti creativi.
Lo stile inconfondibile di Carosone ha padroneggiato lo show, realizzato come se fosse una festa in onore dell'americano di Napoli e dei ‘carosoniani', discendenti ed estimatori di un modo internazionale di fare musica. Alle esibizioni dei ballerini, ai remix della dj (Roberta Monticelli) e alle incredibili performance vocali di Sal Da Vinci, sono stati affiancati alcuni brevi filmati in bianco e nero e le testimonianze di artisti del calibro di Pino Daniele, Carlo Verdone e Fiorello.
In ‘Carosone. L'americano di Napoli' la storia resta incompleta e scarna, forse per scelta dovuta: offrire il meritato spazio ad una sola protagonista: la musica del Maestro, la prima a reinventarsi unendo la tradizione all'italiana all'originalità d'oltreoceano. Le travolgenti canzoni e la voce di Sal Da Vinci hanno scaldato il pubblico fino a trascinarlo nelle atmosfere innovative di un artista che ha fatto la Storia della musica italiana nel mondo.
di Angelica Sicilia
19/03/2014 alle 06:53:48
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