INIZIATIVA CULTURALE
Fasano ha ricordato la figura di Nunzio Schena
Questo pomeriggio (giovedì 6 febbraio) l’Università del tempo libero ha organizzato un incontro per celebrare il noto editore
FASANO - “Nunzio Schena, un galantuomo del Sud che ci ha dato l'orgoglio di essere fasanesi”: così il giornalista Franco Lisi ha definito l'illustre concittadino, fondatore nel 1947 della casa editrice omonima che, in quasi settant'anni d'attività, ha stampato più di duemila libri. Per celebrare l'autorevole personalità di Schena a dieci anni dalla sua scomparsa, questo pomeriggio (giovedì 6 febbraio), nella sala di rappresentanza del Palazzo municipale, la locale Università del tempo libero ha organizzato, con il patrocinio del Comune, un incontro sulla figura di uno dei più illustri fasanesi di tutti i tempi: all'appuntamento hanno preso parte il sindaco Lello Di Bari, l'assessore alla pubblica istruzione Renzo De Leonardis, il presidente dell' Utl Antonio Carbonara e la prof.ssa Palmina Cannone (che, con l'editore Schena, ha pubblicato numerosi volumi dedicati a pezzi di storia fasanese). Ognuno ha portato il proprio ricordo e qualche aneddoto di un uomo generoso, diligente e allegro. Relatore del convegno è stato Angelo Di Summa, amico e collega dell'editore.
Nunzio Schena, nato a Fasano nel 1925, rimasto orfano di padre fu allievo di don Sante Perna, ereditando quella filantropia tipica del fondatore dell'Istituto Sacro Cuore, che da ragazzo frequentò. La prima sede di “Grafischena” fu in via Egnazia, ma nel 1972 la tipografia fu ampliata e si trasferì nel grande stabilimento di viale Stazione con il nuovo marchio “Schena editore”. I libri, sebbene fossero la passione principale di Schena, non furono la sua sola occupazione: egli si dedicò anche alle arti contadine e alla cultura più disparata, promuovendo la prima mostra dell'artigianato fasanese nel 1950 e ricevendo la laurea honoris causa in Lettere dall'Università di Pavia.
Papa Giovanni Paolo II volle incontrare Nunzio Schena in un'udienza privata in Vaticano, il 13 dicembre del '90, per congratularsi della particolare veste grafica e contenutistica di “Una vela di speranza”, il volume edito da Schena sulla visita tarantina del pontefice risalente all'anno precedente. E, nello stesso anno, anche il Dalai Lama, in occasione della pubblicazione del libro “Tibet in fiamme”, consegnò in dono al tipografo fasanese la sciarpa di lino, in segno di eterna amicizia. Il nipote omonimo dell'editore ha illustrato questi momenti importanti attraverso una serie di fotografie storiche che hanno permesso ai numerosi concittadini e amici presenti in sala di ricordare e onorare una figura tanto pregevole. Mons. Domenico Padovano ha salutato così l'illustre fasanese durante la sua cerimonia funebre nel 2003: “Nunzio di nome e di fatto, messaggero della cultura meridionale”.
di Antonella Argento
06/02/2014 alle 22:14:07
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