APPUNTAMENTO RITROVATO
Ritorna la festa religiosa di San Gennaro alla Selva di Fasano
La manifestazione non si svolgeva da anni ma si è voluta riproporla dato l'interesse e la fede di alcuni silvani
FASANO - Dopo qualche anno di silenzio rivivrà alla Selva la festa religiosa di San Gennaro. Don Gino Copertino, oggi (giovedì 19 settembre) alle ore 17,30, officerà la messa nella omonima chiesetta. Il tempietto, ubicato in viale “delle viti” (angolo viale “delle querce”), appartiene alla famiglia Goffredi, che lo fece edificare, insieme alla casina di sua proprietà, nel 1700, come si rileva dal calice datato 1746. All'interno della cappella gli arredi sono stati oggetto, nel tempo, di ripetuti e continui furti, per cui l'attuale immagine di San Gennaro non è quella originale. Sono antiche, invece, le stampe del Cuore di Gesù e di Maria, della Madonna del Rosario, di San Giovanni, di Sant'Antonio e di Santa Teresa. La chiesetta, nei tempi andati, era nascosta tra due querce di cui una, gigantesca e superba, fu divelta dal ciclone, che si abbatté sulla Selva il 12 settembre 1937. Perché alla Selva una cappella intitolata a San Gennaro, santo napoletano per eccellenza?
La risposta, come scrivo nel mio volume “Raccontando Fasano. Artigianato-Personaggi- Tradizioni”, (pp.202-5, Schena ed. 1998) “è da ricercare nelle origini della famiglia Goffredi, nelle vicende storiche del Mezzogiorno, di cui la nostra città è stata anche protagonista, senza tralasciare la grande simpatia che i conterranei hanno da sempre dimostrato per la città partenopea, dove “i signori” si recavano spesso. Essi erano pure assidui frequentatori del Teatro San Carlo, prima che in loco nascesse il Teatro Sociale. Si comprende come abbiano assimilato la devozione per San Gennaro, nome con cui si battezzavano frequentemente i bambini. Scennäre, infatti, era un nome comune, in passato, a Fasano. San Gennaro, pertanto, può essere considerato un santo fasanese di adozione”. Una volta, accanto ai festeggiamenti religiosi, consistenti nel triduo, nell'esposizione del SS. Sacramento, e nella celebrazione sotto l'albero della suddetta quercia di due messe, una letta e l'altra cantata, c'era la festa folclorica riservata ai Goffredi e ai loro numerosi amici. La animavano gare podistiche e ciclistiche, lotterie a premi, spettacoli con l'elezione della reginetta della festa, musica, comicità, lancio di mongolfiere e fuochi pirotecnici.
La festa si svolgeva sul piazzale antistante la chiesa, illuminato da una lanterna ad acetilene sistemata sul campanile della medesima. Si spera che l'anno prossimo sia ripristinato anche il segmento folclorico di questa festa che, come quella di San Michele (29 settembre), legata alla figura del prete – poeta don Filippo Bonifacio, segnava la fine della villeggiatura silvana. E su questo itinerario storico-devozionale-folclorico i turisti troverebbero davvero tanto da scoprire del nostro territorio e della nostra Puglia.
di Palmina Cannone
19/09/2013 alle 07:47:45
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