INCONTRO CULTURALE
Cento anni di scavi a Egnazia raccontati dagli archeologi al Minareto
L'incontro è stato organizzato dalla sezione di Fasano della Società di Storia Patria per la Puglia presieduta da Angelo Sante Trisciuzzi
FASANO – “Egnazia 1913 -2013 cento anni di scavi - Incontro con i protagonisti” questo il tema del partecipato incontro tenutosi ieri sera (lunedì 19 agosto) al Minareto a Selva di Fasano. L'incontro era organizzato dalla sezione di Fasano della Società di Storia Patria per la Puglia in collaborazione con la Pro Selva e l'Inner Wheel. E' stato infatti il presidente della Società di Storia Patria fasanese Angelo Sante Trisciuzzi, dopo il saluto del sindaco Lello Di Bari, a introdurre la serata. Trisciuzzi ha voluto ricordare le numerose figure, anche locali, che hanno contribuito allo sviluppo del museo egnatino e il perché dell'iniziativa. L'archeologo Vito Bianchi ha poi fatto un preciso excursus storico degli scavi effettuati nel sito fasanese e di come poi sia nata anche l'idea di un museo.
Egnazia, centro dei Messapi posto ai confini tra la Peucezia (a nord) e la Messapia (a sud), fu un'antica e importante città greca e romana posta lungo la via Traiana. Citata da Plinio, Strabone ed Orazio, che la ricorda in una Satyra che narra il suo viaggio da Roma a Brindisi, è oggi uno dei più interessanti siti archeologici della Puglia; per i cospicui ritrovamenti di un determinato tipo di ceramica, ha dato il nome ad uno stile decorativo di ceramiche del IV e III secolo a.C., chiamato "stile di Gnatia", anche se non ne fu il principale centro di produzione. Abbandonata dagli abitanti conobbe un inesorabile declino ed abbandono sino a che un secolo fa non fu interessata da una prima campagna di scavi metodologica che ripotò alla luce, tra l'altro la piazza porticata (scoperta da Quintino Quagliati) e di altre interessanti strutture che stanno aiutando gli archeologi a chiarire alcuni aspetti urbanistici finora non del tutto conosciuti. Altre campagne di scavi si susseguirono nel 1939, 1964 e 1978.
A molte di queste parteciparono anche gli archeologi Anna Maria Chieco Bianchi Martini e Stefano Di Ceglie che ieri sera hanno raccontato la loro eccezionale esperienza egnatina. La Chieco Bianchi Martini è colei che ha ritrovato la testa del “Dio Attis” attualmente esposta al museo di Egnazia e giudicata da Bianchi “la più bella testa di Attis al mondo”.
di Redazione
20/08/2013 alle 07:10:52
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