L'ultimo libro di Vito Bianchi recensito dal Corriere della Sera

FASANO - All'ultimo libro di Vito Bianchi, "Bari, la Puglia e Venezia", il Corriere della Sera di ieri, domenica 7 luglio (edizione nazionale), nel domenicale "la Lettura", ha dedicato un'intera pagina, a firma di Raffaele Nigro. Vi si racconta delle relazioni intercorse nei secoli fra Bari e Venezia: città entrambe cresciute coltivando un rapporto intimo con le acque dell'Adriatico e con il Levante.

La prima parte del volume tratteggia in parallelo l'origine di Bari e di Venezia, la loro crescita, e i momenti di condivisione di una comune sfera economica e politica. Peraltro, le due città entreranno in competizione per accaparrarsi le venerate reliquie di san Nicola da Mira: cosicché, ancor oggi, ambedue le comunità religiose sostengono di possedere le “vere” spoglie nicolaiane, pertinenti al santo protettore dei naviganti. Fra puntuali accordi economici (nel 1122 e 1175) e diatribe politiche (Federico II di Svevia farà impiccare a Trani il figlio del doge), fra ingerenze venete e circuiti commerciali legati all'olio d'oliva, le vie del mare favoriranno l'intensità dei contatti fra la Terra di Bari e la Laguna: il governo di Venezia si affermerà in diverse città e campagne pugliesi, mentre l'approvvigionamento di legname per i vascelli della Serenissima verrà effettuato nei boschi della bassa Murgia, ricchi di querce.

Ci saranno mercanti e agenti veneziani a Bari nel XVI e XVII secolo, e viceversa; e un profluvio di opere d'arte veneziane, in primis dipinti, si effonderà nelle Puglie fra tardo Medioevo e Settecento. La storia dei contatti fra Bari, le Puglie e Venezia si offre perciò come una bellissima scoperta, verso cui, passo dopo passo, il libro accompagna il lettore, anche tramite il ricco catalogo delle opere curato da Clara Gelao, direttrice della pinacoteca di Bari.