INCONTRO FORMATIVO
Il giornalista Claudio Monici racconta la guerra ai ragazzi
Nell’ambito del Progetto Legalità, le terze classi delle scuole ‘Bianco’ e ‘Pascoli’ hanno ascoltato le esperienze vissute dall’inviato del giornale ‘Avvenire’ al Teatro Sociale
FASANO - «La guerra è un aspetto quotidiano della vita e c'è bisogno di qualcuno che la racconti. Solo raccontando si può capire». È stata questa la risposta del giornalista Claudio Monici alla domanda sul mestiere dell'inviato posta da uno studente. Come lui, in tanti hanno chiesto curiosità e riflessioni al reporter del quotidiano ‘Avvenire' ospitato questa mattina (23 marzo) al Teatro Sociale per il Progetto Legalità. Le autorità civili e militari presenti all'incontro, gli insegnanti ed il giovane pubblico hanno ascoltato con attenzione il relatore, lasciandosi catturare dalla sua accattivante esposizione.
Quella di oggi, dunque, è stata una giornata scolastica diversa per i ragazzi del terzo anno delle scuole medie ‘Giacinto Bianco' e ‘Giovanni Pascoli' di Fasano: niente libri e interrogazioni ma esperienze di vita vera descritte da un giornalista che per più di un ventennio ha testimoniato fatti avvenuti in posti lontani e pericolosi. E raccontare la morte e la distruzione non è impresa da poco. In qualità di corrispondente di guerra, Monici ha vissuto in situazioni estreme, ha contratto per due volte la malaria, è stato persino rapito da alcuni miliziani durante il conflitto in Libia del 2011 ma questo non gli ha impedito di continuare a informare, di dare una voce a chi non ne ha.
Durante l'incontro, il reporter ha ricordato agli studenti alcune delle sue esperienze, non nascondendo una spontanea commozione generata dalla memoria di immagini e fatti accaduti in zone calde del pianeta. Tante sono le atrocità che Claudio Monici ha potuto riferire, altrettanto numerose le storie di ragazzi coinvolti, loro malgrado, in conflitti lunghi e sanguinosi. Per questa ragione, il giornalista ha voluto rivolgersi direttamente agli studenti spiegando loro «l'importanza di comprendere che esiste un mondo diverso e complesso al di fuori delle nostre porte, un mondo sottilissimo dove i bambini e gli adolescenti sono già uomini con un mitra tra le mani e le cui vite si possono spezzare velocemente nell'arco di una giornata». Nel suo racconto l'inviato ha rievocato gli eventi legati ai cruenti scontri in Africa, ai conflitti nei Balcani dei primi anni '90, alle guerre civili in Armenia che lo hanno visto impegnato lo scorso febbraio.
«Per poter fare questo mestiere occorre passione ma soprattutto curiosità – ha dichiarato Monici –. Incontrare persone in difficoltà fa male e pensare alle vite spezzate senza un perché toglie il respiro ma tutte le cose che ho vissuto sono dentro di me». Con estrema umiltà e semplicità, il giornalista ha esposto le sue vicende professionali e personali, prospettando duri scenari incontrati in tre continenti diversi. Infine, alla giovane platea ha augurato di poter vedere un mondo diverso da quello che ha incontrato nella sua esperienza di uomo e cronista impegnato al fronte.
di Angelica Sicilia
23/03/2013 alle 17:47:48
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