SPETTACOLO TEATRALE
Uccio De Santis tra musica e parole
Ha fatto tappa al Teatro Kennedy lo spettacolo ''E' da una vita che faccio questa vita'', dei fratelli De Santis.
FASANO - ‹‹E se non ridi più alla vita, ora ci pensiamo noi!››. Queste le parole della canzone che ha aperto lo spettacolo "E' da una vita che faccio questa vita", di Uccio e Antonio De Santis, andato in scena ieri sera (28 febbraio), al Teatro Kennedy. Perchè, in effetti, col forte stato di crisi in cui versa il Paese è alquanto difficile sorridere ancora. ‹‹E va bene che non abbiamo il Papa, e va bene che non abbiamo il governo, ma almeno l'acqua nei camerini!››, ironizza Uccio, alludendo al temporaneo disservizio che ha interessato l'intera città, a causa di lavori ad opera dell'Acquedotto Pugliese.
Da qui una carrellata di battute, alternata da momenti di pura musica, gestiti dall'orchestra “Da Favola”, composta da Marco Giuliani (chitarra e voce), Aquilino De Luca (tastiere), Gianni Binetti (sax), Donny Balice (tromba), Michele Ciavarella (percussioni), Beppe Sequestro (basso), Gianfranco Masi (batteria) e le vocalist Daniela Desideri e Nicla Altomare. Ad affiancare De Santis nella recitazione la brillante Antonella Genga.
Con un perfetto equilibrio tra ilarità e riflessione, il comico barese ha toccato quelle che sono le più attuali tematiche che interessano la quotidianità di ciascuno. Spazio, come detto, per la crisi economica. Lo sapevate che, pur di risparmiare qualche centesimo, le famiglie italiane sono costrette ad acquistare dai vari supermercati solo i prodotti in offerta? E se il compito di rifornire la dispensa viene affidato all'uomo anziché alla donna? ‹‹In questo caso - spiega Uccio - si spende più di telefonate che di acquisti. Il cellulare squilla ogni tre minuti. "Amore, ricordati di comprare il latte, ma mi raccomando non intero!". Certo, lo apro, ne butto un pò e porto a casa quello che resta?››. Per non parlare, poi, dei nomi che, adesso, le grandi aziende attribuiscono agli alimenti. ‹‹Vuoi comprare dei biscotti? Ci sono gli abbracci, le coccole, i baci... Ma non era meglio fare direttamente una "pomiciata" con la commessa?››. Dilemmi, dunque, della vita di un uomo.
Diverso sarebbe se si parlasse, invece, di automobili. Qui peccherebbero le donne. ‹‹Caro, ho deciso che cambio la macchina. La voglio grigio metabolizzato e soprattutto che sia dotata di iceberg››. Ma De Santis non risparmia neppure una delle professioni più stimate al mondo: il medico. ‹‹Lo sapevate che esistono più barzellette sui medici che sui carabinieri? Ebbene sì. Perchè, a detta dei pazienti più fantasiosi, nasce l'unghia carnivora, e per guarire dall'influenza occorre assumere l'aspirina fosforescente››.
Insomma, due ore di De Santis no stop tra barzellette, canto, e addirittura qualche passo di ballo. Notevole il coinvolgimento del pubblico, grazie al quale il comico barese ha potuto rinverdire la sua orchestra. Ecco, infatti, salire sul palco quattro Fasanesi, nel ruolo di suonatori di trombetta, trombone, chitarra e fisarmonica. Ne è nato un improvvisato concerto, frutto della mimica dei quattro inconsapevoli "attori" e delle loro onomatopee.
‹‹La parola d'ordine per sopravvivere, oggi, sarà pur "risparmiare" - ha concluso il comico -, ma per noi è e sarà per sempre "ridere"!››.
di Claudia Turchiarulo
01/03/2013 alle 00:42:53
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