TEATRO KENNEDY
Romeo e Giulietta sulle note di Raffaella Carrà: originalità di una rappresentazione
La compagnia salentina Transadriatica protagonista di una rappresentazione fuori dagli schemi, divertente e triste
FASANO – Cosa c'entrano “Fiesta” di Raffaella Carrà o “Il carrozzone” di Renato Zero con William Shakespeare? All'unanimità diremmo tutti un bel niente. Almeno fino a quando non si assiste al nuovo adattamento di “Romeo e Giulietta” di Francesco Niccolini e portato, sotto la regia di Tonio De Nitto, in scena ieri sera (venerdì 25 gennaio), al Teatro Kennedy, nell'ambito della stagione teatrale, dalla compagnia Transadriatica. Sette gli attori tra cui il fasanese Fabio Tinella. Una rappresentazione fuori dai canoni che oltre alla originale scelta musicale affianca anche delle luminarie da festa patronale a sottolineare i vari quadri. Il testo di Shakespeare ne esce stravolto con i dialoghi non in rima ma in prosa. «Tutto è gioco – spiega lo stesso Niccolini -, tutto è capriccio, il ritmo e il tono scherzosi, la storia spesso comica, fino a prova contraria, fino al sangue versato, fino a un padre che dà della puttana alla figlia, fino alla morte dei compagni di gioco, fino al rimpianto più feroce e alla colpa. Come nel più classico dei casi da tragedia, la colpa dei padri, che, come scrive Pasolini, deve essere gravissima per meritare una così atroce punizione. Ed è questo il motivo per cui amo tanto Romeo e Giulietta: perché racconta la colpa più grave in assoluto di cui noi essere umani ci macchiamo e subiamo allo stesso tempo, la soppressione dell'infanzia e dell'adolescenza. Una soppressione che tutti piangono, perché tutti siamo stati ragazzi e poi tutto è finito».
Insieme a Tinella, sul palco, anche Lea Barletti, Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Filippo Paolasini e Luca Pastore: La regia di De Nitto rasenta la perfezione con tempi scenici mai statici e banali che movimentano l'intero spettacolo. Si ride ma alla fine è pur sempre una tragedia. E quando Giulietta si trafigge disperata per la morte del suo Romeo ci pensa anche un tuono occasionale a rendere ancora più magica l'atmosfera. “Romeo e Giulietta è chiedersi quanto i genitori amino veramente i figli – si legge sulle note di regia -, quanto possano capirli, quanto invece non imparino a farlo troppo tardi. È un gruppo di famiglia sbiadito e accartocciato dal tempo, una foto che ritrova vigore e carne per poi consumarsi e scolorirsi di nuovo. Sono le morti innocenti, i desideri irrealizzati e la capacità di sognare che non può esserci tolta”.
di Alfonso Spagnulo
26/01/2013 alle 03:15:57
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