STAGIONE DI PROSA 2025
“Magnifica presenza”: una commedia che riflette sull’arte
Ieri 22 gennaio è andata in scena l’opera di Ozpetek, quarto appuntamento con la stagione di prosa al Teatro Kennedy
Fasano - A teatro s'impara a fingere, a impersonare l'altro; a teatro s'impara a scrollarsi di dosso l'ego; ma a teatro, per essere convincenti, si deve imparare a mettere in scena la parte più intima del proprio sé: il passo fondamentale è sapersi sedere davanti a uno specchio.
Non a caso, ieri 22 gennaio, sul palco del Teatro Kennedy due grandi specchi hanno dominato la scenografia che ha fatto da sfondo a un'opera intensa: con la regia di Ferzan Ozpetek, adattamento teatrale della sua riuscita pellicola cinematografica del 2012, Magnifica presenza ha lanciato al pubblico messaggi profondi, non banali, camuffati dall'ironia e dalla leggerezza di una commedia intelligente.
Quando il giovane Pietro Ponte (Erik Tonelli) arriva a Roma, si sorprende di trovare un alloggio in tempi brevi; una casa a Monteverde sembra un sogno, il suo sogno: la vita, Pietro, se la immagina da attore, sui palchi dei teatri d'Italia, anche se di mestiere fa ancora il pasticcere. La sua spalla, comica e non solo, è Maria (Tosca D'Aquino), amica che lo sostiene e lo incoraggia; a lei Ozpetek affida il ruolo di “mattatrice”. Il sogno, però, si svela essere più cupo: Pietro non è solo in casa; a fargli compagnia ci sono cinque spiriti che, però, soltanto lui riesce a vedere e sentire. Non a caso questi spiriti di mestiere erano attori: facevano parte della compagnia Apollonio, diretta dalla capocomica Lea (Serra Yilmaz).
Costante nelle opere di Ozpetek è la coralità e Magnifica presenza non è esente da ciò. In un contesto non familiare, Pietro – solo in una grande città e in una vecchia casa – riceve in dono una famiglia, quantomai ideale, che lo educa all'arte più sottile che esista. Il palco pieno di attori, così come la casa messa in scena, è la maniera con cui il regista turco firma le sue opere, sempre corali, familiari, a significare il ruolo centrale del concetto di famiglia, molto più spesso “acquisita” e non di sangue. Gli spiriti si fanno “casa”, sono consiglieri, amici, confidenti; soprattutto, gli spiriti sono maestri di un'arte che rende invisibili: l'attore, per definizione, è colui che mette da parte sé stesso per far posto ai personaggi. Qui la metafora: gli invisibili spiriti insegnano a un uomo in carne e ossa il vero rapporto con il sé, specchiandosi negli occhi di uno smarrito inquilino di un altro tempo.
Attraverso Pietro gli spiriti riescono a ricostruire la propria storia, scoprono d'essere morti, scoprono l'inganno e il tradimento di chi preferì il gioiello agli ideali della Resistenza partigiana: con quest'opera Ozpetek intende inviare anche un messaggio politico.
Un testo corale è vivo se tutti gli attori sono in armonia; in Magnifica presenza l'alchimia è stata raggiunta. Sul palco, oltre al trio protagonista, intensi e bravissimi sono stati anche Toni Fornari, Luciano Scarpa, Tina Agrippino, Sara Bosi e Fabio Zarrella.
L'opera rientra nel cartellone della stagione di prosa 2024/2025, promossa dall'amministrazione comunale in collaborazione con Puglia Culture.
Il prossimo appuntamento al Teatro Kennedy è per il 6 febbraio, ore 20:30, con La strana coppia, con Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia.
di Sara Altamura
22/01/2025 alle 23:31:18
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