CULTURA & SPETTACOLO
Musica e parole per la “Ballata per la Katër i Radës”, la nave albanese ha navigato sul palco del Teatro Sociale
In scena la commovente storia di Elvis e Lindita, due “bambini del 1997” protagonisti del naufragio che cambiò la storia del Mediterraneo
Fasano - È andata in scena al Teatro Sociale nella serata di ieri (12 gennaio) lo spettacolo “Ballata per la Katër i Radës”, scritto dalla giornalista Giorgia Salicandro e diretto da Tonio De Nitto.
Il primo appuntamento del 2025 del cartellone allestito da Puglia Culture ha visto come protagonista il racconto dei fatti, realmente e tragicamente accaduti, della nave albanese Katër i Radës, salpata dal porto di Valona e mai approdata a Brindisi.
La pièce prende vita dalle parole degli interpreti Sara Bevilacqua e Riccardo Lanzarone e dalla musica del contrabbasso di Redi Hasa che ha composto e magistralmente eseguito i brani durante lo spettacolo, perfettamente calzanti con gli stati d'animo dei protagonisti.
La scenografia è ben realizzata: al centro una ricostruzione della Katër i Radës, allestita con pezzi di imbarcazione quali oblò, ciambelle di salvataggio, i remi, reti per la pesca, foto di passeggeri. E su cui è seduto il musicista che, con il suo contrabbasso, diventa parte della costruzione scenografica.
Siamo nel 1997 e l'Albania è in subbuglio a causa della guerra civile che ha portato disordini e incertezza. Elvis e Lindita sono due bambini pieni di sogni e di speranze e vedono l'Italia come una via di uscita, a tal punto da mitizzare il Bel Paese oltre la realtà. I due bambini fantasticano sulla stabilità economica e sul benessere degli italiani a tal punto da trovare bizzarro il fatto che “spendano denaro per comprare del cibo specifico per i cani e per i gatti”.
Elvis e Lindita salgono sulla nave Katër i Radës verso un futuro migliore.
Lo spettacolo narra gli istanti e gli stati d'animo delle persone presenti sulla nave albanese, la loro voglia di vivere una vita normale. Il nemico più grande si trova sott'acqua ed è Kuçedra, il demone dell'acqua, della tempesta, del fuoco e ctonio nella mitologia, descritto come un enorme drago serpentino femminile a più teste.
Kuçedra prende forma, ma non nelle vesti del drago malvagjo ma in quelle della corvetta Sibilla della Marina Militare Italiana che per evitare l'approdo clandestino della nave albanese, pensò bene di speronarla facendola affondare.
Morirono quasi tutti, donne e bambini. Morì Lindita, che sognava di arrivare in Italia e studiare medicina. Elvis riuscì miracolosamente a salvarsi e fu l'unico bambino della Katër i Radës a toccare suolo italiano.
Lo spettacolo della Factory Compagnia Transadriatica ha il grande merito di aver dato luce su un fatto di cronaca tramontato nel corso degli anni e sconosciuto alle nuove generazioni, quello della tragedia del Canale d'Otrante del 28 marzo 1997.
Un evento letteralmente “spartiacque” e che rappresentò un fatto senza precedenti nella storia del Mediterraneo.
Un'opera che accende la luce su dinamiche tremendamente attuali e che aprono a intime riflessioni sull'essere umano e su quanto sia incapace di imparare dei propri errori e migliorarsi. Nel frattempo però ancora tante persone continuano a incorrere in una delle morti più atroci: quella in mare.
di Gerry Moio
13/01/2025 alle 07:09:39
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