RASSEGNA POR-TI-CI
Erica Mou ha inaugurato la rassegna “Pòr-ti-ci”
Ieri 7 novembre, la cantautrice biscegliese ha aperto la rassegna letteraria organizzata dall’amministrazione comunale in vista dell’imminente apertura della Biblioteca di Comunità
Fasano - Erica Mou, la cantautrice dalla “voce di cristallo”, usa le parole con grazia e meticolosità; con la medesima delicatezza con cui scrive le sue canzoni, ieri 7 novembre Erica ha accarezzato il ricordo di sua madre, protagonista del suo ultimo romanzo, Una cosa per la quale mi odierai (Fandango edizioni). Nel dolce dialogo con l'assessora alla Cultura del Comune di Fasano, Cinzia Caroli, la cantante ha raccontato della donna che le ha dato vita, con il sottofondo musicale di Madre, canzone scritta da Erica stessa.
L'incontro di ieri ha inaugurato un calendario di appuntamenti redatto dall'amministrazione comunale in vista dell'imminente apertura della Biblioteca di Comunità: la rassegna “Pòr-ti-ci”, aperta ieri a Palazzo di Città ma che da gennaio si sposterà in biblioteca, vuole essere un modo per celebrare un importante traguardo comunitario, come sottolineato a inizio serata. In collaborazione con il Presidio del Libro di Fasano, gli incontri saranno un momento di approfondimento pensato anche per i più giovani, che ieri sono stati numerosi.
Come magia, Erica Mou è riuscita a trasmettere la dolcezza che la contraddistingue in una conversazione che ha avuto esplicitamente l'obiettivo di non essere malinconica, nonostante il titolo stesso della sua ultima opera sia presagio di forti emozioni. Erica, che ha perso la mamma a causa di un tumore, ha atteso dieci anni per scrivere questo libro; ha atteso, in verità, il momento giusto per aprire e leggere quel diario che la mamma ha scritto nei nove mesi della sua malattia. Nove mesi, tanti quanti sono i mesi della gravidanza che Erica stava affrontando quando ha sfogliato le pagine di quel diario. Non è stata, però, una lettura “passiva”; come ha lei stessa raccontato durante la serata, il modus operandi è stato insolito: a ogni pagina di diario letta, corrispondeva una pagina di risposta. Erica, insomma, ha dialogato con la mamma mentre attraversava un momento difficile della sua gravidanza. Morte che genera vita: sembra una coincidenza, eppure mamma Lucia, dopo la diagnosi e la sua morte, ha cambiato la vita dei suoi figli in meglio. Lo ha fatto insegnando il valore della vita e dell'attimo a Erica, lo ha fatto perché, dopo la notizia del cancro, Erica ha subito voluto volare dal fratello Mirto che, prima di allora, vedeva molto poco. Mamma Lucia, professoressa di matematica, non credeva in Dio, come canta la stessa Erica in Madre, ma nelle leggi dell'universo, nel silenzio e nel buio che “maledetti” l'hanno strappata alla vita troppo presto: Erica, infatti, ha confessato che, quando è diventata mamma a sua volta, ha avvertito forte la sua mancanza.
Una cosa per la quale mi odierai è un'opera intima, dolce, ma non pessimista; non vuole essere un romanzo didascalico, ma un omaggio a una donna che ha amato tanto. Il libro è anche un romanzo di famiglia in cui è presente un “lessico famigliare” come scriveva Natalia Ginzburg; in questo lessico compare un'altra figura importante per mamma Lucia e per Erica: è “nonna questa”, la nonna materna, chiamata così perché era quella che i figli vedevano più spesso. Durante la serata la cantautrice ha letto alcuni passaggi che l'hanno ricordata, aggiungendo anche degli aneddoti gioviali.
La rassegna “Pòr-ti-ci” proseguirà a gennaio (la data sarà definita a breve) con la presentazione di Come l'arancio amaro della scrittrice palermitana Milena Palminteri, edito da Bompiani.
di Sara Altamura
08/11/2024 alle 05:50:53
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