OUTSIDER FESTIVAL
Al MuLab si chiude l’Outsider Festival
Ieri 20 settembre è calato il sipario del festival di poesia itinerante che ha coinvolto anche il museo di Pezze di Greco
Pezze di Greco - «La parola buona è quella che scambio quando incontro l'altro, è quella che scrivo nei miei testi»: così Eleonora Ines Nitti Capone ha chiuso l'Outsider Festival, la rassegna di poesia itinerante che ha coinvolto più comuni del territorio, tra cui Pezze di Greco e il Museo Laboratorio Arte Contadina.
Ieri 20 settembre, in una serata ormai autunnale, è calato il sipario di una rassegna che, dal 13 settembre, ha animato – nel vero senso della parola, “ha dato l'anima” – le città limitrofe, scegliendo il MuLab per l'inaugurazione, per la serata dello scorso 15 settembre e per la chiusura dell'intenso calendario, messo appunto da Dario Lacitignola, Adele Nacci e Renza De Cesare. Circa venti i poeti coinvolti, da più nazioni del mondo: l'obiettivo dell'Outsider Festival è, infatti, condividere, mettere in comune, sentire insieme.
Dalle terre d'Africa proviene Linda Samir, egiziana, che nella serata di chiusura di ieri ha portato a Pezze di Greco la danza del ventre; nata dalle donne per le donne – in tempi antichi veniva performata dalle almee – questa tipica danza orientale è espressione di ciò che brucia e risiede nel grembo. Le percussioni, che in Egitto iniziano a suonare al mattino, hanno fatto vibrare e muovere il corpo sapiente di Linda, conducendo il pubblico nel magico mondo de Le Mille e una notte.
È la poesia, però, ad aver chiuso il festival a lei dedicato; sono le “parole buone” di Eleonora Ines Nitti Capone, autrice leccese che vive tra Lecce e Bologna. Sul palco, una dea greca: in un abito blu notte, la voce di Eleonora ha pronunciato versi che sanno di oracoli in una lettura che ha preso il titolo dalla sua ultima opera, Per fede essi chiusero le fauci dei leoni. Fede, amore, dolore e, soprattutto, stelle: nelle poesie declamate, accompagnata dalla musica di Cristiano Casarano, la poetessa ha rapito le anime del pubblico per condurle in un cammino incendiato dalla luce stellare. Eleonora ha presto sentito la necessità di pronunciare i propri testi per donare a sé stessa e all'altro un momento di condivisione profonda; «per ottenere bisogna chiedere a chi sa ascoltare» e non c'è pratica migliore della poesia per allenare all'ascolto.
di Sara Altamura
21/09/2024 alle 06:01:35
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