WOW FASANO
Il raffinato jazz di Marcus Miller sorprende Piazza Ciaia
Ieri 27 luglio il concerto del Locus Festival, targato WOW! Fasano, ha accolto spettatori da tutta Italia
Fasano - Quasi in punta di piedi, timido, mai arrogante, Marcus Miller è salito sul palco in piazza Ciaia imbracciando il basso, la sua personale arma che ha usato per incantare un pubblico caloroso.
Per un ritorno del grande jazz, anche quest'anno il calendario targato WOW! Fasano ha donato non solo alla città, ma all'Italia tutta un concerto d'alto valore musicale, l'esibizione di un artista d'altri tempi che ha influenzato il jazz in maniera tangibile. Marcus Miller ha bisogno di poche presentazioni: basta citare le collaborazioni artistiche con Miles Davis e Herbie Hancock (a Fasano lo scorso anno).
Dolce, mai audace, virtuoso, il bassista di Brooklyn, artista della pace nominato dall'UNESCO, ha esordito con il timbro riconoscibilissimo del suo Fender, tra il jazz e il funky, performando Panther: l'aria in una pizza Ciaia sold out si riscalda, conscia di star assistendo all'esibizione di un'autentica leggenda.
Il sessantacinquenne, in splendida forma, interagisce con il pubblico presentando i musicisti che dividono con lui il palco: Donald Hayes al sax, Russell Gun alla tromba, Xavier Gordon alle tastiere e Anwar Marshall alla batteria.
Il concerto prosegue con Red Baron, February e l'iconica Detroit per poi prendersi il suo tempo per raccontare la genesi di Mr. Pastorius. Alla morte del memorabile Jaco Pastorius, maestro di basso, Miller scrisse e condivise con Miles Davis un brano tributo, chiedendo a quest'ultimo di suonarlo «come ai vecchi tempi»; quasi inaspettatamente, dopo che Davis aveva di netto cambiato rotta nel suo percorso musicale, il trombettista scelse di suonare “alla vecchia maniera”, sorprendendo Miller e registrando un brano memorabile. Mr. Pastorius si è presa i propri spazi: sul palco Miller e musicisti hanno suonato con maestria, allungando i tempi per omaggiare un altro pilastro del jazz.
Il concerto prosegue con Gorée, scritta per ricordare gli uomini che dalle coste africane venivano deportati in schiavitù in America; si continua con Tutu, arrangiata e prodotta per Miles Davis, per poi concludere con I Loves You, Porgy e Blast.
A contornare una splendida serata jazz è stato il live di Matteo Mancuso, che ha introdotto il jazzista newyorkese. Il giovane chitarrista siciliano ha meravigliato per la sua tecnica e il suo stile, che ha richiamato le dinamiche del flamenco mescolaste al jazz e alle armonie classiche. Con lui il basso di Riccardo Oliva e la batteria di Gianluca Pellerito. Degna di nota la cover splendida dell'esplosivo The Chicken, brano funky di Jaco Pastorius.
di Sara Altamura
28/07/2024 alle 08:54:21
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