CULTURA E SPETTACOLO
Natalizia Pinto, poetessa da antologia
Le sue opere in una pubblicazione 'firmata' da prestigiosi intellettuali italiani
Fasano - È recentemente uscita la pregevole antologia poetica “Le mattine sono ancorate come barche in rada.” La poesia italiana contemporanea, edita da ICI e curata da Roberto Pasanisi, direttore dell'Istituto di Cultura di Napoli ed insigne intellettuale, la cui competente attività spazia in vari campi del sapere.
Il testo, in omaggio a Eugenio Montale, è stato composto con l'intento di offrire un ampio panorama della poesia contemporanea, “dando un nuovo specimen significativo, aggiornato e, soprattutto, di rilevante qualità letteraria”.
L'obiettivo è stato largamente conseguito e il valore intrinseco dell'antologia va ben oltre il pregio delle poesie, scelte con oculatezza da un Comitato scientifico di lettura di alto livello, composto da studiosi e critici letterari di chiara fama.
Costituiscono valori aggiunti la prefazione (di Giulio Marra – Università Ca' Foscari di Venezia), l'introduzione (di Giovanni Dotoli – Università di Bari), la postfazione (di Aldo Pardi – già Università di Varsavia) e le conclusioni (di Mario Selvaggio – Università di Cagliari) in quanto arricchiscono l'antologia con riflessioni, contributi critici di prim'ordine sui testi poetici ivi contenuti, sul ruolo della Poesia e sulla produzione poetica attuale e novecentesca.
Questi vari e complessi argomenti, per come sono stati trattati, offrono interessanti spunti di dibattuti letterari e filosofici, anche perché “stabilire i valori del poetico propri di un determinato momento storico è riflessione su di sé.” (Aldo Pardi, p. 111)
Nell'attuale contesto “abbiamo bisogno di poesia e di bellezza. Il solo futuro possibile è nella bellezza.
La scienza, che sembra essere il centro del tutto, deve allearsi con la poesia e con la bellezza, per condurre a Dio e al nostro animo, e a quell'io dalle infinite risorse” ed ancora “La poesia è l'inutile che fa utile e rotta di salvezza” (Giovanni Dotoli, p. 20); “è come una stella […] che conduce verso il mistero della vita”. (Mario Selvaggio, p. 129) “Poesia è una risposta alla vita. I testi di questa antologia sono testimonianza viva che nella poesia il sacro non potrà mai morire”. (Mario Selvaggio, p. 131)
Nei componimenti del volume, numerosi e diversi sono i topoi espressi: in particolare, l'aspirazione alla bellezza, il sentimento dell'amore, la perdita e la ricerca dell'identità, la Natura madre e matrigna, il ricordo per l'agognata terra natia, l'atrocità della guerra, la denuncia del materialismo, il bisogno del sacro.
In questa importante ed apprezzabile antologia si inseriscono a pieno titolo i componimenti di Natalizia Pinto, poetessa pugliese, più volte distintasi in campo letterario, con premi e riconoscimenti.
La poetessa lascia il segno con il suo stile elegante, conciso nella forma e ricco nel contenuto. Il suo è un versificare ispirato e che ispira, toccando le corde più intime del lettore.
Si esprime con forte sensibilità, soprattutto con sinestesie e con vivide immagini, metafore dell'esistenza umana, del sentimento nostalgico di un futuro prefigurato nel passato.
I temi cari alla Pinto sono molteplici e tutti emotivamente fertili. In questa antologia, la poetessa rende con efficacia il senso di immobilità metafisica in liriche dal titolo manifesto Ferma nel tempo e Sospensione.
Nella prima poesia l'assenza di moto è dichiarata nei primi versi e, in seguito, più volte ripetuta:
C'è un'ora nel pomeriggio / un'ora in cui nulla si muove, / ferma il tempo che scorre ma la staticità è solo apparente, interrotta da l'incedere lieve della rosa / nell'aria del balcone; è questo andamento leggero ma anche solenne e maestoso a fare da lancetta d'orologio. In contrasto con l'insistita immobilità, il tempo scorre in ogni caso, inesorabile, in modo scandito e ciclico, con l'immagine di una culla: dondola all' infinito / la culla dello stesso pensiero / che, fermo nel tempo, indugia / in solitudine, nell'emozione / che, ferma nel tempo, / sempre ritorna.
In Sospensione, difronte alla precarietà della vita umana, alla scomparsa di preziosità di un tempo che fu, il ricordo del sentimento è eternato, in un'eterea atmosfera onirica, colma di silente, malinconica aspettazione la storia d'amore / la legge l'Angelo / che sommesso attende.
Vi è comunque un margine di speranza, nonostante il tempo e le intemperie che tutto travolgano: il messaggio è chiaro nella lirica Mattino; in essa il prefatore Giulio Marra (p. 14) ravvisa un esplicito richiamo montaliano, poiché “Dopo il giorno burrascoso, la poetessa indica al suo interlocutore i fili/che conducono/al giardino dei limoni.”
Aggiungo che in tal luogo, il senso di conforto e la speranza si fanno certezza giacché lì il miele / scioglie l'amaro / e si afferra / la ripresa lenta / del sapore luminoso / respirato nel mattino.
L'abbinamento contrapposto miele e amaro, insieme alla sequenza sinestesica sapore luminoso / respirato presentano una progressiva ariosa apertura alla vita, con una fiducia che oltre valica i muri montaliani.
Questo stesso aspetto, lo si ritrova in due haiku della Pinto, dai versi raffinati e limpidi in cui si respira la freschezza delle parole.
I
Prende la luce / il tronco dell'albero, / l'aria cambia.
II
Flesso il ramo / esibisce le fronde / al cielo terso.
Patrizia Bessi
di Redazione
10/03/2024 alle 08:29:02
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