CULTURA E SPETTACOLO
Sublime l’Iliade di Ciciriello
Il terzo appuntamento della rassegna Tempeste Festival ha portato in scena un'interpretazione del poema omerico
Fotoservizio di Marica Mastrangelo
Fasano – “Cantami, o Diva, del Pelìde Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco generose travolse alme d'eroi, e di cani e d'augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l'alto consiglio s'adempía), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de' prodi Atride e il divo Achille. E qual de' numi inimicolli? Il figlio di Latona e di Giove. Irato al Sire destò quel Dio nel campo un feral morbo, e la gente pería: colpa d'Atride che fece a Crise sacerdote oltraggio”.
Il Tempeste Festival ieri ha offerto uno spettacolo , al Teatro Sociale, denso con protagonista Giuseppe Ciciriello e il musicista Pietro Santoro. Un monologo musicato di poco più di un'ora che ha ripercorso gli ultimi cinquantuno giorni della Guerra di Troia descritta nel poema omerico l'Iliade. Uno spettacolo in cui si è riascoltato i versi omerici ma in chiave sarcastica e molto accurata accompagnati dalle noti inconfondibili della fisarmonica.
Ma in fondo per cosa scaturiscono le guerre? Le guerre di combattono per amore e l'Iliade ne è la prova: nove anni di assedia alla città di Troia per l'amore di Elena e, alla sua conclusione, un profugo (Enea) raggiunge le coste italiche e fonderà la più grande civiltà del mondo classico.
di Marica Mastrangelo
24/11/2022 alle 08:33:33
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