SPETTACOLO TEATRALE
Vagine a confronto al Teatro Sociale
Bisognerebbe accantonare la vergogna di pronunciarne il nome, nonché parlarne alla radio, in tv, nelle scuole. Solo così il rispetto per la donna e per il suo corpo diventerebbe un obbligo.
L'Allegra Brigata al Teatro Sociale
FASANO - Ospite d'eccezione ieri sera, 6 dicembre, al Teatro Sociale: la vagina. Ebbene sì, non è uno scherzo. La compagnia teatrale "Allegra Brigata" ha portato sul palco fasanese lo spettacolo "I monologhi della vagina" di Eve Ensler, regia di Paolo Morga. Scopo della serata raccogliere fondi a favore dell'A.B.O.P. (associazione bambini ospedalizzati Puglia), presieduta da Mario Valentino. All'ingresso del teatro, infatti, alcune volontarie hanno messo a disposizione del pubblico, in cambio di modiche offerte, piccoli manufatti ispirati ai temi del Natale e della fortuna. Il sodalizio nasce con lo scopo di sensibilizzare al sostegno delle famiglie dei bambini ospedalizzati, attraverso attività ludico-ricreative, nonché di acquistare attrezzature necessarie nel reparto di chirurgia pediatrica dell'ospedale San Paolo di Bari.
Ma veniamo allo spettacolo. Il titolo, di per sé emblematico, lascia poco spazio all'immaginazione. In effetti, è di pura vagina che si tratta. Diciassette giovani attrici cattureranno l'attenzione del vasto pubblico intervenuto con brevi monologhi inerenti all'apparato genitale femminile. Quell'organo che molti, ancora oggi, non appellano col giusto nome per pudore o, forse, per paura di essere derisi. In alcuni passi, l'ilarità degli spettatori raggiunge livelli incontenibili. Certo non capita tutti i giorni di confrontarsi con donne che descrivono la loro vagina come un essere quasi vivente e pensante. Attenzione, però, a non sottovalutare lo scopo della rappresentazione.
A pochi giorni dalla giornata mondiale della violenza sulle donne, il tema cardine dello spettacolo continua ad essere proprio questo. <<Ogni anno, nel mondo, vengono stuprate più di 500mila donne. Dico vagina perchè qualcosa cambi!>> esordisce una delle attrici, <<siamo molto preoccupate per il futuro delle vagine>> continua un'altra. E all'ilarità subentra la riflessione. Uno dei monologhi descrive la guerra in Bosnia dei primi anni Novanta: lo stupro di una fanciulla ad opera di sei uomini, il timore della vittima rinchiusa in un limbo da cui, forse, non uscirà mai. Ebbene, c'è davvero poco da ridere adesso. Si tocca il tema della denuncia, dell'eterna ferita che quella violenza subita provocherà nell'anima. Ma non solo. Purtroppo, donna significa, in molti casi, cancro all'utero, terrore nel vedersi "svuotare" della propria femminilità. Donna significa anche parto, dare alla luce una magnifica creatura. Donna è seduzione. Unico aspetto comune a tutte le circostanze descritte è, dunque, la vagina.
Insomma, l'Allegra Brigata ha messo in scena uno spettacolo che rappresenta il massimo connubio tra divertimento e sensibilizzazione. Perchè, se davvero la sola abitudine a parlare dell'intimità femminile può indurre le donne ad essere più forti e gli uomini a non oltraggiarle, la soluzione appare scontata: che vagina sia!
di Claudia Turchiarulo
07/12/2012 alle 00:43:14
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